Liberalizzazione orari commercio, Confesercenti:”Domenica sempre aperto? Anche no”
redazione | Il 09, Nov 2012
Lanciata la campagna “Libera la Domenica” per far tornare alle Regioni la potestà sulle aperture domenicali
Liberalizzazione orari commercio, Confesercenti:”Domenica sempre aperto? Anche no”
Lanciata la campagna “Libera la Domenica” per far tornare alle Regioni la potestà sulle aperture domenicali
Riceviamo e pubblichiamo:
E’ stata avviata ufficialmente oggi, presso la sede Confesercenti Nazionale, in via Nazionale 60, a Roma, la campagna ‘Libera la Domenica’ promossa da Confesercenti con Federstrade ed il sostegno della Cei, per la raccolta delle firme necessarie ad una legge di iniziativa popolare che riconduca alla Regioni la potestà di disciplinare le aperture domenicali, limitando gli eccessi introdotti dalla liberalizzazione e garantendo la giusta concorrenza. Un impegno – spiega il presidente di Confesercenti Marco Venturi – “il cui obiettivo non è quello di vietare aperture festive e domenicali, ma di renderle compatibili con effettive esigenze imprenditori e consumatori, ripristinando competenze, materia di orari, alle Regioni”. “La libertà non serve senza la verità”, ha sottolineato l’Arcivescovo Giancarlo Maria Bregantini. Nel corso della conferenza stampa è intervenuta anche Mina Giannandrea (presidente Federstrade) portando le numerose testimonianze di imprenditori e lavoratori favorevoli alla iniziativa.
L’intervento dell’Arcivescovo Bregantini: “Apertura domenicale sia eccezione e non regola”.
“Il sostegno della Cei a questa importante iniziativa promossa da Confesercenti e Federstrade – ha affermato l’Arcivescovo Giancarlo Maria Bregantini – è a difesa di un valore innanzitutto antropologico: il riposo domenicale è fondamentale per l’uomo per dare senso alle cose che fà. Il riposo è, quindi, antropologicamente necessario. In secondo luogo vogliamo difendere il valore sociale del riposo domenicale perché le famiglie, e soprattutto le madri costrette a lavorare di domenica, non hanno più la possibilità reale di seguire i propri figli. Inoltre, condividiamo le ragioni economiche dell’iniziativa, espresse in modo convincente e che sintetizziamo con la frase “apertura domenicale sia eccezione e non regola”. Ciò vuole intendere la necessità di una regolamentazione degli orari dei negozi e non di una liberalizzazione sfrenata del commercio domenicale. Va difeso, infine, quel valore etico secondo cui non basta la libertà senza la verità, come sostiene l’enciclica “Caritas in Veritate”. La libertà fine a se stessa senza uno scopo, senza il rispetto dell’uomo, del territorio e dei valori sociali, finisce per non comprendere né la carità né la verità. Questo è il nocciolo etico e politico della proposta – ha concluso Bregantini -. A difesa di queste ragioni favoriremo l’esposizione sui sagrati , storicamente luoghi di incontro tra Chiesa e società, la raccolta di firme per la proposta di iniziativa popolare che riconduca alla Regioni la potestà di disciplinare le aperture domenicali. Questo avverrà il giorno 25 novembre, la domenica del Cristo Re che simboleggia, nella tradizione, i grandi valori della Chiesa e del sociale”. L’intervento del Presidente di Confesercenti, Marco Venturi: “Aperture domenicali, necessario cambiare. No alla desertificazione delle città
italiane”. “Negli ultimi anni, Confesercenti ha denunciato 100mila imprese in meno. Per questo, nel dicembre 2011, nell’imminenza della presentazione del decreto “Salva Italia”, acquistando pagine sui principali quotidiani nazionali, ci chiedevamo: invertiremo la tendenza e salveremo l’Italia tenendo aperti gli esercizi commerciali 24 ore su 24, festivi e domeniche comprese? Con le aperture domenicali – denunciavamo – non aumenteranno i consumi, non aumenterà l’occupazione, non migliorerà il servizio; e alle 100mila imprese già perse andranno aggiunte altre 80.000 che chiuderanno nei prossimi 5 anni, con la conseguente scomparsa di circa 240mila posti di lavoro. Questo si traduce in città sempre più vuote e meno sicure, in minore servizio di vicinato, in maggiori difficoltà per gli anziani. Un regalo alla Grande Distribuzione Organizzata, con trasferimento delle quote di mercato dai negozi piccoli e medi ai grandi.Con la scusa di assicurare maggiore concorrenza, il Governo si è appropriato di competenze regionali, negando nei fatti ogni garanzia di concorrenza. Così, però, rischia di sparire il tessuto della distribuzione commerciale di vicinato. A
questo proposito, i dati che abbiamo presentato oggi sono la migliore testimonianza.
Avevamo fatto appello ai governatori delle Regioni affinché si opponessero e sollevassero la questione dell’illegittimità del provvedimento. Regioni importanti lo hanno già fatto. Ci eravamo impegnati con le nostre imprese ad organizzare tutte le iniziative necessarie per tutelare il loro diritto ad operare in un regime che garantisse il migliore equilibrio concorrenziale. E così oggi agiamo di conseguenza: con l’iniziativa odierna promuoviamo una raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare. L’obiettivo non è quello di vietare aperture festive e domenicali, ma di renderle compatibili con effettive esigenze imprenditori e consumatori,ripristinando competenze, materia di orari, alle Regioni.
Ci accompagnano, in questo percorso, Federstrade e la CEI, che sono qui rappresentate da Mina Giannandrea e dal Monsignor Giancarlo Maria Bregantini. Ovviamente ci auguriamo di trovare tantissime altre persone disposte a sostenere nostra iniziativa.
Abbiamo scelto il mezzo della proposta di legge di iniziativa popolare perché si è creato, in occasione di alcune scelte, un solco tra i bisogni reali delle famiglie e i decisori istituzionali. Noi, invece, vogliamo che cittadini svolgano un ruolo decisivo e diretto. La proposta di legge di iniziativa popolare presentata in Parlamento segue un iter particolare: viene discussa nelle Commissioni competenti, in sede legislativa, senza dover andare in Aula; se non discussa, non decade a fine legislatura, ed è automaticamente ripresentata nella nuova legislatura per riprendere l’iter parlamentare.La nostra determinazione è rafforzata anche dalla lunga crisi che sta falciando le PMI e i redditi delle famiglie. Le previsioni per il prossimo anno sono indicative: PIL, spesa, reddito, investimenti, vendite hanno tutti segni meno; crescono solamente disoccupazione, fallimenti, investimenti e le imprese che chiudono.Per noi è prioritario far crescere l’Italia in maniera più armonica e più incisiva, per assicurare benessere e occupazione, senza alzare barriere discriminanti e tutelando valori e cultura del nostro Paese. E far sì, come ha già evidenziato Sua Eccellenza Giancarlo Bregantini, che l’apertura domenicale dei negozi diventi l’eccezione, non la regola”.