Scovato il latitante Natale Trimboli. Si nascondeva in una casa popolare a Molochio
E’ stato scovato all’interno di un’abitazione di Molochio il latitante di Platì Natale Trimboli, condannato nell’ambito del processo Minotauro ed inserito nella lista dei latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno. L’uomo, che ricopriva la carica di Santista della locale di Volpiano (To), era ritenuto uno dei punti di riferimento delle emanazioni piemontesi delle ‘ndrine di Platì, uno dei principali anelli di congiunzione con le cosche della locride. A suo carico due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Torino. Una di esse, per omicidio plurimo aggravato, occultamento di cadavere ed associazione a delinquere di tipo mafioso, scaturita dalle indagini sull’uccisione, avvenuta nel 1997, dei fratelli Stefanelli e di Giuseppe Mancuso. La seconda per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, per la quale l’uomo dovrà scontare una pena di 2 anni ed 11 mesi di reclusione. L’arresto Al momento dell’arresto Trimboli si trovava in casa insieme ad altre tre persone, tutte con rilevanti precedenti penali alle spalle. Da qualche giorno i Carabinieri della stazione di Molochio avevano notato strani movimenti all’interno dell’abitazione di un’anziana signora che si era trasferita da tempo. Il successivo controllo ha rivelato all’interno dell’abitazione, nella disponibilità di Carmine Luci, figlio della titolare, la presenza di tre persone: Natale Altomonte, 65 anni, originario di Oppido Mamertina, Santo Surace, 29 anni, anche lui di Oppido, ed un terzo soggetto sprovvisto di documenti, che portava con sè un bagaglio con indumenti pronti all’uso e che dichiarava di provenire da Platì. E’ a quel punto che i carabinieri di Molochio decidono di vederci chiaro condividendo la foto del soggetto con i colleghi della Stazione di Platì e con quelli del Nucleo Investigativo del Gruppo di Locri e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, che hanno immediatamente riconosciuto il latitante al quale da tempo davano la caccia nella locride. Vistosi scoperto e non avendo alcuna possibilità di fuga, Trimboli ha così confessato la propria effettiva identità, senza opporre quindi alcuna resistenza all’arresto.