Minacce al leader del movimento “Ammazzateci tutti”
redazione | Il 20, Feb 2012
Messaggio minatorio sul parabrezza dell’auto, due bossoli vicino a una ruota
Minacce al leader del movimento “Ammazzateci tutti”
Messaggio minatorio sul parabrezza dell’auto, due bossoli vicino a una ruota
REGGIO CALABRIA – Il leader del movimento Ammazzateci tutti, Aldo Pecora, ha reso noto di aver ricevuto un messaggio di minaccia. Nel testo c’é scritto “Scopelliti ti aspetta a braccia aperte, farai la fine di Gratteri e Creazzo, boom”. Il messaggio è stato lasciato sul parabrezza dell’auto di Pecora e vicino ad una ruota sono stati lasciati due bossoli esplosi. Le indagini sono condotte dai carabinieri. Gratteri è procuratore aggiunto a Reggio e Creazzo procuratore a Palmi.
PECORA, FIDUCIA IN CHI CONDUCE INDAGINI
“Ho piena fiducia in chi conduce le indagini”. Così Aldo Pecora, leader del movimento Ammazzateci tutti, ha commentato la notizia dell’intimidazione subita che si è appresa stamani a Palmi nel corso della cerimonia di intitolazione dell’aula della Corte di assise al magistrato di Cassazione Antonino Scopelliti, ucciso nel 1991. Secondo quanto si è appreso, il biglietto di minaccia è stato lasciato sull’auto di Pecora che era parcheggiata vicino alla sua abitazione a Cinquefrondi. “Spero sia uno scherzo di carnevale – ha detto Pecora – ma é già da qualche giorno che sono sotto attacco, anche da parte di colleghi”.
LA SOLIDARIETA’ DI PACENZA E ORSOMARSO
”Esprimiamo sincera solidarietà e vicinanza al presidente di ‘Ammazzateci Tutti’, Aldo Pecora per il vile atto intimidatorio subito”. Lo affermano, in una nota congiunta, i consiglieri regionali del Pdl Fausto Orsomarso e Salvatore Pacenza. “Si tratta di gesti inqualificabili – aggiungono – che condanniamo con fermezza e che non possono condizionare l’attività di Aldo Pecora, da sempre in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta”. “A lui e al movimento che presiede – concludono Orsomarso e Pacenza – intendiamo ribadire il nostro appoggio e quello di tutti i calabresi onesti che si riconoscono nella cultura della legalità”
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