Le riflessioni di Catanzariti (Riformisti italiani) sul documento dell’Associazione degli industriali reggini
redazione | Il 25, Ott 2013
“Ci sembra un’analisi troppo superficiale e comoda laddove individua nella politica ‘senza distinzione di colore’ la ‘vera’ responsabile della ‘condizione che non può che essere definita disastrosa’ in cui versa la città di Reggio Calabria”
Le riflessioni di Catanzariti (Riformisti italiani) sul documento dell’Associazione degli industriali reggini
“Ci sembra un’analisi troppo superficiale e comoda laddove individua nella politica ‘senza distinzione di colore’ la ‘vera’ responsabile della ‘condizione che non può che essere definita disastrosa’ in cui versa la città di Reggio Calabria”
Gli intendimenti programmatici diramati dal direttivo dell’Associazione degli Industriali di Reggio Calabria costituiscono sicuramente un serio auspicio per il futuro della nostra città.
Tuttavia ci sembra un’analisi troppo superficiale e comoda laddove individua nella politica “senza distinzione di colore” la “vera” responsabile della “condizione che non può che essere definita disastrosa” in cui versa la città di Reggio Calabria.
Intendiamoci, non che la politica non lo sia, anzi! Tuttavia, una eccessiva semplificazione rischia non solo l’inefficienza della cura errata, ma, addirittura, un aggravamento delle patologie “reggine”, se non affrontassimo un’analisi a 360º. Più che il dato dello scioglimento dell’amministrazione comunale, dovremmo guardare al quadro che, al di là di grossolani errori e macroscopiche superficialità, è emerso dalla corposa relazione della commissione d’accesso sulle condizioni della città di Reggio Calabria.
Diversamente, basterebbe rivendicare un assoluto, indiscriminato e perciò ingiusto, ma necessario ricambio della classe politica istituzionale reggina.
In realtà, come scrissi all’indomani dello scioglimento, “sul banco degli accusati non c’è solo la politica reggina. C’è un’intera società che sembra aver smarrito il senso di colpa, affetta da una grave patologia, quella della smaniosa voglia di soddisfare solo ed esclusivamente bisogni estremamente individuali, calpestando la dignità di uomini e donne, col rischio di pregiudicare, in maniera irreversibile, la legittima propensione di una comunità verso una crescita generale”.
Ed allora, come procedere verso il futuro amministrativo di Reggio? Sono e rimango sempre più convinto che la migliore arma contro ogni tipo di infiltrazione, non solo quella “criminale”, sia, almeno sul versante politico, la partecipazione attiva dei cittadini in grado di affiancare e stimolare l’azione degli amministratori. Tuttavia una partecipazione vera non può nascere senza la possibilità di conoscere.
Tanti sono gli strumenti per perseguire ciò: dall’anagrafe pubblica dei candidati prima e degli eletti poi (da non confondere con la pubblicità della situazione reddituale) alle sedi di confronto periodico con i cittadini. Anche il mondo produttivo delle imprese non può essere esentato da un simile approccio. La necessaria responsabilità sociale del mondo imprenditoriale comporta non solo il rispetto, come è ovvio, della dignità altrui, lavoratori in primis, bensì uno sforzo maggiore sulla trasparenza quale ad esempio la pubblicità “dell’albero genealogico” delle società che aspirano a pubblici appalti e/o servizi e che intrattengono rapporti con il settore pubblico in generale. In buona sostanza, l’istituzione di un’anagrafe pubblica on-line in grado di consentire al cittadino, scavalcando l’impenetrabile sistema “matrioska”, di sapere quali soggetti privati, alla radice dell’albero, abbiano una partecipazione in dette società. Rendere trasparente e di immediato accesso queste informazioni preserva la “salute” delle imprese e rende migliore la vita politica ed amministrativa della città.
Ed allora, bene l’impegno del mondo confindustriale reggino per la città. Non vorremmo, però, passare dalla mala-gestio politica a quella delle lobbies!
Avv. Gianpaolo Catanzariti
Riformisti Italiani