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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Lamezia teme le tre erre Nicolino Panedigrano: "Riforme, riorganizzazioni, riordini possono indebolire il territorio"

Lamezia teme le tre erre Nicolino Panedigrano: "Riforme, riorganizzazioni, riordini possono indebolire il territorio"
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La cosa che Lamezia deve più temere sono le 3 erre: riforme, riorganizzazioni, riordini. Con la riforma carceraria rischiamo di perdere il Carcere, con la riorganizzazione del Servizio Trasfusionale Regionale vorrebbero toglierci il Centro Trasfusionale e con il riordino del Dispositivo di Soccorso dei Vigili del Fuoco vogliono ridimensionare il nostro Distaccamento. Qualcuno penserà: ecco, il solito lamentino! Ma aspettate a dirlo.
Innanzitutto un dato: nella bozza di riordino del Sottosegretario Bocci tutte le sedi regionali dei VVFF, anche le più piccole e poco impegnate (come Serra San Bruno, Chiaravalle, Petilia Policastro, Cutro, Siderno, Bianco per citarne alcune) ne escono in qualche modo rafforzate, mentre l’unica ad esser ridimensionata è quella di Lamezia.
Se poi guardiamo all’ambito provinciale, è anche peggio. Il Distaccamento di Lamezia copre il 40% del territorio e della popolazione della provincia (21 comuni e 150 mila abitanti). Verrebbe da dire per nostra sfortuna, è un territorio con molte infrastrutture (aeroporto, nodo ferroviario, svincolo autostradale, la più vasta area industriale della Calabria), una orografia complessa, seri problemi di criminalità mafiosa; discariche e impianti di lavorazione dei rifiuti; oleodotti e centrali energetiche. Tutti requisiti che portano gran mole di lavoro ai Vigili del Fuoco: incidenti, incendi e allarmi su autostrada, ferrovia, aeroporto, oleodotti; incendi e allagamenti nell’area industriale; incendi dolosi ed estorsivi di natura mafiosa; incendi (soprattutto boschivi), allagamenti e necessità di altri generi di soccorso sulla costa, a Lamezia e nei comuni del comprensorio. Una gran mole di lavoro che ha portato il nostro Distaccamento ad essere tra i primi in Italia, dopo quelli delle metropoli, per numero di interventi in quel quinquennio 2008/2012 preso a base per pianificare il riordino. Con tutto ciò la bozza di riordino ci riduce l’organico da 36 a 32 diviso su quattro turni con 8 unità a turno invece degli attuali 9. Sembra un’inezia. Ma questo comporta che, ridotte le unità per turno a 6 a causa di ferie, malattie e riposi, non si potranno più avere come ora una squadra di pronto intervento obbligatoriamente di 5 unità e una di supporto di 2 unità.
Quello che brucia (è il caso di dirlo) è però che il restante 60% del territorio provinciale, lontanissimo da tali numeri e da una tale complessità di problemi, nella bozza di riordino viene enormemente potenziato. Oltre alla sede provinciale dove lavorano ogni giorno almeno 18 unità a turno, sono previste altre tre sedi distaccate (Soverato, Sellia Marina, Chiaravalle con altre 15 unità per turno) per un totale di sei squadre di intervento e 30/35 vigili del fuoco costantemente in servizio sul quel territorio.
Eppure nel 2008 l’allora sottosegretario Minniti aveva promesso di potenziare il nostro Distaccamento proprio per la gran mole di lavoro a cui assolve. E in Parlamento abbiamo ancora due deputati lametini che potrebbero far sentire le loro voci, una delle quali potrebbe essere fortemente incisiva, se è vero che questa bozza di riordino dovrebbe passare al vaglio di una commissione di cui fa parte l’on. Lo Moro. O dobbiamo aspettarci di restare per sempre con questo incendio che ci brucia dentro e … senza più Vigili del Fuoco per poterlo spegnere?