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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Lectio magistralis del prof. Silvestri alla Mediterranea Irto: "Su Costituzione confronto sia alto, su Europa realizzare sogno di De Gasperi"

Lectio magistralis del prof. Silvestri alla Mediterranea Irto: "Su Costituzione confronto sia alto, su Europa realizzare sogno di De Gasperi"
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Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, e’ intervenuto
questa mattina, all’Universita’ Mediterranea, alla lectio magistralis del presidente
emerito della Corte costituzionale, Gaetano Silvestri, sui “settant’anni della Repubblica
nell’Europa che cambia”. L’incontro è stato organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza
dell’ateneo e dall’Associazione degli ex Consiglieri regionali della Calabria.
“Dell’ordinamento costituzionale del Paese, della forma di Stato e di Governo, delle
riforme e del rapporto con l’Europa, si parla spesso a sproposito. Senza alcuna competenza,
senza una conoscenza rudimentale dei meccanismi della democrazia, senza le nozioni
più essenziali della storia italiana” , ha esordito Irto che ha aggiunto: “Oggi abbiamo
il privilegio di ascoltare, su queste materie, una personalità di altissimo profilo
accademico e istituzionale: il presidente emerito della Corte costituzionale, che
– ci sia concesso un cedimento al localismo di chi crede nell’Area integrata dello
Stretto – nella mente e nel cuore di tanti è stato anche e soprattutto il Magnifico
Rettore dell’Università di Messina, maestro di Costituzionale per intere generazioni
di operatori del Diritto”.
Il presidente dell’Assemblea di palazzo Campanella ha proseguito: “La Costituzione,
oggi, è al centro di un dibattito che ci colpisce in negativo per l’inconsistenza
e a volte anche la volgarità del terreno in cui è relegato il confronto democratico.
‘La politica si nutre di diversificazione e competizione tra le parti. Ma è inaccettabile
la volgarità del confronto sul referendum’, ha recentemente ricordato il presidente
Napolitano. La spia della crisi della società italiana, a mio avviso – ha chiosato
Irto -, si rivela proprio in questo aspetto: nel puro scontro tra tifoserie, che
rifuggono una matura e approfondita valutazione delle scelte che i cittadini saranno
chiamati a compiere il prossimo 4 dicembre, tra le conseguenze della conservazione
legata al ‘No’, e l’effetto e il cambiamento che saranno innescati se vincerà il
‘Sì'”.
Irto ha detto ancora: “In 14 lustri – tanti ne sono trascorsi dal referendum del
2 giugno 1946 – quanto e come è cambiato il nostro Paese, la sua società, la sua
politica? L’Italia di oggi è ancora quella rappresentata dall’Assemblea costituente
e dalle tre anime cattolica, socialista e liberale? E queste categorie valgono ancora
per definire in termini attuali la società italiana nell’Europa che cambia, che acquisisce
sempre maggiori spazi di sovranità sovranazionale, e nel mondo globalizzato dominato
dal potere del finanz-capitalismo? Per queste e per numerose altre ragioni, che riguardano
la progressiva inefficienza del sistema politico e dei partiti, l’inadeguatezza di
procedure ormai anacronistiche, l’aggravarsi delle condizioni di un Paese divenuto
più vecchio, pesante e dalle ginocchia fragili, discutere seriamente delle riforme
non è un tabù, ma un dovere verso le generazioni dell’avvenire”.
Per Nicola Irto, “l’Italia, e il Sud in particolare, non possono più specchiarsi
nel passato e vivere come Dorian Gray, ma devono gettare lo sguardo oltre, con visione
profonda e pensieri lunghi. Così come fecero i Padri costituenti: non guardando alle
dinamiche politiche del momento, ma al futuro. Una bella Costituzione formale è motivo
d’orgoglio, ma la società evolve, la Costituzione materiale, per definizione, si
trasforma, e una Legge non può essere – come un diamante – ‘per sempre'”.
Il presidente del Consiglio regionale si e’ soffermato successivamente sui cambiamenti
dell’Europa: “Non è più quella del Trattato di Roma ma una realtà molto più ampia,
variegata, composita. Non è più il cuore della civiltà mondiale ma solo una della
sue parti, probabilmente la più attempata e affaticata. E’ sempre, però, un’Europa
a trazione franco-tedesca. Un’Europa che, diciamolo con grande franchezza, continua
a occuparsi con tignoso zelo del raggio di curvatura delle zucchine, ma non dei migranti;
che impone il latte in polvere nei formaggi, ma non ha il coraggio di assumere una
posizione unitaria sulle grandi crisi umanitarie e sui conflitti internazionali.
Dinanzi a queste contraddizioni, la soluzione è il ritorno allo spirito di Ventotene
e a quegli ‘Stati Uniti d’Europa’ che Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi ‘videro’
molto tempo prima dei governanti delle nostre Nazioni”.
“Non potendo restare nel guado in cui ci troviamo, dobbiamo scegliere se tornare
indietro o completare l’attraversamento – ha concluso il presidente del Consiglio
regionale -. Noi riteniamo di avere il dovere del progresso. Il dovere, politico
ed etico, di andare avanti, per impedire che il cambiamento del Vecchio continente
si traduca nella mera riproposizione del Gattopardo su vasta scala. Solo così realizzeremo
il sogno di De Gasperi e sentiremo davvero ‘la nostra patria Europa'”.