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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

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Mal di schiena: secondo uno studio australiano il paracetamolo è inutile

Mal di schiena: secondo uno studio australiano il paracetamolo è inutile

| Il 25, Lug 2014

Gli antidolorifici a base di paracetamolo non sono più efficace del placebo nel ridurre il dolore associato alla lombalgia

Mal di schiena: secondo uno studio australiano il paracetamolo è inutile

Gli antidolorifici a base di paracetamolo non sono più efficace del placebo nel ridurre il dolore associato alla lombalgia

 

 

Un importante studio australiano è arrivato alla conclusione che gli antidolorifici
a base di paracetamolo non sono più efficace del placebo nel ridurre il dolore associato
alla lombalgia. Il 10% della popolazione mondiale si lamenta per il mal di schiena.
Ed il paracetamolo è il farmaco più consumato in assoluto per alleviare questo
tipo di sofferenza. Tutti i medici lo raccomandano come prima scelta per attenuare
il dolore e lo preferiscono all’aspirina (perché fluidifica il sangue e aumenta
il rischio di sanguinamento). Ma è giusto continuarlo a prescrivere a persone che
soffrono di mal di schiena, e di dolore nella parte bassa della schiena? Dopo aver
letto l’articolo pubblicato giovedì sulla rivista “The Lancet”, è più che dubbio,
rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Questo
è il primo trial clinico di valutazione del paracetamolo “in doppio cieco” (ossia
che né i medici né i pazienti sanno cosa viene assunto) contro il placebo. In
questo studio multicentrico, finanziato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche Health
Medical dell’Australia e la controllata australiana dell’azienda farmaceutica GlaxoSmithKline
(che commercializza il paracetamolo), 1.652 persone sono state divise in tre gruppi
con caratteristiche simili con paracetamolo ad intervalli regolari (tre volte al
giorno, l’equivalente di 3990 mg), preso su rischiesta (fino a 4000 mg) e placebo. Dopo
essere stato rassicurati circa la prognosi del loro dolore, tutti i pazienti hanno
ricevuto i consueti consigli offerti in tali casi, ed essenzialmente hanno continuato
ad essere attivi ed evitato di rimanere a letto.Durante i tre mesi di follow-up,
Christopher William docente presso l’Università di Sydney a Camperdown ed i suoi
colleghi hanno esaminato il tempo medio per l’intensità del dolore che è sceso
da 0 o 1 (su una scala fino a 10) ed è rimasto su questo livello per una settimana. Questo
periodo è stato di 17 giorni nei pazienti che hanno assunto paracetamolo, regolarmente
o su richiesta, e 16 giorni per quelli cui è stato dato il placebo, una differenza
statisticamente insignificante. Dopo tre mesi di questo studio, l’intensità del dolore
ed il punteggio della disabilità è diminuito in tutti e tre i gruppi, ma ancora
una volta senza nessuna differenza significativa. Allo stesso modo, lo stato funzionale
e la qualità del sonno sono migliorati in maniera simile tra i tre gruppi. “Questi
dati suggeriscono che le raccomandazioni per il paracetamolo in prima istanza di
LBP devono essere riconsiderati. Sembra che l’assistenza medica è più importante
rispetto all’approccio farmacologico”, hanno commentato i ricercatori, che vorrebbero
capire le ragioni dell’inefficacia del paracetamolo per la lombalgia. Ma Bart
Koes e Wendy Enthoven del Erasmus Medical Center di Rotterdam sono meno categorici.
In un editoriale che accompagna l’articolo, sostengono che, anche se lo studio è
di buona qualità, è necessario che questi risultati vengano replicati prima di
considerare la revisione delle raccomandazioni. In particolare, sottolineano che
i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) non sembrano avere una maggiore
efficacia rispetto al paracetamolo nel trattamento della lombalgia e hanno un profilo
di sicurezza meno favorevole. Questa informazione è rivolta ad un’ampia platea,
dal momento che il 10% della popolazione mondiale si lamenta del mal di schiena ed
il mal di schiena è la causa di un terzo della disabilità causata dal lavoro, secondo
recenti studi pubblicati su riviste di Reumatologia. Ma non è da dimenticare che
i medici hanno a disposizione rimedi molto più efficaci di questi farmaci analgesici
di classe I e altre terapie per alleviare coloro che soffrono di più.