«Sono stato torturato fisicamente e mentalmente». Il fratello di Nino Lo Giudice attacca la Questura
redazione | Il 09, Lug 2013
Luciano Lo Giudice ha reso dichiarazioni spontanee in aula a Reggio Calabria. Il fratello, latitante dopo avere ritratto le sue dichiarazioni da collaboratore di giustizia, lo ha sempre accusato di rapporti con i magistrati reggini e di essere l’anima imprenditoriale della cosca. Luciano Lo Giudice ha detto di avere anche risposto alle accuse in un interrogatorio a Perugia
«Sono stato torturato fisicamente e mentalmente». Il fratello di Nino Lo Giudice attacca la Questura
Luciano Lo Giudice ha reso dichiarazioni spontanee in aula a Reggio Calabria. Il fratello, latitante dopo avere ritratto le sue dichiarazioni da collaboratore di giustizia, lo ha sempre accusato di rapporti con i magistrati reggini e di essere l’anima imprenditoriale della cosca. Luciano Lo Giudice ha detto di avere anche risposto alle accuse in un interrogatorio a Perugia
REGGIO CALABRIA – “Sono stato torturato fisicamente e mentalmente”. Luciano Lo Giudice, fratello dell’ex pentito Antonino Lo Giudice che lo aveva accusato di avere rapporti poco chiari con magistrati (tra cui con Alberto Cisterna, ex vice di Piero Grasso alla Direzione nazionale antimafia) e di essere l’anima imprenditoriale della cosca omonima di Reggio Calabria, ha reso spontanee dichiarazioni al processo in corso a Reggio Calabria. Ha riferito di essere stato sentito dalla Procura di Perugia il 16 febbraio 2012 sui fatti di cui il fratello lo accusava. “Ho già chiarito tutto, dei rapporti con il dottore Cisterna, ho parlato delle torture e degli abusi da parte della questura di Reggio Calabria”, ha detto collegato in videoconferenza. Il pm Beatrice Ronchi ha chiesto l’acquisizione dell’interrogatorio di Perugia ma l’avvocato Caccamo, che difende Luciano Lo Giudice, ha replicato di non essere a conoscenza del contenuto di quell’atto.