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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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L’associazione culturale Anassilaos ricorda El Greco

L’associazione culturale Anassilaos ricorda El Greco

| Il 29, Set 2014

Domani, alle 18, a Reggio Calabria

di CATERINA SORBARA

L’associazione culturale Anassilaos ricorda El Greco

Domani, alle 18, a Reggio Calabria

 

di Caterina Sorbara

 

 

Nella ricorrenza del 4° centenario della morte di Doménikos Theotokópoulos, meglio conosciuto come El Greco, uno dei più grandi artisti della pittura universale, l’Associazione Culturale Anassilaos dedica un incontro che si terrà domani, alle ore 18, a Reggio Calabria, presso la Sala di San Giorgio al Corso con l’intervento di Stefano Iorfida, che ha raccolto testi e documenti – letti da Pino Papasergio – e documenti visivi raccolti da Giacomo Marcianò.

L’artista, ricordiamo nacque a Candia, capoluogo dell’isola di Creta, al tempo dominio veneziano, nell’ anno 1541 da famiglia certamente greco-ortodossa, ed è proprio sull’isola natale che imparò i primi rudimenti della pittura così da essere, già nel 1563, considerato un “maestro”. Le sue prime opere, autografe, furono delle icone anche se è molto probabile che l’artista, come altri pittori cretesi contemporanei, fosse in grado di dipingere sia alla “greca” (icone) che alla “latina” per le diverse committenze greche e veneziane presenti sull’isola.
La svolta nella sua vita avvenne nel 1567 allorquando si trasferì a Venezia, dopo essersi convertito al cattolicesimo, dove frequentò l’atelier di Tiziano e forse quello di Tintoretto.
Nel 1570 giunse a Roma,presso il palazzo di Alessandro Farnese, dove si inimicò i pittori locali per certi giudizi, aspri e spavaldi, su Michelangelo Buonarroti, che era morto da poco (1564).
Dal 1577 dimorò in Spagna, a Toledo, dove ricevette le prime importanti commissioni e dove la sua pittura sviluppò pienamente – non senza qualche incomprensione con l’ambiente toletano e, all’inizio, addirittura con il re di Spagna Filippo II- con quella modernità di accenti, che ancora oggi stupisce gli osservatori, rendendolo quasi un contemporaneo.
Morì da buon cattolico e l’epitaffio più bello è quello scritto dall’amico Frate Ortensio Paravicino in una poesia del 1614 “Creta le dio la vida y los pinceles, / Toledo, mejor patria donde empieza / a lograr con la muerte, eternidades”.( Creta gli diede la vita e i pennelli, Toledo una patria migliore, dove cominciare a ottenere, con la morte, l’ eternità).