Maltempo, tanti i danni nella Piana di Gioia Tauro Esondando i principali fiumi hanno spazzato via quanto si trovava intorno al loro alveo
Finita la tempesta, il sole è tornato a splendere sulla Piana del Tauro. E si contano i danni. Oltre alla tragedia del giovane disperso e popi ritrovato cadavere a Taurianova, sono gli agricoltori a contare i maggiori danni. Come sempre le acque scese da Taurianova e finite nel Vallone Campanaro hanno fatto danni enormi sui terreni, imbibiti e ricoperti di sabbie e detriti. Inoltre la violenza del torrente Marro ha provocato quello che da anni i proprietari avevano temuto e inutilmente denunciato: il crollo dei muri d’argine che ormai da anni la Provincia di Reggio Calabria omettendo qualsiasi seria forma di intervento preventivo e conservativo aveva lasciato lambire dalle acque che già avevano in più punti eroso il terreno sul quale poggiavano. Adesso – come mostrano le immagini girate nel contrada Mella, centinaia di metri di muro sono stati abbattuti dalle acque che hanno avulso ampie porzioni di terreno. I danni sono ingenti e gli agricoltori sono disperati, le olive pronte per la racoclta sono finite nel fiume. Il suolo e da bonificare e le piantaginoni diventeranno asfittiche e saranno destinate a sicura morte per soffocamento radicale. E mentre il fiume – ancora limaccioso – scorre veloce verso la sua confluenza con il Petrace e da qui verso il mare – la corrente trascina via anni di sacrifici e la speranza di una annata buona che consentisse si lenire le difficoltà di un mercato ormai non più remunerativo e i crescenti costi aziendali. Il tutto nell’indiffereza dei politici e della classe burocratica che tante colpe certamente ha se ad ogni accenno di pioggia il Marro divine l’incubo di chi ha spese la vita in queste terre. Eppure basterebbe poco a proteggere i terreni, Le stesse opere che vengono poste per realizzare i frangiflutti: grandi massi di calcestruzza a lonaghe che si incastrano l’una con l’altra e proteggono i terreni. Ma in questa calabria del terzo millennio- inutile farsai illusioni – è chiedere troppo. I soldi vengono trovati solo per fare sempre nuove – e talvolta inutili strade. Ma quella è ingegneria strutturalistica. L’ingneria fluviale è arte sconosciuta.