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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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L’appello di Anna Maria Scarfò in occasione dell’8 marzo: “Donne rompano omertà”

L’appello di Anna Maria Scarfò in occasione dell’8 marzo: “Donne rompano omertà”

La ragazza di San Martino di Taurianova vive protetta dopo aver denunciato i 6 aguzzini che la violentarono a 13 anni

L’appello di Anna Maria Scarfò in occasione dell’8 marzo: “Donne rompano omertà”

La ragazza di San Martino di Taurianova vive protetta dopo aver denunciato i 6 aguzzini che la violentarono a 13 anni

 

 

(ANSA) – TAURIANOVA (REGGIO CALABRIA) – E’ un messaggio struggente ma allo stesso tempo anche pieno di speranza quello lanciato alla vigilia della festa della donna da Anna Maria Scarfò, la ragazza di 25 anni che dopo aver denunciato e fatto condannare i sei aguzzini che la violentarono a 13 anni ora vive in una località protetta. Anna Maria ha vissuto momenti tristi anche dopo aver denunciato i suoi aguzzini. Nella frazione di San Martino di Taurianova, infatti, i familiari di coloro che la violentarono per diverso tempo l’hanno costretta a vivere segregata in casa a causa delle ingiurie e delle minacce. Ora per quelle vicende è in corso un processo a Cinquefrondi (Reggio Calabria) dove nell’ultima udienza gli imputati hanno chiesto al giudice di spostare il dibattimento altro per l’eccessivo peso mediatico della vicenda. Ed oggi Anna Maria Scarfò torna a scrivere della sua vicenda lanciando un appello rivolto a tutte le donne, perché non bisogna “avere paura di sfidare l’omertà. Ci sarà sempre qualcuno che vi aiuterà”. La vicenda di Anna Maria è raccontata nel libro ‘Malanova’, della giornalista e scrittrice Cristina Zagaria. “Ci sono – scrive Anna Maria nel suo appello alle donne – ci sono delle donne che festeggiano la festa della donna; invece c’é chi non la vive: non perché non vogliono viverla, ma perché ancora oggi ci sono donne che hanno dentro di sé qualcosa che le distrugge. Io che come tutte le donne da piccola sognavo di diventare grande e avere una vita bellissima, sognavo il principe azzurro e credevo nell’amore e nei sogni. Sogni distrutti da chi? da un uomo che alla tenera età di 13 anni mi ha ingannata con le sue parole”. La sua prima violenza Anna Maria la subì il 4 aprile del 1999 e dopo tre anni di sofferenze decise di denunciare. “E se ho avuto la forza di farlo – ha aggiunto – è stato per un’altra donna, mia sorella, che era più piccola di me, e per niente al mondo avrei permesso al branco di rubarle i suoi sogni e la sua adolescenza come è stato fatto a me. E vi posso assicurare che dal giorno in cui ho deciso di ribellarmi e di dire basta, sono stata condannata dal mio stesso paese, perché in Calabria non si sfida l’omertà, e se decidi di farlo succede quello che è successo a me”. Ma nelle parole di Anna Maria c’é anche la speranza di una donna che ora vive una vita nuova e che spera di dimenticare il passato. Oggi posso dire “di non essere più sola – ha proseguito – perché tante donne si stanno occupando di me e intorno a me ci sono tante associazioni. Ero diventata la Malanova del mio paese, la cattiva notizia. E come tutte le cattive notizie, dovevo pagare. Ma io ho pagato e sto continuando a pagare tutt’oggi; ma una cosa è certa: io non mi sono mai arresa, ho sempre creduto in me e nella mia volontà di andare avanti. Ora ce l’ho fatta. Oggi ho 25 anni e sono libera di raccontare ad altre donne la mia storia, che non è stata facile”. E nel suo appello c’é anche la speranza per tante donne che vivono in condizioni di oppressione. “Credo che noi donne – ha concluso – tutte insieme possiamo farcela, e non dobbiamo mai farci prendere dalla paura o dalla vergogna di raccontare una violenza subita. Fate come me, che oggi sono viva e libera, anche se distrutta da tutto il male che mi hanno fatto. Ma nello stesso tempo sono felice di avercela fatta a dire basta a tutto ciò che mi stava accadendo”.

redazione@approdonews.it