Lutto nel mondo del giornalismo, Isabella è andata via
redazione | Il 16, Lug 2011
Con Isabella Loschiavo scompare un’intellettuale che seppe animare il movimento culturale calabrese in molteplici settori di impegno
di LUIGI MAMONE
Lutto nel mondo del giornalismo, Isabella è andata via
Con Isabella Loschiavo scompare un’intellettuale che seppe animare il movimento culturale calabrese in molteplici settori di impegno
TAURIANOVA – E Isabella è andata via. Per sempre. In un pomeriggio di luglio ha valicato, in silenzio, quasi con pudicizia il Ponte dell’Arcobaleno e ci ha lasciati. Un addio in un pomeriggio radioso e con il clima della festa della Madonna del Carmelo: una della tradizioni religiose di quella Jatrinoli che, con Radicena, tanti spunti di studio e tanta passione la instillarono in lunghi anni di ricerche e di studi che oggi restano, un contributo importantissimo alla conoscenza dello spirito del nostro popolo. Studi e ricerche che Isabella Loschiavo, ci lascia così in eredità, unitamente ad un messaggio di impegno sociale che ora dovrà essere rivalutato e amplificato.
Isabella Loschiavo fu scrittrice, giornalista, docente di materie umanistiche e appassionata promotrice di eventi culturali. Con il suo impegno verso la ricerca storiografica ha dato, ad iniziare dagli 70, e fino a pochi giorni prima della sua scomparsa un contributo importante verso una proposta culturale che partendo dalla provincia e incentrandosi su temi legati al territorio desse spunti di crescita e di analisi storica. Fare giornalismo, negli anni 70, in un paese di provincia non era facile per nessuno. Men che mai per una donna, costretta a barcamenarsi – in quegli anni quando gli articoli si dettavano per telefono al giornale e non esisteva neanche il fax – fra una vocazione verso la ricerca storica e una proposta di giornalismo colto e le esigenze dell’unico quotidiano di quell’epoca, fondamentalmente legato alla cronaca nera. Ciononstante con una verve inossidabile per anni garantì la corrispondenza quotidiana da San Giorgio Morgeto, un borgo pedeaspromontano, libero da corrispondenti e dove venne collocata dalla Gazzetta, potendo così utilizzare il giornale anche per le sue altre esigenze di comunicazione.
La passione per il giornalismo, la porta a dar vita, insieme a Salvatore Lazzaro e a Pasquale Larosa a metà degli anni ’80 a “Questacittà” un periodico di informazione cittadina e di varia cultura e umanità che per circa 10 anni fu pubblicato a Taurianova alimentando una libertà di informazione certamente meritevole. Ma quelli furono gli anni in cui le televisioni private comunicarono a diffondersi e – anche qui, Isabella Loschiavo, maturò delle esperienze anche se, il mezzo televisivo gli risultava meno congeniale rispetto alla scrittura dove riusciva a dare il meglio della sua professionalità essendo il tipo di informazione con la quale era cresciuta e maturata.
Furono anni fecondi quelli, inizia anche un lungo sodalizio culturale con Antonio Orso e Ugo Verzì Borgese, uniti a lei dalla medesima passione verso la letteratura e la ricerca storicistica. Insieme danno vita moltissimi Happening culturali: dal premio Zagara di Rosarno, alla Trilogia Alessiana che con la riproposizione delle opere del latinista Francesco Sofia Alessio diede corpo ad un pregevole pubblicazione dei testi latini dell’Alessio, arricchiti da una traduzione in endecasillabi curata da Antonio Orso con l’aggiunta di una ulteriore versione dialettale voluta da Verzì. Grazie a quell’opera per diversi anni l’attenzione sul latinista rimase desta e vitale. Sempre in quel periodo pubblica ”Una calabrese nel Salento”, un romanzo dai contenuti realisti che racconta una storia d’amore di una donna calabrese fra le spoglie e aperte prospettive delle pianure salentine, le Murge, le campagne costellate dalle masserie e che oltre la linea di un orizzonte lasciavano intravedere l’azzurro di un mare carico di storia, di mito e di fascinazioni. Dopo la fine della collaborazione con “Questa città”, diresse “Europago”, destinato poi a divenire “Corriere della Piana”. Tutto questo abbinato all’attività di insegnamento che la vide coinvolgere i propri alunni non solo nelle svolgimento del programma istituzionale ma anche nel piano della scrittura e del giornalismo scolastico che certamente per molti di loro fu esperienza formativa quanto e più della conoscenza dei programmi ministeriali.
Dopo la fine del primo commissariamento per infiltrazione mafiosa, nel 1993 fu chiamata da Emilio Argiroffi, divenuto sindaco, a rivestire il ruolo di assessore alla Cultura dando anche in questa veste una forte connotazione di impegno lavorativo e di impronta culturale. Da molti anni collaborava anche alla giuria dell’importante premio letterario Reghium Julii e nell’ultimo anno, con entusiamo e con l’innata voglia di contribuire a far informazione collaborò anche ad Approdonews, che ora, la ricorda e la rimpiange. Ai familiari tutti le condoglianze dell’editore, del direttore responsabile e dei colleghi della redazione.
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