Mercoledì d’autore con Giulio Bruno e “L’esca di Alarico” Alle 18, a Rende
Un oscuro omicidio, un’indagine che travolge il lettore tra storia,
mitologia e attualità. Un docente universitario, sulle tracce del mitico re
visigoto Alarico, viene assassinato brutalmente. Le tracce porteranno il
commissario Giannitteri di fronte a una realtà fatta di indizi, sospetti, e
un antico tesoro mai ritrovato.
*L’esca di Alarico *(232 pagine, *Falco Editore*) è un romanzo mozzafiato,
che l’autore, Giulio Bruno, presenterà mercoledì, alle 18,
nella Tea Room della Torteria da Polly Dì, a Rende, nell’ambito della
rassegna quindicinale “Mercoledì d’autore”. A condurre la serata, sarà il
giornalista Carlo Minervini.
Il romanzo
A Cosenza la stagione invernale sembra essere iniziata in anticipo. Ai
primi di novembre, piove e fa freddo come se fosse gennaio, e il cielo è
sempre grigio. L’atmosfera, meteorologicamente cupa e resa ancora più
opprimente dalla imperversante crisi economica, diventa “gelida” e tetra
quando un bambino di otto anni, figlio di un industriale della zona, viene
rapito dopo una lezione di catechismo. La notizia ha l’effetto di una
grandinata sul morale di Luca Giannitteri che, nella sua tutt’altro che
lunga esperienza da commissario, non si è mai trovato a gestire le indagini
su un sequestro di persona. Non a caso, il solerte questore Lucenti gli
comunica che a condurre le operazioni sarà un collega milanese esperto in
rapimenti al quale «dovrà essere garantita massima collaborazione». E così,
mentre il nuovo arrivato Aldebrandi inizia a pianificare le attività di
ricerca del bambino, Giannitteri e il suo vice Bernacci si ritrovano
coinvolti nell’omicidio di un giovane commercialista, anch’egli
inizialmente, seppur per qualche ora, dato per scomparso. Tra indizi veri e
presunti, piste attendibili e clamorosi abbagli, un terzo caso di
smarrimento mette a dura prova i nervi del commissario. Si tratta di un
professore di Archeologia dell’Università della Calabria, uno dei maggiori
esperti su Alarico, il re Visigoto la cui leggenda narra sia stato
seppellito insieme al suo tesoro, nel 410 d.c., proprio nella città bruzia
alla confluenza tra i fiumi Crati e Busento. La situazione investigativa,
sui diversi fronti aperti, registra quello che in gergo si definisce fase
di “stallo”, tra improvvise accelerazioni e successive brusche frenate. In
più, come se non bastasse, altre ambigue situazioni contribuiscono a
generare confusione e sfiducia. Diluvia su Cosenza e sul commissario
Giannitteri. A dargli manforte sarà pure stavolta l’amico Federico
Marcillei, bancario di professione ma da sempre appassionato di letteratura
noir. Anche perché, tra codici indecifrabili e misteriosi “graffiti”
multimediali, Giannitteri e Bernacci non sanno più dove sbattere la testa.
E siccome tutto sembra congiurare contro e nulla appare come dovrebbe
essere, le “casuali” intuizioni di Marcillei si riveleranno quando mai
provvidenziali. Ma saranno tutte esatte?