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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 16 DICEMBRE 2024

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L’analisi delle patologie proctologiche

L’analisi delle patologie proctologiche

Il dott. Amuso ci parla di ragadi, fistole ed ascessi

L’analisi delle patologie proctologiche

Il dott. Amuso ci parla di ragadi, fistole ed ascessi

 

Gentilissimi lettori di approdo news, continuiamo la disamina della patologie proctologiche.
Dopo aver parlato di emorroidi parliamo di : ragadi, fistole, ascessi, condilomi.
La ragade anale è una piccola ferita nascosta tra le pliche della pelle raggiate dell’ano, che non tende a guarire spontaneamente.
Ciò si verifica perchè la contrattura dello sfintere anale ostacola la cicatrizzazione.
Non è una patologia grave, ma un disturbo molto doloroso e proprio la sua dolorosità determina una serie di problemi collaterali.
Il dolore provoca reattivamente una contrattura degli sfinteri, la quale rallenta la guarigione della ragade.
Il dolore si presenta o peggiora durante la defecazione, per cui il paziente tende a trattenere le feci e questo provoca un peggioramento della lesione poiché le feci diventano sempre più abbondanti e compatte e quindi più difficili da evacuare.

Per prevenire la formazione delle ragadi anali è utile regolarizzare la funzionalità intestinale con una dieta equilibrata a base di fibre: si evita così l’insorgenza di stipsi e la formazione di feci dure e voluminose che possono causare una eccessiva dilatazione anale al momento della defecazione.
Di solito, durante la defecazione, la normale dilatazione dell’ano è sufficiente a lasciar passare le feci senza sforzo e senza che la pelle si laceri. Ma se per qualche ragione l’ano si dilata troppo, la pelle intorno al bordo anale può strapparsi.
Solitamente l’eccessiva dilatazione dell’ano è dovuta a feci grosse e dure, per questo le persone stitiche sono più frequentemente soggette a questo tipo di inconveniente.
La rottura per lacerazione della pelle dell’ano provoca un piccolo taglietto, soggetto a lieve sanguinamento, che si può osservare sia nel water che sulla carta igienica.
Molte persone raccontano che di tanto in tanto (poche volte all’anno, in media) osservano questo tipo di sanguinamento.
Il sangue che esce da queste piccole lacerazioni è di color rosso vivo (sangue fresco).
Se il sanguinamento dell’ano è occasionale non sempre bisogna preoccuparsi: in molti casi la piccola lacerazione della pelle si rimargina naturalmente in pochi giorni come qualsiasi altra ferita.
Di solito, per questioni meccaniche e di conformazione dell’ano, il punto di rottura della pelle, in caso di lacerazioni ripetute (anche a distanza di mesi e di anni), è sempre lo stesso. Per questo può succedere che la lacerazione non riesca più a rimarginarsi e in questo caso si parla di ragade.
Il rilassamento dello sfintere involontario è fondamentale per permettere la guarigione della ragade.
Le principali metodiche utilizzate per favorire il rilassamento dello sfintere involontario sono:
• applicazioni topiche miorilassanti
• dilatatori meccanici
• iniezioni di botulino
• intervento chirurgico, consistente nell’incisione dello sfintere.

L’ascesso anale è un’infezione che si manifesta come una cavità colma di pus e che si forma nella regione anale.
L’ascesso anale rappresenta la fase acuta di un’infezione che origina dalle ghiandole secernenti muco presenti nel canale anale tra gli sfinteri anali.
La fase cronica dell’ascesso anale sono le fistole anali. Per questo motivo queste due infezioni vengono considerate come due stadi di una stessa malattia.
I sintomi dell’ascesso anale sono dolore, gonfiore e rossore localizzati nella regione anale, accompagnati spesso da febbre e malessere generale.
L’ascesso si sviluppa a partire dall’infezione di una ghiandola interna all’ano determinata dalla penetrazione di batteri o di agenti estranei.
Questo tipo di infezione è a volte favorita da altre patologie, in particolare da colite e infiammazioni intestinali.
Per aiutare a prevenire l’ascesso anale la prima regola da seguire è una corretta igiene della zona anale, specialmente dopo ogni evacuazione.
Per curare un ascesso anale è necessario per prima cosa rimuovere il pus presente nella cavità infetta, creando un’apertura nella pelle vicino all’ano.
Questa semplice operazione può essere fatta ambulatorialmente dal medico con un semplice anestetico locale.
Tuttavia, se l’ascesso è più profondo o se il paziente è affetto da infezioni più serie (es. diabetici o persone con problemi al sistema immunitario), può essere necessaria l’ospedalizzazione e un diverso tipo di anestesia.
Se adeguatamente curato, l’ascesso anale non è generalmente soggetto a recidive.
La fistola anale è spesso la conseguenza di un ascesso (per maggiori informazioni vedere la pagina dedicata all’ascesso) in quanto è un piccolo canale che collega la ghiandola anale, nella quale l’ascesso si è formato, alla pelle presente intorno all’ano.
I sintomi di una fistola anale sono gli stessi dell’ascesso, ovvero dolore (a volte associato a gonfiore nella zona colpita), irritazione della pelle intorno all’ano, sensazione generale di malessere e a volte febbre.
Tuttavia le fistole possono rimanere senza sintomi per anni prima di manifestarsi.
Dopo aver rimosso il pus da un ascesso anale, è possibile che rimanga un piccolo canale tra la ghiandola anale dove si è formato l’ascesso e la cute intorno all’ano. In questi casi la fistola si sviluppa generalmente 4-6 settimane dopo il drenaggio dell’ascesso, a volte possono passare anche mesi o anni.
Inoltre la fistola può avere origine da una ragade anale non riconosciuta o trascurata, che si infetta e diventa più profonda palesandosi all’esterno.
Generalmente la presenza di una fistola viene indicata da secrezioni persistenti provenienti dall’apertura anale.
Per aiutare a prevenire la fistola anale la prima regola da seguire è una corretta igiene della zona anale, specialmente dopo ogni evacuazione.
Per curare una fistola anale è necessario intervenire chirurgicamente incidendo una piccola porzione dello sfintere anale. Nella maggioranza dei casi la chirurgia della fistola si può eseguire ambulatorialmente o con un breve ricovero giornaliero.
Se adeguatamente trattata la fistola, così come l’ascesso anale, non è generalmente soggetta a recidive.
Il condiloma anale o condiloma acuminato o verruca anale è una lesione tumorale benigna causata da virus del tipo Papillomavirus.
Queste lesioni, che possono interessare sia l’area attorno all’ano sia l’area genitale, all’inizio sono come delle piccole macchie che a seconda dei casi possono aumentare di dimensione raggiungendo anche la grandezza di un pisello e assumendo una particolare forma detta a “testa di gallo”.
Il condiloma anale inizialmente si presenta sottoforma di piccole macchie rosate evidenti al tatto e asintomatiche.
Queste macchie si trasformano successivamente in escrescenze rosa biancastre peduncolate fungiformi e/o a grappolo (dette “creste di gallo”).
Le persone affette da tale virus possono provare prurito nelle zone colpite.
Le lesioni tendono a diffondersi velocemente aumentando di dimensioni. In caso si sia contratto un ceppo del virus Papilloma virus aggressivo, cioè ad alto rischio di trasformazione è possibile che tali verruche degenerino in tumori maligni al collo dell’utero, dell’ano, della vulva e in alcuni casi del pene.
I condilomi anali si trasmettono principalmente attraverso il contatto sessuale, sia diretto che indiretto, e solo una piccola percentuale di casi si sviluppano senza alcun rapporto sessuale. Gli omosessuali rappresentano la categoria più colpita.
I fattori che possono favorire e rendere visibile il condiloma possono essere:
• deficit immunitari
• uso di cortisonici
• gravidanze
Spesso le lesioni si diffondono rapidamente aumentando di dimensioni.
Per prevenire i condilomi non esistono regole sicure ci sono però alcuni accorgimenti che si possono adottare per diminuire il rischio di contrarre i condilomi quali ad esempio:
– avere rapporti sessuali protetti (importante: il preservativo non assicura una protezione totale nel rischio di contrarre tale virus).
– evitare lo scambio di salviette igieniche
– seguire uno stile di vita corretto evitando in particolare lo stress eccessivo (lo stress può causare un abbassamento delle difese immunitarie e di conseguenza il corpo è più soggetto agli attacchi del virus)
-alimentazione equilibrata e sana
E’ opportuno iniziare una terapia adeguata anche in presenza di lesioni minime poiché questa patologia raramente guarisce in modo spontaneo.
Alcuni dei trattamenti previsti in questi casi sono la crioterapia con azoto liquido, l’asportazione locale (con laser, bisturi o elettrobisturi) e l’applicazione locale di podofillina.
In ogni caso la scelta della terapia da adottare viene effettuata dopo una visita coloproctologica approfondita in base alla sede, alla tipologia e al numero delle lesioni.
Inserisco in modo improprio nel novero di queste patologie, la cisti pilonidale che non è di fatto una patologia proctologica, ma è localizzata a livello coccigeo.
La cisti pilonidale è la formazione di una cisti contenente, nella maggior parte dei casi, peli.
Tale cisti generalmente si sviluppa lungo l’osso sacro (coccige) nei pressi della fessura delle natiche.
Ad oggi si pensa che la formazione di una cisti pilonidale sia causata dalla penetrazione di peli nei tessuti più profondi sottocutanei attraverso dilatati follicoli piliferi nella pelle.
In risposta a questa irritazione il corpo produce una reazione infiammatoria locale, generando una cisti attorno ai peli intrappolati.
La cisti pilonidale si verifica in genere nelle persone di età compresa tra 15 e 24 anni.
I maschi sono più frequentemente colpiti rispetto alle femmine, ed è più comune nei soggetti di razza bianca.

Altri fattori di rischio associati allo sviluppo della cisti pilonidale includono:
• casi di cisti pilonidale in famiglia
• occupazioni che richiedono lunghi periodi di seduta
• traumi locali
• obesità
• presenza di una profonda spaccatura tra le natiche
Alcuni individui con una cisti pilonidale non avvertono alcun sintomo e la scoperta potrebbe essere solo una fossetta o un’apertura nella pelle vicino la fessura delle natiche.
Tuttavia, se la cisti pilonidale diventa infetta (ascesso pilonidale), i seguenti sintomi possono svilupparsi:
• dolore nella parte del coccige
• gonfiore localizzato
• arrossamento nella zona interessata
• fuoriuscita di pus da un’apertura nella pelle
Generalmente la cisti pilonidale viene trattata tramite incisione o il drenaggio; in generale, questa procedura può essere eseguita in uno studio medico o in un reparto di emergenza con anestesia locale.
Nella maggior parte dei casi vengono prescritti farmaci antidolorifici.
Solitamente la ferita guarisce completamente in un mese circa ma per gli individui in cui la guarigione non avviene sarà necessaria una chirurgia invasiva.
Una buona igiene della zona sacro-coccigea è importante per aiutare a prevenire lo sviluppo della cisti pilonidale, inoltre è consigliabile:
• mantenere l’area pulita e asciutta
• utilizzare creme depilatorie per mantenere la zona libera da peli
• evitare di star seduti a lungo
• evitare un’eccessiva pressione ripetitiva nella zona del coccige (osso sacro)
• perdita di peso nei soggetti obesi