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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 23 APRILE 2024

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L’uomo e la bestia che ammazza la bella La violenza (infinita) sulle donne

L’uomo e la bestia che ammazza la bella La violenza (infinita) sulle donne
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La violenza è un rifugio frustrante per chi pensa che la vita sia un “vuoto a perdere”, i cui valori combaciano con l’essenza del male. Dire basta ad un cancro che sta divorando la società non basta più. Ennesimi crimini efferati, violenti e codardi ai danni di donne sempre più vittime dell’arroganza bestiale degli uomini (?), stanno diventando sempre più ordinari nella quotidianità sociale della nostra esistenza.

Una violenza, come un rumore che appare e scompare, in un crepuscolo immaginario del gatto che mangia il topo. L’ultima ragazza, poco distante da dove scriviamo, a Messina cosparsa di benzina da una bestia che le ha dato fuoco ed ora è in gravi condizioni all’ospedale. Alcuni giorni fa, un’altra donna, una mamma, ammazzata senza pietà a coltellate dalla mano omicida e vigliacca dell’uomo che diceva di amarla.

Mentre ognuno tace e sottace, ancora è poca l’attenzione che viene data a questi fenomeni. Si fanno convegni con i soliti criminologi d’occasione per racimolare qualche consenso, inebriare con le parole la prevenzione ed il metodo per scongiurare questi crimini, ma senza dare alcun esito favorevole alla causa visto che si ammazza lo stesso. E la donna intanto muore!

I cosiddetti centri antiviolenza non decollano, se non in rari casi, mancano fondi per mantenerli, non c’è tutela e non solo, c’è anche vergogna per mentalità culturale carente di coraggio da parte di molte donne a farsi aiutare oltre ai disagi sociali ed economici che le costringono a stare per forza con l’uomo che le vessa selvaggemente. L’uomo predomina la vita di lei che soffre in silenzio e bagna cuscini così come le sue lacrime scorrono insieme al sangue per le percosse subite.

Ci sono quelle “storie credute importanti si sbriciolano in pochi istanti: figure e impressioni passate si fanno lontane e lontana così è la tua estate…”, come cantava Guccini. C’è un “estate” che continuamente viene compromessa dall’inverno del terrore e della violenza. Un uomo che non accetta la fine di una storia d’amore e diventa un assassino. Ed allora ci si chiede, quale amore è mai questo? Semmai c’è stato un amore e che di colpo diventa malato e uccide!

Viviamo in una società in cui la dignità è sottomessa dalle piaghe sociali, dove ancora c’è qualcuno che si permette di alzare la voce e  le mani sol perché uomo. E c’è una donna che sempre più prende terreno rispetto agli uomini, faticando di più sì, perché questa società è ancora schifosamente maschilista. Ma quando lo fa è con l’orgoglio e la capacità dei suoi mezzi, avulse dalla furberia maschile, di quella che ragiona con la forza e con i coglioni, mentre la donna con la dolcezza dei sensi e la soave delicatezza della propria mente.

Uno schiaffo, un’azione fuori luogo o meglio una reazione gelosa è già un indizio da porre in essere per un campanello d’allarme. La guardia non va abbassata e va sempre tenuta sotto controllo ogni azione dell’uomo, del proprio marito o compagno che sia.

Finché questo Stato non riconosce la violenza sulle donne con severa e certezza della pena, equiparandolo ad un vero omicidio, e di conseguenza infliggendo il massimo della pena, ci ritroveremo sempre a fare la conta delle donne che cadono sotto la mano di una bestia chiamato uomo. Oltre le giornate contro la violenza sulle donne, le violenze stesse non sono diminuite, anzi, in un modo o nell’altro tendono sempre ad aumentare. Ma non è solo una questione di numeri perché anche una sola donna morta è una sconfitta per la società, è una questione di cultura sociale da rivedere, di tolleranza mentale da riaggiustare e soprattutto la prevenzione sta nell’evitare questa sconfitta dell’uomo e della società in cui viviamo.