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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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L’usura tra le attività prioritarie illecite della cosca Maio di San Martino di Taurianova

L’usura tra le attività prioritarie illecite della cosca Maio di San Martino di Taurianova

| Il 13, Dic 2011

Le telefonate intercettate e le persone che hanno subito il reato

L’usura tra le attività prioritarie illecite della cosca Maio di San Martino di Taurianova

Le telefonate intercettate e le persone che hanno subito il reato  

 

 

 

 

 

 

USURA

Il quadro che è emerso dalla complessa attività investigativa svolta nel presente procedimento permette di affermare che la cosca Maio, operante nel territorio di San Martino, organizzata al suo interno professionalmente, è un’organizzazione criminale che, avvalendosi della forza di intimidazione e della conseguente condizione di assoggettamento, si dedica precipuamente all’attività di usura e alla commissione di reati (estorsioni, danneggiamenti, atti intimidatori in genere), annessi e connessi, per conseguire illeciti profitti.

 

L’attività tecnica disposta ha permesso di accertare come la cosca Maio di San Martino di Taurianova abbia proprio tra le sue attività principali gli affari legati all’usura ed all’esercizio illegale delle attività creditizie.

Il materiale di intercettazione è infatti assolutamente univoco nel dimostrare che i sodali esercitano attività di credito “a strozzo”.

Va subito evidenziato che l’evidenza di tali circostanze comunque fotografa i livelli di estrema pericolosità raggiunti dal clan Maio  e dai suoi esponenti più eminenti.

Molte volte, negli stessi dialoghi,  si ha un’indicazione della vittima, l’indicazione dei soggetti partecipi alle operazioni di illecito finanziamento, del capitale originario prestato e degli interessi maturati.

In altre circostanze, pur comprendendosi nitidamente che il contesto dei mutui è quello usurario, l’attività investigativa dovrà essere necessariamente oggetto di approfondimento atteso che, allo stato, manca la compiuta identificazione della persona offesa e non è possibile riferire con la stessa certezza l’importo del denaro corrisposto e la quantificazione degli interessi promessi o conseguiti.

Ad esempio di movimentazioni di denaro certamente relative ad usura, Panuccio Giuseppe e Hanoman Pasquale parlano nella conversazione ambientale nr 1153 del 6 maggio 2011 delle ore 08.11.12

conversazione ambientale nr 1153 del 6 maggio 2011 delle ore 08.11.12

PEPPINO:            Ieri sera è venuto Peppino MAZZAFERRO per  un cugino suo.- 

HANOMAN:        Per Mimmo …INC…? Per Mimmo Killer?-

PEPPINO:            No, no per Mimmo Killer.-

HANOMAN:        BERTUCCI?-

PEPPINO:            Per un cugino suo, se possiamo  fare… gli ho detto io: “mannaggia la (bestemmia) che abbiamo qua Peppino! …INC…, sai io stavo attento, “e vedete qualche amico tipt…tapt…”, dice che poi glieli danno e poi si  …INC…, ad uno tranquillo vado a cercargli i voti? Tu ce li freghi a noi.-

HANOMAN:        Eh?-

PEPPINO:            Mah! Vediamo se Gaetano me li assicura …INC…-

HANOMAN:        Che non incomincino… Compare Gaetano andare girando andare facendo.-

PEPPINO:            Eh… eh… eh… per lui è suo fi…INC…-

HANOMAN:        Quello vi ricordate che è scaduto?-

PEPPINO:            Quale?-

HANOMAN:        …INC… assegno.-

PEPPINO:            Si…si .-

HANOMAN:        Adesso …///… avevamo una cifra allora e non è stato possibile mettere si, e vogliono gli altri duemila e duecento euro liquidi e deve entrargli l’assegno per il dieci, per il quindici giugno, non mi interessa …///… questa sera glielo do, mi levo a questo in mezzo ai piedi e basta .-

PEPPINO:            Eh…eh…eh…-

HANOMAN:        E con questa volta …INC… che ha …INC… mattine che passa e viene da la Pino, dal bar.-

PEPPINO:            Ah viene da te?-

HANOMAN:        Si, si.-

PEPPINO:            …INC…-

HANOMAN:        Ci siamo mischiati …INC…  a cose.-

PEPPINO:            Eh… si!-

HANOMAN:        Ed io …INC… Pino quanto ti servono? Però deve venire tuo padre.-

PEPPINO:            Ecco, ecco, ecco.-

HANOMAN:        Con tanto di rispetto gli ho detto sei andato a dirgli a tuo padre così e così? E lui “Pasquale… in quel momento… lo so…. Ho paura a parlare con lui”, e me l’ha girata così, no gli ho detto a Pino, devi dirgli la verità io non voglio passare per quello che ha rubato i soldi.-  

PEPPINO:            Eh…eh…eh…-

HANOMAN:        So che ti stai vendendo la casa, se quando ti vendi la terra capisci che per andargli incontro  mi hai fatto perdere la mia porzione di sei mila euro …INC… e vuoi regalarmi un pacco di sigarette me lo regali, se non vuoi regalarmelo basta che abbiamo la pace e la salute, gli ho detto qualcosa di sbagliato …INC…?-

PEPPINO:            …INC…-

HANOMAN:        Buon giorno!-

Nella successiva contrassegnata dal nr. 1154 delle ore 08.25.44 del 6 maggio 2011  Panuccio in relazione ad un altro prestito usurario, consigliava ad Hanoman di abbassare sia pure di poco il tasso degli interessi. Ciò per essere certi che la vittima potesse riuscire ad estinguere il rapporto debitorio. (“Vedi… vedi… se puoi fare qualcosa di interesse meno  che se lo trovi con il buono coso te li da”].

Hanoman replicava “se me li da ce li dividiamo”

conversazione ambientale nr. 1154 delle ore 08.25.44 del 6 maggio 2011 

                                                                   TRASCRIZIONE

HANOMAN:        …INC… ricchione che …INC… poi passa per raggiratore.-

PEPPINO:            E noi prendiamo …INC…-

HANOMAN:        (Bestemmia) Vedi come si nega le parole?-

PEPPINO:            Ih!-

HANOMAN:        Io vado in bestia quando negano le parole, io …INC… litigo quando una cosa la dite e poi cercate di negarvela io litigo che litigo.-

PEPPINO:            Hanno il medico …INC… c’era Mico, c’era pure LONGO, mi prende e dico: “come, spiegami,…INC…”  ma poi lui glielo ha detto: “ ma… ma io non mi ricordo…”.-

HANOMAN:        Cazzo, quel giorno, quel giorno.-

PEPPINO:            …INC…, si hai voglia, hai voglia, hai voglia.-

HANOMAN:        Adesso…-

PEPPINO:            La …INC… è stata sempre a tre.- 

HANOMAN:        Se me la …INC… gli ultimi tremila euro glieli do io a quello la così non ho fatto cattiva figura e non faccio niente.-

PEPPINO:            Eh…si…si…si…-

HANOMAN:        E poi un giorno “FINICI” me li da a me.-

PEPPINO:            Eh…-

HANOMAN:        Però cazzo è inutile che si nega le parole, da duecento… da duece…-

PEPPINO:            Vedi… vedi… se puoi fare qualcosa di interesse meno  che se lo trovi con il buono coso te li da …INC… suo.- 

HANOMAN:        Se mi da…-

PEPPINO:            Sempre sono buoni!-

HANOMAN:        …INC… se me li da ce li dividiamo.-

PEPPINO:            Vediamo se …INC…-

HANOMAN:        Ma questo qua ci da il …INC…?-

PEPPINO:            …INC…-

HANOMAN:        Va bene, che prendono mille euro ciascuno?-

PEPPINO:            …INC…, che sono storti e maledetti Pasquale, io nemmeno quelli che …INC…  ho …INC…  in questo modo …INC… ci credi? …///…Qua sono.-

HANOMAN:        Chi?-

PEPPINO:            BARTULINU …INC…-

HANOMAN:        Nemmeno …INC… –

PEPPINO:            …INC… altri cinquemila euro, io …INC… carta così                               “no…no…no…” …INC… buon giorno  a Pino “U …INC…”  …INC… (parla a bassa voce).-

HANOMAN:        Ah.-

PEPPINO:            Gli ho detto: pizzicano te che …INC… l’atro giorno …INC…-  

HANOMAN:        Uhm.-

Il quadro che complessivamente è emerso dall’analisi del materiale intercettativo, infatti, pone in luce come Hanoman Pasquale, spesso poi delegato alla riscossione del credito, non operava sempre in proprio.

 Invero tutelava gli interessi della cosca di riferimento, coinvolta interamente nell’affare, ed agiva in nome e per conto di essa.

Hanoman poi, talvolta, incontrando delle difficoltà nel recuperare la somma prestata a tasso usurario, proponeva a Panuccio, in virtù del suo carisma criminale,  di recarsi insieme a lui da una delle vittime per riscuotere quanto dovuto.

Il capo ‘ndrina, tuttavia, soggetto scaltro e molto prudente, esortava Hanoman Pasquale ad andare da solo e di rivolgersi, se del caso, anche ai familiari del soggetto sottoposto ad usura per costringerlo a farsi consegnare il denaro (“No, vedi di farti dare i soldi e basta, e prendi a suo figlio Nino…. INC …e glieli fai uscire (bestemmia) si affossa lui e te li da”). Hanoman, gerarchicamente sottoposto, di fronte all’ordine impartito dal suo “superiore”, acconsentiva.

Conversazione ambientale nr 356 del 28 marzo 2011 delle ore 08.29,15 tra Hanoman Pasquale e Panuccio Giuseppe

HANOMAN:        …INC…-

PEPPINO:            Come si chiama?-

HANOMAN:        CARIOTI, questo qua dovrebbe essere  è il nipote della buonanima “Du RANDEDU”.-

PEPPINO:            Ah!-

HANOMAN:        …INC…-

PEPPINO:            E come, mi hanno detto che sta tentando Pino.- 

HANOMAN:        …INC… si porta alle elezioni come sindaco .-

PEPPINO:            …INC… lui si porta alle elezioni come sindaco.-

HANOMAN:        Non lo so .-

PEPPINO:            Non mi sembra molto appropriato .-

HANOMAN:        Chi?-

PEPPINO:            Questo, per queste cose qua non mi sembra troppo ….-

HANOMAN:        Chi, l’architetto?-

PEPPINO:            Si.-

HANOMAN:        Per portarsi alle elezioni?-

PEPPINO:            …INC… come persona non mi sembra che sia molto sveglio su queste cose, …INC…-

HANOMAN:        …INC…-

PEPPINO:            …INC… tu entri in un discorso, in una cosa.-

HANOMAN:        …INC…, gli altri hanno pagato ottocento,  settecento, …INC… cinquecento euro …///… lo hanno rovinato questo pezzo di terra Peppino .-

PEPPINO:            …INC…-

HANOMAN:        …INC… guardate ma un …INC… fusto …INC.. taglialo sotto …INC…, a casa o in campagna?-

PEPPINO:            A casa, a casa, …///… …INC… –

…///…

HANOMAN:        Io vedo adesso lui quello che fa, se non si comportano di parola ….-

PEPPINO:            No …INC…-

HANOMAN:        Se non si comportano è di parola vengo, con voi andiamo ….-

PEPPINO:            No, vedi di farti dare i soldi e basta, prendi a suo figlio Nino …INC… e glieli fai uscire (bestemmia) si affossa lui e te li da!

HANOMAN:        Va bene.-

PEPPINO:            …INC…, Pasquale ci vediamo.-

HANOMAN:        Ciao Peppino.-

PEPPINO:            Ciao.-

HANOMAN:        Ciao.-

Come poi spesso avviene, all’interno del sodalizio, i vari componenti partecipano all’affare (al singolo prestito usurario) in proporzione alla disponibilità finanziaria del momento.

 Troveremo infatti partecipazioni “pro quota” dei sodali, differenti tra di loro in ciascun prestito usurario, considerato un vero e proprio investimento per ciascuno e per tutti.

Le pattuizioni con i vari soggetti, come emerse dall’indagine, sono senz’altro usurarie perché esorbitanti risultano gli interessi che la somma prestata impone al debitore di  versare.

Usurari infatti si intendono gli interessi che superano il limite stabilito dalla legge nel momento in cui essi sono promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo, indipendentemente dal loro pagamento.

In un caso (vittima tale Pasquale) si è stimato che gli interessi equivalessero al 72% della somma prestata; in un altro caso a quasi il 50%.

E spesso (anche se il dato non è richiesto per la configurazione della fattispecie criminosa) è emerso l’assoluto stato di bisogno della vittima, assillata dalla necessità impellente di denaro, che si assoggetta all’intenzionale sfruttamento da parte del mutuante, e quando non riesce a pagare è disposta a trasferire la proprietà di beni immobili o mobili registrati o bestiame.

 Sul punto di particolare interesse è la conversazione ambientale nr 606 del 6 aprile 2011 (di cui è riportato uno stralcio):

HANOMAN:        I soldi mi deve dare, e deve stare zitto, se vuole e se non vuole!

DONNA:              Si ma qui andrete …;

HANOMAN:        Lui mi smonta tutto quanto;

DONNA:              Lui vi smonta tutto quanto, lui non ha nulla, non ha occhi per piangere;

PEPPINO:            Ma chi è questo?

DONNA:              Costantino;

PEPPINO:            Non ha soldi;

HANOMAN:        Ma si dice che si è venduto la casa?;

DONNA:              Si,ma se non…INC…cucinare ai figli …INC… con tutti/

PEPPINO:            A chi ne deve dare?

HANOMAN:        E’ indebitato con tutti

DONNA:              I figli vogliono mangiare

 Lo stato di assoluta indigenza emerge anche in relazione ad un altro soggetto, con nome di battesimo Michele, titolare di una macelleria, nella conversazione nr 351 del 23 febbraio 2011 (di cui si riporta uno stralcio)

PEPPINO:            E’ questo qua?-

HANOMAN:        Si.-

PEPPINO:            Ma è nella macelleria.-

HANOMAN:        Fuori, qua da mastro Mimmo è.-

PEPPINO:            Ah! Da mastro Mimmo …///…  …INC… figlio.-

HANOMAN:        No, no non parla, non parla , non parla perché ha visto che più di una volta l’ho guardato e mi taglia il cuore, lui lo sa, avete capito? Io in questo minuto se gli cerco la moglie me la da.-

PEPPINO:            Come?-

HANOMAN:        Se gli cerco la moglie me la da.-

PEPPINO:            Ah…ah… ah… …///… questo quà per adesso si trova…-

ed ancora nelle conversazioni nr 26 del 10 marzo 2011 delle ore 11.14,11 (intercorsa tra Hanoman Pasquale e Vincenzo, non meglio identificato, di cui viene riportato uno stralcio), nr 772 del 10 marzo 2011 delle ore 18.41,05 (intercorsa tra Hanoman Pasquale e Primerano Teresa, di cui viene riportato uno stralcio) e nr 649 del 7 aprile 2011 delle ore 16.40,27 (intercorsa tra Hanoman Pasquale e Albanese Mario) in cui il debitore viene identificato dalla polizia giudiziaria in un pastore, Albanese Mario

conversazione nr 26 del 10 marzo 2011 delle ore 11.14,11

VINCENZO:         …INC… per il fatto dei soldi .-

HANOMAN:        Si, si, si, si, si a me se non appena sistemiamo la situazione …INC… tremila euro già me li incomincio a scegliere da adesso dieci capre e dieci pecore a cento, a cento, a cento, a ottanta, a ottanta, …INC… Filippo …INC… caricare …INC… e li libero la sotto, ed incomincio a …INC…, poi …INC… tra quanto? E basta …INC… l’assegno …INC…, e poi i rimanenti gli dico: vieni qua metti la cifra, fallo per quanto cazzo vuoi …INC… assegno oggi stesso, …///… se non mi fa l’assegno io come giustifico la fattura? Questo è che il signor …INC… “HANOMAN come ve la giustifico io la fattura?”.-

conversazione nr 772 del 10 marzo 2011 delle ore 18.41,

PASQUALE:         Io me ne sto andando, che devo andare da Mario, che oggi gli animali non me li ha caricati e li devo prendere io.-

TERESA:               Uhm, non è che questa è una scusa alla fine, che devi andare da Mario ed invece vai da qualche altra parte-

PASQUALE:         Si.-

TERESA:               He.-

PASQUALE:         Ho un male alle mole, e sto schiattando, …INC… deve pagare la macchina …INC…-

TERESA:               Lo so, ma per che cazzo li vuoi gli animali a …INC…, che li vuoi gli animali, che a te ti servono i soldi.-

PASQUALE:         I soldi è un conto …INC… 1.500,00 Euro del camion.-

TERESA:               He!-

PASQUALE:         1.500 degli animali, lui soldi in questo minuto non ne ha, perché è bruciato totale, hai capito! Visto che lui ha, mi ero scelto dieci pecore io, con dieci agnelli belli, verso Pasqua, li prezzo a 100,00 Euro l’uno e sarebbero stati 1.000,00 Euro e, se Dio vuole li prendo solo di agnelli.-

TERESA:               Si, ho capito.-

conversazione nr 649 del 7 aprile 2011 delle ore 16.40,27:

HANOMAN:        Allora Mario, noi rimaniamo per la macchina, come abbiamo rimasto ed abbiamo chiuso tutto, posso proseguire per trovare i soldi da dare a qui cristiani, vedi che io vado e me li presto, Mario;–//

MARIO: Pasquale vi siete sentiti?;–//

HANOMAN:        Si, io a te devo sentire, io a lui considerando altre cose mi interessa quanto e non quanto, e come, perché …INC… io devo andarli a prestarmeli Mario;–// 

In svariati episodi di usura tuttavia è emerso comunque il coinvolgimento di Hanoman Pasquale, Merlino Gaetano, Panuccio Giuseppe: le intercettazioni captate hanno dimostrato che tutti hanno cooperato nella raccolta del denaro successivamente prestato.

Per Hanoman e Panuccio, peraltro, le conversazioni ambientali tra i medesimi intercorse costituiscono prova contra se e rappresentano di per sé la “prova” della commissione del reato da parte loro.

La completezza dei colloqui registrati e l’assoluta chiarezza e decifrabilità del linguaggio adoperato permette di ricostruire le vicende in modo incontrovertibile.

Non risponde a logica alcuna pensare che le frasi captate siano estrinsecazione di fantasia o millanteria.

 Si può anche ipotizzare che ci si vanti di aver aggredito verbalmente o fisicamente qualcuno per mostrare la propria prestanza fisica o la propria, asserita, superiorità “morale” o “sociale”, ma certamente più difficilmente si riesce a ipotizzare che qualcuno possa solo fregiarsi di approfittare dello stato di indigenza altrui e di prestare soldi “a strozzo”.

D’altra parte le conversazioni sono poi incentrate sulla determinazione di interessi, di somme da “avere”, su tempi dei pagamenti, sulla sussistenza di veri e propri documenti “contabili”: insomma contengono una pluralità di circostanze specifiche e dettagliate incompatibili con espressioni tipiche di spavalderia.

Così emerge in maniera adamantina che anche l’attività svolta di recupero del credito sia assolutamente illecita.

 Significativa ad esempio è la frase pronunciata da un tale Vincenzo, interlocutore di Hanoman Pasquale e mediatore usurario nei pagamenti del pastore Albanese Mario (conversazione ambientale n. 25 del 10.03.2011 delle ore 11.06,12) “non è che io telefono a te e mi arrestano, o a te ti arrestano, state attenti….” o quella di tale Nino, non meglio identificato, che sempre in relazione alla medesima vicenda, evidentemente egli stesso interessato alla riscossione del denaro, parlando con Hanoman Pasquale riferiva testualmente (conversazione ambientale nr 648 del 7 aprile 2011 delle ore 16.08,33)  “uhm….neanche lo chiamo, ha il telefono sotto controllo……..se ci vogliamo fare un giro, per me lo possiamo fare, però, non lo chiamo Pasquale, per telefono, non lo chiamo…non lo chiamo”.

Ma è anche Hanoman a mostrarsi prudente nello svolgere le varie operazioni di recupero crediti (cfr: stralcio della conversazione ambientale n. 606 del 6 aprile 2011 delle ore 08.18,17, registrata all’interno dell’autovettura Suzuki Vitara), allorchè esternava al sodale Panuccio Giuseppe le intenzioni di evitare di recarsi a Rizziconi, a causa dei pressanti controlli svolti in quel dato momento storico dalle Forze dell’Ordine probabilmente connessi alla presenza in quel centro abitato di qualche collaboratore di giustizia.

conversazione ambientale n. 606 del 6 aprile 2011 delle ore 08.18,17 tra Panuccio Giuseppe e Hanoman Pasquale:

HANOMAN:        A Rizziconi conviene non andarci Peppino, a Rizziconi;

PEPPINO:            Perché? A Rizziconi?

HANOMAN:        C’è troppo controllo;

PEPPINO:            Vai di la…;

HANOMAN:        Molto, molto, molto, moltissimo…

PEPPINO:            Cosa?;-

HANOMAN:        Ma molto, molto, molto, non solo al centro, ma in tutta Rizziconi;

PEPPINO:            E ti pare che…;-

HANOMAN:        Nel paese c’è chi sta “cantando” (riferendosi ad un possibile pentito), hai capito sta parlando…;

 Si tratta evidentemente di espressioni che non avrebbero senso alcuno se la “causa” della richiesta di restituzione del denaro fosse stata un regolare contratto di mutuo.

 Ed il termine usura (nel sinonimo “strozzo”) viene finanche utilizzato da parte degli autori del reato.

 In una circostanza (conversazione ambientale nr 609 del 6 aprile 2011 delle ore 09.07,21), è lo stesso Panuccio Giuseppe che, colloquiando con Hanoman Pasquale in merito ad un debito usurario (la vittima non è stata ancora compiutamente identificata) a fare luce sull’illiceità della causale dei crediti allorchè affermava “non guadagnasti di niente, e come mai dice che i parenti vogliono “lo strozzo”, che qua, che….”    

Ed il contenuto delle intercettazioni ambientali veicolari (lo si ribadisce assolutamente chiaro) risulta a maggiore ragione credibile anche laddove vi sono precise accuse in danno di terzi (per esempio Merlino), indicati solo come “concorrenti” nel reato a cui si afferma di aver direttamente preso parte.

Le suddette conversazioni sono semplicemente piuttosto il resoconto dell’attività della cosca in materia di prestiti usurari.

Si ritiene infine che il reato risulti anche aggravato dall’utilizzo di un metodo mafioso.

 Esemplificative al riguardo le espressioni (conversazione ambientale n. 609 del 6 aprile 2011 delle ore 09.07,21) utilizzate da Hanoman (Disse non …INC… lo so, lo so, che soldi non ne perdiamo, però perché …INC…, se va in  un altro posto, glieli danno, perché Raffaele ha case, ha terreni ha…, vedi lo chiami, e gli dici, la tua famiglia e qua, gli dici].

L’art. 7 del D.L. n. 152/91 richiede che i delitti punibili con pena diversa dall’ergastolo siano commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416-bis cod. pen., ovvero al fine di agevolare l’attività di associazioni di tipo mafioso.

Si tratta di due ipotesi distinte, quantunque logicamente connesse.

La prima ricorre quando l’agente o gli agenti, pur senza essere partecipi o concorrere in reati associativi, delinquono con metodo mafioso, ponendo in essere, cioè, una condotta idonea ad esercitare una particolare coartazione psicologica – non necessariamente su di una o più persone determinate, ma, all’occorrenza, anche su un numero indeterminato di persone, conculcate nella loro libertà e tranquillità – con i caratteri propri dell’intimidazione derivante dall’organizzazione criminale della specie considerata.

 In tal caso non è necessario che l’associazione mafiosa, costituente il logico presupposto della più grave condotta dell’agente, sia in concreto precisamente delineata come entità ontologicamente presente nella realtà fenomenica

 Essa può essere anche semplicemente presumibile, nel senso che la condotta stessa, per le modalità che la distinguono, sia già di per sé tale da evocare nel soggetto passivo l’esistenza di consorterie e sodalizi amplificatori della valenza criminale del reato commesso.

Ne consegue che la sussistenza della circostanza aggravante dell’utilizzazione del “metodo mafioso” non implica, pertanto, che sia stata dimostrata l’esistenza di un’associazione di tipo mafioso .

In altre parole: l’associazione mafiosa non deve esistere necessariamente e, comunque, il P.M. non ne deve provare l’esistenza, basta si provi la consapevolezza – indotta nella persona offesa – che l’autore del reato appartiene o comunque è spalleggiato da un’organizzazione criminale.

I modi attraverso i quali questa induzione viene determinata possono essere diversi: spesso l’autore del reato ricorre a simbolismi, altre volte bastano riferimenti tanto subdoli quanto efficaci.

In genere il ricorso alla minaccia esplicita e ancora di più il ricorso alla violenza, sono inversamente proporzionali alla fama criminale del gruppo cui l’autore del reato è appartenente o è collegato e alla consapevolezza sociale dell’egemonia territoriale della criminalità organizzata .

In un territorio in cui è forte la consapevolezza sociale dell’egemonia mafiosa, il ricorso alla minaccia esplicita è del tutto eccezionale perché è sufficiente un riferimento sporadico e veloce alla delinquenza organizzata per innescare l’eccezionale carica intimidatoria di cui la criminalità organizzata dispone.

La seconda delle due ipotesi previste dal citato art. 7, postulando che il reato sia commesso al fine specifico di agevolare l’attività di un’associazione di tipo mafioso, implica invece necessariamente l’esistenza reale e non più semplicemente supposta di questa, essendo impensabile un aggravamento di pena per il favoreggiamento di un’entità solo immaginaria.

 Ne discende, come insopprimibile conseguenza di questa seconda ipotesi, che nella fase del giudizio il giudice, per la configurabilità dell’aggravante, deve dimostrare anche l’esistenza dell’associazione agevolata, mentre, nella fase delle indagini preliminari, ai fini dell’eventuale applicazione di misure cautelari, è sufficiente la prova dell’elevata probabilità dell’esistenza dell’associazione suddetta .

Da quanto detto ne deriva che la circostanza aggravante di cui trattasi qualifica l’uso del metodo mafioso, fondato sull’esistenza in una data zona di associazioni mafiose, anche in riguardo alla condotta di un soggetto non appartenente a dette associazioni  con l’ulteriore ovvia conseguenza che l’aggravante stessa è configurabile anche nei confronti di persona che non sia stata mai né condannata né accusata di appartenenza ad associazione mafiosa, giacché essa può applicarsi anche a colui che, estraneo al sodalizio criminoso, nello spendere il norme di un associato, si avvalga della forza intimidatrice dell’associazione mafiosa medesima per realizzare un fine proprio, ancorché estraneo all’associazione. (Fattispecie relativa a minaccia aggravata proveniente da sorella di un affiliato ad associazione di tipo mafioso) .

L’aggravante di avere commesso il delitto per agevolare l’attività di associazione di stampo mafioso non richiede, invece, che il fine particolare perseguito debba essere in qualche modo realizzato .

Ne consegue che la circostanza aggravante di cui all’art. 7 del D.L. 13 maggio 1991 n. 152, è applicabile anche al reato tentato, non ostandovi alcuna ragione testuale né sistematica .

Ai fini della configurabilità, nella condotta criminosa, della circostanza aggravante prevista dall’art. 7 D.L. 13 maggio 1991 n. 152, convertito in legge 12 luglio 1991 n. 203 (aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416-bis cod. pen. ovvero al fine di agevolare l’attività delle associazioni previste dallo stesso articolo), non basta, invece, il mero collegamento dei soggetti accusati con contesti di criminalità organizzata o la loro “caratura mafiosa”, occorrendo, invece, l’effettivo utilizzo del metodo mafioso nell’occasione delittuosa .

E’ evidente, poi, che i caratteri mafiosi del metodo utilizzato per commettere un delitto non possono essere desunti dalla mera reazione delle vittime alla condotta tenuta dall’imputato, ma devono concretizzarsi in un comportamento oggettivamente idoneo ad esercitare una particolare coartazione psicologica sulle persone, con i caratteri propri dell’intimidazione derivante dall’organizzazione criminale evocata.

L’aggravante cosiddetta del “metodo” o della “agevolazione” mafiosi ricorre altresì se la condotta in cui essa si concreta sia stata esercitata da un solo soggetto, non essendo necessario che essa sia tenuta da una pluralità di persone, ma bastando che il soggetto passivo percepisca che la minaccia e l’intimidazione provengano da più persone, in quanto tale circostanza esercita, di per se stessa, maggiore effetto intimidatorio .

Si è, infine precisato al riguardo che affinché la circostanza aggravante ex art. 7 D.L. n. 152 del 1991 possa ritenersi configurata non è sufficiente la prova che l’agente abbia conseguito, al pari dei vertici mafiosi che hanno offerto protezione, un tornaconto anche economico della propria attività delittuosa, bensì la dimostrazione che tali vantaggi sono stati pariteticamente concordati e non rappresentano semplicemente la risultanza di uno degli effetti comunque ricollegabili alla condotta sopraffattrice della associazione .

La circostanza aggravante di cui all’art. 7 D.L. 13 maggio 1991 ha poi natura oggettiva, riguardando una modalità dell’azione rivolta ad agevolare un’associazione di tipo mafioso, e si trasmette a tutti i concorrenti nel reato, ivi compreso il soggetto affiliato all’organizzazione criminale, che risulti essere stato favorito dalla condotta agevolatrice .

La S.C.  ha ritenuto che sussiste piena compatibilità dell’aggravante del metodo mafioso (art. 7 del D.L.n. 152 del 1991) con il delitto di usura, in quanto la rappresentazione di potere del gruppo, quale strumento dell’azione associativa per l’acquisizione della gestione di attività economiche comportante una condizione di assoggettamento e di omertà nella quale si sostanzia il metodo mafioso può ben sussistere nella fase della stipula dell’accordo usurario come condizionante l’accordo stesso nella prospettiva del futuro adempimento, ponendo la vittima in condizione di soggezione ulteriore rispetto a quella nascente dalla sua condizione di precarietà economica.

E’ poi, evidente, sulla base dei principi sopra più volte enunciati che in tema di usura, ai fini della configurabilità della circostanza aggravante prevista dall’art. 7 del D.L. 13 maggio 1991, pur non essendo necessario che l’agente appartenga ad una associazione mafiosa, occorre rendere espliciti e definiti i concreti tratti esteriori del comportamento criminoso che ne connotano l’ascrizione alla metodologia mafiosa .

Così, a titolo di esempio, in tema di usura, la circostanza aggravante del metodo mafioso, è stata ritenuta configurabile nel caso in cui l’indagato ha come tecnica di intimidazione il riferimento alla provenienza dei capitali da persone legate alla criminalità organizzata  o, ancora, nel caso in cui l’attività criminosa ha ricevuto ausilio dal collegamento della persona indagata, per il tramite del coniuge, con un temibile clan camorristico imperversante nella zona .

Le conversazioni intercettate dimostrano l’assunto accusatorio che l’usura è affare della consorteria criminosa su cui si indaga.

All’inizio del colloquio, (ambientale del 31 marzo 2011 delle ore 09.20 n. 418), intercorsa tra Panuccio e Hanaman Pasquale,  il capo ‘ndrina domanda all’altro sodale cosa abbia disposto Gaetano (identificato dalla polizia giudiziaria in Gaetano Merlino, capo crimine) in relazione alla consegna di somme di denaro riconducibili ad attività di usura.

Hanoman si limita solo a dire “loro prima di Pasqua vogliono chiudere tutto il capitale…..altrimenti li vogliono da me”

Ma l’affermazione non si presta a interpretazioni multiple e pertanto alternative: è evidente che Merlino Gaetano e gli altri sodali abbiano espresso la volontà di recuperare interamente la somma capitale mutuata ad usura entro il periodo pasquale, mentre sono disponibili ad attendere la corresponsione degli interessi dalla o dalle vittime, permettendo loro una dilazione nel pagamento.

La mediazione usuraria emerge con tutta evidenza quando Hanoman esclama “altrimenti li vogliono da me!”

L’incontro tra i due poi si conclude quando Pasquale Hanoman riferisce al capo ‘ndrina di avere detto a “Peppino”, non meglio identificato,  che presso un immobile di  proprietà del Panuccio aveva trovato rifugio un “fuggiasco” (chiaramente il termine indica un soggetto allo stato latitante) che aveva nascosto dei quaderni (probabilmente corrispondenti ai libri contabili della società).

La conversazione dimostra appunto che la cosca Maio ha finanche una sua contabilità in materia di esborsi e guadagni legati all’attività di usura.

–             R.I.T.: Nr. 539/11  emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.

–             Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Suzuki Vitara targata BL382ZF;

–             Nr. progressivo: 418

–             Data e ora: 31.03.2011, ore 09:20,10

–             Interlocutori:

1) HANOMAN Pasquale;

2) PANUCCIO Giuseppe.

                                                       TRASCRIZIONE

PEPPINO:            Cosa dice Gaetano?-

HANOMAN:        Allora, noi l’altro ieri sera, ieri sera.-

PEPPINO:            Uhm.-

HANOMAN:        Noi siamo andati e gli abbiamo portato diecimila euro, cinque mila dei suoi e cinque li ho messi io .-

PEPPINO:            Si.-

HANOMAN:        Va bene?-

PEPPINO:            Si, si .-

HANOMAN:        Loro, prima di Pasqua vogliono chiudere tutto il capitale .-

PEPPINO:            Si,si,si .-

HANOMAN:        Altrimenti li vogliono da me!-

PEPPINO:            Si.-

HANOMAN:        Ecco, là c’era Peppino,  ha parlato Peppino con quei giovanotti.-

PEPPINO:            Si,si, si, tutti, che c’ero io, che c’ero io.-

HANOMAN:        Se dicono: “ Peppino chi sono questi giovanotti”?-

PEPPINO:            Io gli dico di non conoscerli .-

HANOMAN:        Questi giovanotti….-

PEPPINO:            Sono giovanotti ma io non li conosco.-

HANOMAN:        Loro a voi dicono di conoscervi.-

PEPPINO:            Loro mi conoscevano, ma io no.-

HANOMAN:        …INC… non li conosce, ora vediamo di chiuderla questa storia .-

PEPPINO:            …INC… io non conoscevo a nessuno dei tre, …INC…-

HANOMAN:        Esatto .-

PEPPINO:            Probabilmente conoscevo qualcuno di vista ma….-

HANOMAN:        Esatto.-

PEPPINO:            Qualcuno di vista mi sembrava di conoscerlo magari non ci conosciamo per niente , loro mi conoscevano, mah, comunque cosa dobbiamo fare la vecchiaia è brutta, non ci ricordiamo più  niente.- 

HANOMAN:        Perché io gli ho dato pure un foglio che mi ha dato suo  figlio Emilio…  ed io gliel’ho dato a lui .-

PEPPINO:            Si, …INC…-

HANOMAN:        No.-

PEPPINO:            Eh…glielo dovevi fare.-

HANOMAN:        Peppino, lui mi ha detto di stare tranquillo.-

PEPPINO:            …INC…-

HANOMAN:        …INC… se litighiamo, ad un certo punto…. –

PEPPINO:            …INC… un secondo ha parlato pure te…INC…-

HANOMAN:        A che gli serve la vita?-

PEPPINO:            (Bestemmia) …INC… brutti.-

HANOMAN:        Allora io gli ho detto che avevo chiesto a voi diecimila euro e voi mi avete detto che in questo momento non ve li trovate.-

PEPPINO:            Non me li trova davvero .-

HANOMAN:        Era una bugia, gliel’ho detto io a loro, e mi ha detto Peppino: “ se ti servono due tremila euro te li trovo” mi avete detto voi.- 

PEPPINO:            Si, si,si –

HANOMAN:        …INC… no Peppino, e quando gli ho detto questa parola a  Peppino, Peppino mi ha domandato qualcosa, e da li gli ho raccontato il vostro fatto.-

PEPPINO:            Eh.-

HANOMAN:        Che è venuto un fuggiasco li per nascondere i quaderni .-

PEPPINO:            Si, si, si .-

Ad ulteriore dimostrazione del fatto che la cosca ha una sua contabilità anche relativa alle uscite e soprattutto alle entrate inerenti all’attività di usura praticata nei confronti di imprenditori e liberi professionisti del luogo, in un’ulteriore conversazione di qualche giorno dopo (conversazione ambientale nr 561 del 4 aprile 2011 delle ore 17.52.18) sempre intercorsa tra Hanoman Pasquale e Panuccio Giuseppe, i due sodali discutono tra loro su chi debba tenere la “carta”.

Che tale documento afferisca in realtà ad annotazioni relative a prestiti usurari praticati dal gruppo criminale emerge incontestabilmente laddove i due, nel decidere chi tra loro è più “adeguato” alla conservazione, scelgono in realtà la persona meno “sospettabile” e pertanto il bersaglio più improbabile di eventuali perquisizioni da parte delle Forze dell’Ordine, ovvero Panuccio Giuseppe, che è soggetto incensurato.

Se si fosse trattato realmente di un documento “innocente” e quindi lecito e non avesse invece costituito la “prova” di un’attività illecita, non avrebbe avuto senso adottare particolari cautele [“Io sono un pò più sospetto …///… e adesso glielo dico, facciamo la carta scritta e la tiene compare Peppino, ne per me ne per voi”]..

–             R.I.T.: Nr. 539/11  emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.

–             Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Suzuki Vitara targata BL382ZF;

–             Nr. progressivo: 561

–             Data e ora: 04.04.2011, ore 17:52,18

–             Interlocutori:

1) HANOMAN Pasquale;

2) PANUCCIO Giuseppe.

                                                                 TRASCRIZIONE

PASQUALE:         Mi sono preso di caldo.-

PEPPINO:            Ah?-

PASQUALE:         Mi sono preso di caldo.-

PEPPINO:            Eh…-

PASQUALE:         Intanto se non ci mettiamo e puliamo sempre …INC…-

PEPPINO:            Ah… certo! Certamente, piano, piano, piano  …INC…, guarda, guarda come sono …INC…, veniva questo dietro e si mettevano qua, eh…. e parlavano.- 

PASQUALE:         Vedete che lui cerca di sapere chi sono questi e chi non sono.-

PEPPINO:            No,no,no io non li conosco.-

PASQUALE:         Lui a voi vi conosce .-

PEPPINO:            Loro  a me non mi conoscono ed io non voglio conoscerli …///… chi sono e  chi non sono, che vi interessa chi sono, è il caso di interessarvi per sapere chi sono e chi non sono? –

PASQUALE:         Quando io …INC… stamattina pure che vi dico …INC…-

PEPPINO:            Non vogliono …INC…-

PASQUALE:         Prima cosa che non vogliono avere a che fare con nessuno …-

PEPPINO:            …INC… e se lo sa la legge (forze di Polizia)  …INC…-

PASQUALE:         Ma è la realtà che non vogliono …INC… –

PEPPINO:            Si, si è vero che lui …INC…, te lo dico io , con …INC…, ma se lo viene a sapere la legge…. …INC… qualcuno, non appena lo sanno …, eh, lui …INC… –

PASQUALE:         Adesso facciamo … adesso prendiamo un pezzettino di carta nel caso …INC… –

PEPPINO:            Eh, …INC…-

PASQUALE:         E la carta ve la do a voi

PEPPINO:            No, tienila tu.-

PASQUALE:         Tenetela voi .-

PEPPINO:            Tienila tu chissà la perdo.-

PASQUALE:         …INC…dove la nascondete voi è più sicuro Peppino.-

PEPPINO:            Si,si.-

PASQUALE:         Avete capito?-

PEPPINO:            …INC… perquisizioni la butta la …INC… la …INC… terra  a dove viene viene.-

PASQUALE:         Ma pure li, in mezzo alle…INC…-

PEPPINO:            …INC…-

PASQUALE:         Io sono un po’ più sospetto …///… e adesso glielo dico, facciamo la carta scritta e la tiene compare Peppino, ne per me ne per voi.–

Riassumendo la lettura complessiva dei colloqui intercettati (per lo più intercorrenti tra Hanoman Pasquale e Panuccio Giuseppe) dimostra:

a)           l’interesse dell’intero clan Maio all’esecuzione di operazioni usurarie, con partecipazioni “pro capite” di ciascun sodale nel singolo illecito investimento di prestito di denaro ad interessi usurari;

b)           l’esistenza di libri contabili, ovvero di documenti ufficiali e nella disponibilità di tutti gli associati, su cui vengono annotati i singoli prestiti in relazione al soggetto debitore con indicazione degli interessi convenuti e delle somme di volta in volta restituite dalla vittima;

c)            l’assoluta inequivocità dei dialoghi intercettati: spessissimo non ci troviamo di fronte ad un linguaggio criptico ma esplicito, chiaro e decifrabile, atteso il puntuale riferimento al nominativo del debitore,  al capitale allo stesso fornito, all’ammontare degli interessi convenuti e maturati a fronte del prestito;

d)           il ruolo di “esattore” demandato ad Hanoman Pasquale

1) USURA ai danni di un soggetto non meglio identificato da parte di HANOMAN Pasquale, MERLINO Gaetano e PANUCCIO Giuseppe con un prestito di denaro di 50.000,00 euro ed interessi quantificati in euro 40.000,00.

In un caso risulta provata la compartecipazione di Hanoman Pasquale, Panuccio Giuseppe e Merlino Gaetano in un fatto di usura ai danni di un soggetto, ancora da identificare compiutamente, cui è stata prestata una somma complessiva di euro 50.000,00 e con il quale è stata pattuita la restituzione di una somma pari quasi al doppio del mutuo operato.

Proprio dal tenore dei dialoghi (intercorsi tra Panuccio ed Hanoman nel veicolo Suzuki Vitara, targato BL382ZF, nella disponibilità di quest’ultimo), si comprende esplicitamente l’entità della somma mutuata e degli interessi sulla stessa maturati.

 Il colloquio da ultimo menzionato (nr. 561 del 4 aprile 2011) proseguiva infatti nell’intercettazione ambientale nr 562 del 4 aprile 2011 delle ore 18.17.29

Durante quella conversazione, Hanoman Pasquale riferiva a Panuccio Gaetano di essersi recato a casa di Gaetano (identificato dalla polizia giudiziaria in Merlino Gaetano) proprio per parlare dei proventi dell’usura.

Si evince peraltro che, quel giorno, Hanoman non era riuscito ad incontrare Gaetano e che aveva quindi parlato con il figlio (in mancanza di ulteriori indicazioni e atteso che l’uomo ha più figli maschi, non si è in grado di dare un nome ed un volto a questo soggetto), cui aveva anche lasciato il denaro, facendosi firmare un documento quale ricevuta.

 Di questa circostanza ultima però, evidentemente, Gaetano non era stato informato, sicchè successivamente aveva contestato ad Hanoman di non avergli portato tutto il denaro pattuito.

Alle rimostranze dell’uomo, Hanoman gli aveva però esibito la ricevuta controfirmata dal figlio e Merlino, solo allora, riconosciutane la grafia, si era scusato con lui per aver dubitato della sua correttezza ed onestà [“Quando poi lui ha visto il biglietto si è reso conto, “allora qua compare Pasquale si è comportato …”].

I termini contabili utilizzati dagli interlocutori, anche in questo caso non lasciano margine di interpretazione alcuno circa la natura illecita dell’attività finanziaria. […INC… per non pagare tutti gli interessi, ma sapete quando lui si è fatto convinto? Quando io gli ho mostrato il biglietto di trenta più sei, trentasei, più dieci che suo figlio sapeva quarantasei e più quattro che glieli ho dati io e sono cinquanta, “allora qua il fatto è vero”,erano novanta, i quaranta …INC…, “allora qua …INC…”, avete capito?]

Dai calcoli che Hanoman Pasquale ha fatto con Panuccio si comprende abbastanza agevolmente che in quel caso specifico il prestito elargito nelle mani del soggetto usurato era stato di 50.000,00 euro.

Il tenore assolutamente esplicito della conversazione  peraltro ha permesso anche di accertare il nominativo dei soggetti risultati “finanziatori” dell’illecita operazione.

La somma era stata infatti finanziata in gran parte da Merlino Gaetano (30.000,00 + 6.000,00 per un totale di euro 36.000,00); in parte dal figlio che aveva versato la quota di 10.000,00 euro; e da ultimo dallo stesso Hanoman che aveva contribuito con la minor somma di euro 4.000,00. 

Si evince altresì che la somma che la persona sotto usura avrebbe dovuto restituire alla scadenza convenuta ammontava a 90.000,00 euro (di cui, evidentemente 40.000,00 costituivano interessi)

 Si ricava finanche che l’equivoco (risolto tuttavia poco dopo) con Merlino Gaetano aveva riguardato proprio l’entità del guadagno, da parte di quest’ultimo, conseguente all’operazione di usura praticata.   

In questa operazione risultava peraltro coinvolto anche Panuccio Giuseppe che ribattendo al suo interlocutore Hanoman Pasquale proferiva testualmente: “E gli ho detto io lui ha …INC…, chi l’ha …INC…, ancora io avanzo …INC…”.

–             R.I.T.: Nr. 539/11  emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.

–             Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Suzuki Vitara targata BL382ZF;

–             Nr. progressivo: 562

–             Data e ora: 04.04.2011, ore 18:17,29

–             Interlocutori:

1) HANOMAN Pasquale;

2) PANUCCIO Giuseppe.

PASQUALE:         Gli ho detto io ringraziando a Dio …-

PEPPINO:            Si.-

PASQUALE:         Che Dio non …INC…-

PEPPINO:            Si, si,…///… no,no ha detto: “ …INC… la parola, dunque, devi rispettare a …INC…” , e come …INC… gli ho detto io Gaetano.-

PASQUALE:         Ma lui .-

PEPPINO:            …INC…-

PASQUALE:         Ciao Matteo .-

PEPPINO:            Se …INC…, “…INC… annulla tutti gli interesse …INC…”, cazzo gli ho detto io se è …INC… e …INC…-

PASQUALE:         Lui all’inizio non ci credeva, poi, quando gli ho portato il biglietto…///… lo ha sentito?-

PEPPINO:            Si.-

PASQUALE:         Si è aggiornato, si è informato ed ha visto la calligrafia è di suo figlio, “allora qua questi soldi mio figlio li ha presi davvero.-

PEPPINO:            Ah… …INC…-

PASQUALE:         All’inizio no.-

PEPPINO:            Io pensavo …INC… queste cose.-

PASQUALE:         Quello sapete? Quello sapete …. Sia nel parlare …INC…, ma sapete.-

PEPPINO:            …INC… pagato .-

PASQUALE:         …INC… per non pagare tutti gli interessi, ma sapete quando lui si è fatto convinto? Quando io gli mostrato il biglietto di trenta più sei, trentasei, più dieci che suo figlio sapeva quarantasei, e più quattro che glieli ho dati io e sono cinquanta, “allora qua il fatto è vero”, erano novanta, i quaranta …INC…, “allora qua …INC…”, avete capito?-

PEPPINO:            Si.-

PASQUALE:         Perché lui per due tre volte ha detto: “ma siete sicuri …INC… ma siete sicuri che sono questi? Non è che sono di meno,…INC… –

PEPPINO:            Si, si .-

PASQUALE:         Vi ricordate?-

PEPPINO:            Si.-

PASQUALE:         Quando poi lui ha visto il biglietto si è reso conto, “allora qua compare Pasquale si è comportato …”.- 

PEPPINO:            Si, si .-

PASQUALE:         Peppino….-

PEPPINO:            E gli ho detto io lui ha …INC…, chi l’ha …INC…, ancora io avanzo …INC… –

PASQUALE:         Ve ne andate  a piedi Peppino?-

PEPPINO:            …INC…-

PASQUALE:         Io adesso vado ad aiutare a mio fratello Marto (Martino) qua …INC… qualche controllo …INC…-

In conclusione, può dirsi provato un fatto delittuoso sussumibile nell’alveo della fattispecie criminosa dell’usura (riconducibile ad Hanoman Pasquale, Panuccio Giuseppe e Merlino Gaetano) atteso che la vittima si è trovata esposta a pretese debitorie quantificabili in euro 90.000,00 a fronte di un prestito di 50.000,00, con una determinazione di interessi da rifondere equivalenti a circa il 50% del capitale. 

L’ascrivibilità del fatto ai tre indagati si trae dalla mera lettura della conversazione intercettata e su riportata.

2) USURA da parte di Hanoman Pasquale, Panuccio Giuseppe e Merlino Gaetano di soggetto non compiutamente identificato (ed indicato solo con il nome di battesimo Pasquale) con prestito iniziale di euro 50.000,00 e interessi maturati pari ad euro 36.000,00

Per le posizioni di Panuccio Giuseppe, Merlino Gaetano e Hanoman Pasquale è risultata provata anche la commissione di un fatto di usura ai danni di un soggetto, allo stato non identificato, costretto a restituire, a fronte di un prestito pari a 50.000,00 euro, la somma complessiva di euro 86.000,00.

  In data 6 aprile 2011, infatti, veniva registrata un’altra conversazione intercorsa tra Panuccio Giuseppe e Hanoman Pasquale (nr 609 delle ore 09.07.21) da cui si desumeva chiaramente come fossero i vertici della cosca a statuire su quote, modalità ed interessi usurari.

Ciò che emerge è che, in quella circostanza, il capitale prestato alla vittima ammontava ad euro 50.000,00 (Hanoman Pasquale: “però siamo ancora a venticinque gli dissi, gli altri venticinque ora tu mi stai dicendo che giorno dieci, quindici, arriviamo a trentacinque, io ho….”) e che le difficoltà finanziarie del soggetto sottoposto ad usura, che non riusciva a far fronte al debito, stavano creando qualche tensione all’interno della cosca tra i finanziatori del credito medesimo,  timorosi di non rientrare in possesso delle somme versate e non riuscire a conseguire i guadagni sperati grazie all’illecita operazione negoziale [Hanoman Pasquale: Prima di Pasqua vuole pagato …INC… mila euro, ed io glieli do………..)

Hanoman Pasquale faceva infatti riferimento al fatto che uno dei finanziatori di quel prestito usurario, prima di Pasqua, pretendeva la restituzione della somma che aveva versato.

Si evince ancora che all’elargizione del prestito a tasso usurario abbiano contribuito Hanoman Pasquale con la somma di euro 8.000,00, un tale di nome Mimmo e lo stesso Panuccio (nel prosieguo si comprende però che anche Merlino Gaetano ha corrisposto una quota rilevante) […. sono ottomila euro i miei …INC…mi disse (trasmissione disturbata), anzi se tu ci hai perso, mi disse, ti metto come socio anche a te. Mimmo mi disse sono ottomila e quattro, ottomila li prendi tu e quattro io, può darsi pure che Panuccio gli dissi io, …INC… così, così e così, parliamone.]

Hanoman peraltro rassicurava il sodale Panuccio che l’operazione negoziale di mutuo avrebbe comunque avuto un successo perché, anche ove la vittima non fosse riuscita a rifondere il debito, i creditori avrebbero potuto rilevare immobili vari di sua proprietà (Hanoman Pasquale: “Disse non …INC… lo so, lo so, che soldi non ne perdiamo, però perché …INC…, se va in  un altro posto, glieli danno, perché Raffaele ha case, ha terreni ha…, vedi lo chiami, e gli dici, la tua famiglia e qua, gli dici”].

Nel seguito della discussione, Hanoman rivelava anche il nominativo della persona sottoposta ad usura (il cui nome di battesimo Pasquale) e riferiva a Panuccio che lo stesso si era impegnato a rifondere almeno una parte del capitale quantificata in 45.000,00 euro entro il periodo di Pasqua, cosa che tuttavia, alla data del colloquio ancora non si era realizzata.

Il mancato ottenimento dei soldi prestati aveva per l’appunto costituito motivo di tensione con altri soggetti della cosca, ed in particolare con l’indagato Merlino Gaetano il quale –  essendo evidentemente uno dei maggiori contribuenti al prestito usurario –  aveva chiesto la restituzione della quota a lui spettante direttamente al sodale Hanoman Pasquale: [Vennero a trovarmi e mi dissero che io …INC… che feci “scarti di fuoco” io, che a Gaetano Merlino… perché gli rispondi, ché qua, che la…]; [Pero sono venuti a trovare me, che loro prima di Pasqua vogliono i soldi] “Che avranno altro, avranno altri “cazzi” da fare e se non vanno da un’altra parte e perdono gli interessi].

Ogni possibile dubbio interpretativo viene poi chiarito da Hanoman Pasquale nella parte centrale del discorso.

 L’uomo, infatti, a quel punto, descriveva dettagliatamente all’anziano sodale (che non riusciva neppure  bene a seguirlo nel conteggio) tutte le rate relative agli interessi che la vittima avrebbe dovuto versare alla cosca.

Tale dato, raccordato con la prima parte del discorso, consente di quantificare così il prestito ed i relativi interessi, secondo il conteggio fatto dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Gioia Tauro

Euro 50.000        Il “Capitale”, riconducibile probabilmente a due distinti prestiti ricevuti dalla vittima di Euro 25000 ciascuno.

Euro 25.000        La somma già restituita dalla vittima (1° prestito)

Euro 25.000        La somma che la vittima dovrà ancora versare per arrivare alla restituzione dell’intero “Capitale” (1° prestito + 2° prestito)

Euro 10.000        La ulteriore somma che la vittima si è impegnata a restituire entro il 10/15 del mese di Aprile.

Euro 45.000        La somma che la vittima si è impegnata a restituire entro il giorno di Pasqua.

Euro 36.000        Gli “Interessi”, così maturati:

1° prestito:

6000 Euro  Interessi maturati alla scadenza del 28.12.2010;

6000 Euro  Ulteriori Interessi maturati alla scadenza del 28.01.2011;

2000 Euro  Ulteriori interessi maturati alla scadenza del  10.02.2011;

2000 Euro  Ulteriori interessi maturati alla scadenza del  10.03.2011;

2000 Euro  Ulteriori interessi che matureranno alla scad. del  10.04.2011.

Tot. 18000 Euro, con tasso pari al 72% della somma prestata.

2° prestito:

6000 Euro  Interessi maturati alla scadenza del 28.12.2010;

6000 Euro  Ulteriori Interessi maturati alla scadenza del 28.01.2011;

2000 Euro  Ulteriori interessi maturati alla scadenza del  10.02.2011;

2000 Euro  Ulteriori interessi maturati alla scadenza del  10.03.2011;

2000 Euro  Ulteriori interessi che matureranno alla scad. del  10.04.2011.

Tot. 18000 Euro con tasso pari al 72% della somma prestata.

Alla fine del colloquio Hanoman riferiva infine  a Panuccio circa i suoi propositi di far firmare alla vittima dell’usura la documentazione relativa alla cessione in suo favore di una casa, evidentemente quale garanzia del prestito usurario. [Eh…, una volta che ho la firma sulle carte, (voci sovrapposte) mi manca solo la sua, e pure che rischio duemila e cinquecento euro, almeno ho le carte della casa].

Conversazione nr 609 del 6 aprile 2011 delle ore 09.07,21 intercorsa tra Panuccio Giuseppe e Hanoman Pasquale

HANOMAN:        Cinque …INC… e gli dissi io;–//

PEPPINO:            E come mi disse che erano di…;–/

HANOMAN:        Pero ancora siamo a venticinque gli dissi, gli altri venticinque, ora tu mi sta dicendo che giorno dieci, quindici, arriviamo a trentacinque, io ho;–//

…INC.. (tratto incomprensibile trasmissione disturbata)

dalle ore 09.07.37 alle ore 09.07.45

HANOMAN:        Prima di pasqua vuole pagato …INC… mila euro, ed io glieli do, sono ottomila euro i miei …INC…mi disse (trasmissione disturbata), anzi se tu ci hai perso, mi disse, ti metto come socio anche a te. Mimmo di disse sono ottomila e quattro, ottomila li prendi tu e quattro io, può darsi pure che Panuccio gli dissi io, …INC… così, così e così, parliamone;–/

PEPPINO:            Eh;–//

HANOMAN:        Disse non …INC… lo so, lo so, che soldi non ne perdiamo, però perché …INC…, se va in  un altro posto, glieli danno, perché Raffaele a case, ha terreni ha…, vedi lo chiami, e gli dici, la tua famiglia e qua, gli dici;-

PEPPINO:            e sai che fai, domani prima di mezzogiorno …INC…;–

HANOMAN:        …INC… che vennero in due–

PEPPINO:            No, non mi ricordo in verità, ecco;–

HANOMAN:        Uno compare Peppino …INC… che disse che prima di Pasqua mi avrebbe dato quarantacinquemila euro;–

PEPPINO:            …INC…–

HANOMAN:        Esatto;-

PEPPINO:            Mannaggia la (imprecazione);

HANOMAN:        E poi …INC… (voci sovrapposte);

PEPPINO:            …INC… se li mangia;–/

HANOMAN:        Pasquale gli dissi non fate niente, …INC… Pasquale , …INC… il capitale eh…,una parte …INC… cinque, seimila euro, uh …INC… pure a Pasquale gli fa un assegno, quindici, venti giorni, un mese glielo faccio fare Pasquale, cosi ho trovato la scusa …INC… lo hanno visto a Taurianova;

…INC.. (tratto incomprensibile trasmissione disturbata)

dalle ore 09.09.55 alle ore 09.10.13

HANOMAN:        Poi Pasquale non è venuto, Pasquale senz’altro Vincenzo non sa niente, o si vergognava di venirmelo a dire, sono venuti a trovare me avanti ieri, …INC…, vennero a trovare me;-

PEPPINO:            …INC… poi domani …INC…;–

HANOMAN:        Vennero a trovarmi e mi dissero che io …INC… che feci “scarti di fuoco” io, che a Gaetano Merlino perché gli rispondi, ché qua, che la…;

PEPPINO:            Si, si;–//

HANOMAN:        Pero sono venuti a trovare me, che loro prima di pasqua vogliono i soldi;

PEPPINO:            Che avranno altro, avranno altri “cazzi” da fare e se non vanno da un’altra parte e perdono gli interessi;

HANOMAN:        Esatto;-

               …///…

HANOMAN:        Quello dice o…INC…ieri sera, si pizzica chi te li deve dare, pure che ti da qualche altra cosa dice,

PEPPINO:            …INC…  tutti interessi, Gaetano;–//

HANOMAN:        Sono quaranta mila euro di, di interessi;

PEPPINO:            Venti;

HANOMAN:        Venti;

               …///…

HANOMAN:        Venti e venti, Peppino, giorno ventotto febbraio aspettate;–//

PEPPINO:            Tu dicesti che erano circa settanta?;–//

HANOMAN:        Aspetta,  Eh…, si eh…;–//

PEPPINO:            Poi c’è il capitale …INC…;–//

HANOMAN:        Poi bisogna …INC… quello non venne, poi gli sono scaduti seimila giorno ventotto, e seimila l’altro giorno ventotto;–//

PEPPINO:            Eh…–//

HANOMAN:        E sono dodici e dieci, e duemila giorno dieci, e sono quattordici, e duemila altro dieci marzo, e sono quattordici, sedici, e sedici sono trentadue e dieci gli scadono giorno dieci di ora, trentasei, sono trentaseimila euro che questo ci deve dare;–//

PEPPINO:            A tuo zio quanto ci hai guadagnato, lui mi disse qualcosa;–//

HANOMAN:        Chi mio zio Michele?–//

PEPPINO:            Si;–//

HANOMAN:        I miei li ho presi tutti;–//

PEPPINO:            Ah?–//

HANOMAN:        I miei li ho presi tutti;–//

PEPPINO:            Dico quanto..;–//

HANOMAN:        Quanto ho guadagnato io, dei miei?–//

PEPPINO:            Di tuo zio;–//

HANOMAN:        Di niente;–//

PEPPINO:            Non guadagnasti di niente;–//

HANOMAN:        No;–//

PEPPINO:            Non guadagnasti di niente, e come mai dice che i parenti vogliono “lo Strozzo” che qua, che…;–//

HANOMAN:        Ma che lo possano uccidere;–//

PEPPINO:            Il “coso lordo” è tuo cognato?–//

HANOMAN:        Mio cognato, i miei li ho sempre dati,…INC…, si, a quanto li prendevo e lui lo sa, al dieci, se a diecimila li pagavo io a dieci glieli davo;–//

PEPPINO:            A nemmeno …INC…(voci sovrapposte)–//

HANOMAN:        No, no, no , che centra mio cognato, ma mio cognato quando glieli restituirà poi?–//

PEPPINO:            Ah?–//

HANOMAN:        Quando glieli darà?–//

PEPPINO:            Chi?–//

HANOMAN:        Lui, …deve dargli ventisettemila euro;–///

PEPPINO:            Uh…;–//

HANOMAN:        E altri trentaquattro deve dargli a l’altro bastardo di suo genero;–//

PEPPINO:            Trentaquattro a suo genero?–//

HANOMAN:        eh…;–//

PEPPINO:            ed a suo cognato?;–//

HANOMAN:        Eh,eh…;–//

PEPPINO:            Eh che quando glieli restituisce?–//

HANOMAN:        Mai–//

PEPPINO:            Ma sono soldi di capitale o di int…?;–//

HANOMAN:        Di capitale;–//

PEPPINO:            Cavolo, e toglici la cosa se visto che non…;–/

HANOMAN:        Che è andato Ciccio da mio zio, si è inginocchiato a terra e si mise a camminare in ginocchio dentro casa, …o Peppino;–//

PEPPINO:            A…i …INC…, sono di tuo zio?;–//

HANOMAN:        Eh…chi;–//

PEPPINO:            ah…, è tuo zio;–//

HANOMAN:        Si, che è rovinato, che è rovinato, che è rovinato, che è rovinato, lui non viene da me perché io gli dissi, se voi mi rispettate zio e nipote rispettiamoci, ma non mi chiedete nemmeno una decina perché ve li  rifiuterei, gli dissi;–//

PEPPINO:            Allora, allora …(voci sovrapposte);–//

HANOMAN:        E no, mai più;–//

PEPPINO:            I mille e duecento euro miei, e non me li sconto con il pane;–//

HANOMAN:        Ma voi, ma voi;–//

PEPPINO:            Va a finire che non li riprendo mai;–//

HANOMAN:        Ma voi entrate e prendete pane, pasta, zucchero;–//

PEPPINO:            No…o, solo il pane prendo e no solo il pane prendo poi scrivono “amore mamma”solo il pane in un anno e mezzo me li sconto;–//

Alle ore 09.13.50 squilla il telefono di Hanoman Pasquale vedi  progressivo 2577 sull’utenza telefonica nr.360892993 in uso allo stesso, chiamata in entrata dall’utenza telefonica 3291849086 .

TRATTO DI CONVERSAZIONE TELEFONICA

OMISSIS DA ORE 09:13,50 FINE ALLE ORE 09.18.14

HANOMAN:        Eh…,una volta che ho la firma sulle carte, (voci sovrapposte) mi manca solo la sua, e pure che rischio duemila e cinquecento euro, almeno ho le carte della casa;–//

PEPPINO:            Eh, allora no;–//

In conclusione, può dirsi provato un fatto delittuoso sussumibile nell’alveo della fattispecie criminosa dell’usura (riconducibile ad Hanoman Pasquale, Panuccio Giuseppe e Merlino Gaetano) atteso che la vittima (di cui si conosce il solo nome di battesimo Michele) si è trovata esposta a pretese debitorie quantificabili in euro 86.000,00 a fronte di un prestito di 50.000,00, con una determinazione di interessi da rifondere pari ad euro 36.000,00 

L’ascrivibilità del fatto ai tre indagati si trae dalla mera lettura della conversazione intercettata (contenente sul punto dichiarazioni accusatorie ed etero accusatorie) e su riportata.