Aeroporto Stretto chiude? Responsabilità e prospettive Ecco l'analisi di Lorenzo Fascì (Pci)
Le pagine dei giornali reggini, in questi giorni, sono impegnate a sviluppare tesi sulle ragioni della chiusura dell’Aereoporto.
In effetti, la situazione è gravissima: la Società di gestione (SOGAS) è stata dichiarata fallita e l’Alitalia preannuncia l’abbandono dello scalo reggino.
Un buon approccio alla vicenda impone analisi dei problemi e prospettive.
E’ ovvio che se si è arrivati a questo punto sulla vicenda dell’Aereoporto si sono sovrapposti errori, omissioni, scelte sbagliate a partire dagli organi di gestione della Sogas ad arrivare alle istituzioni territoriali.
Intanto riteniamo di sottolineare una questione che non è assolutamente secondaria.
Perché un aereporto possa vivere occorrono i passeggeri. Per cui prima cosa da fare è creare le condizioni per rendere fruibile lo scalo reggino a tanti.
Un vecchio detto dice che tutte le strade portano a Roma (come centro geografico italiano).
Parafrasando questo motto, potremmo di che tutte le strade dovrebbero arrivare – ed anche velocemente – dentro l’ Aereoporto. Ebbene è così?
Chi conosce bene lo scalo reggino sa che vi è una condizione esattamente opposta.
Non sbagliamo dicendo che il Tito Minnitiè l’unico scalo dove la ferrovia non entra dentro l’Aereoporto: sì non c’è una fermata in coincidenza con l’aereostazione.
Ma più in generale non è stato creato un sistema di infrastrutture che parta dall’unica prospettiva possibile considerare l’Aereoporto il centro del sistema infrastrutturale reggino.
Non è stata realizzata peraltro la bretella – peraltro finanziata dal Ministero dell’Ambiente tanti anni fa – che avrebbe dovuto velocizzare l’arrivo delle autovetture dall’autostrada all’interno dell’Aereostazione.
Quindi non si arriva o si arriva male sia via strada che via ferrovia.
Bene, così facendo abbiamo eliminato intere face di possibili utenti. La fascia jonica e la fascia tirrenica della ex provincia, ivi compreso l’indotto del Porto di Gioia Tauro che, stando così le cose ritengono più agevole recarsi all’Aereoporto di Lametia.
L’Aereoporto si chiama non a caso “dello Stretto” perché fin dall’origine è stato realizzato per servire le due sponde dello stretto.
Ebbene qualcuno ha pensato che era opportuno dare la giusta considerazione ai possibili utenti messinesi, come peraltro anni fa si faceva? Non ci pare.
Così i messinesi si utilizzano lo scalo di Catania ed addirittura le istituzioni messinesi hanno ritirato il loro contributo economico alla gestione dell’Aereoporto visto che ci si è dimenticati di loro.
Prospettiva turistica. Prospettiva che teoricamente c’è. Da anni si combatte con la realizzazione di un molo di attracco di mezzi veloci sotto l’aereoporto da e verso Taormina. Ma la scienza moderna ancora non è riuscita a creare un molo adeguato e poi nessuno dei dirigenti sogas ha mai pensato di creare itinerari turistici legati al mare ed al molo in particolare.
E poi, l’aereostazione che dovrebbe costituire la cabina di regia è ridotta ad un vecchio capannone.
Da anni è stato previsto lo spostamento ed il riammodernamento ma i lavori sono fermi e le amministrazioni in carica si girano dall’altra parte o giocano al bigliardino.
Questo è lo stato dell’arte.
Di chi è la colpa.
La Regione Calabria è debitrice di circa 2 milioni di euro; il Comune di Reggio Calabria di oltre 100.000,00 euro, la provincia non c’è più. L’Ente città Metropolitana ancora è un’abema e non dà segni di prospettiva vera. In questo senso, pur sapendo che le responsabilità sono tante e datate nel tempo, davvero incomprensibile ci appare l’atteggiamento del Sindaco\Presidente della Città Metropolitana. No. Non ci sembra che stia assumendo fino in fondo il ruolo di Primo Cittadino in entrambi i ruoli.
Prospettive.
Riteniamo – da queste pagine vogliamo lanciare un invito forte e chiaro – se vogliamo che ancora la città e la Provincia possa in futuro essere collegata via aerea occorre presto e subito trovare risorse. In questo senso visto che i residui di cassa coprono i fabbisogni fino al giorno 24 gennaio, è necessario che le Istituzioni che hanno debiti nei confronti della SOGAS (in primis Comune e Regione) versino subito il dovuto
Ma poi occorre un’azione di prospettiva: in primo luogo occorre aprire un tavolo con le istituzioni messinesi (ivi compreso Camera di Commercio e Confindustria) per far riguadagnare all’Aereoporto il ruolo di scalo dello stretto. Noi proprio subito dopo l’insediamento della nuova Giunta comunale avevamo lanciato una prospettiva promuovendo il consiglio congiunto dei civici consessi sulla nave traghetto. Quella era una prospettiva vera politica ma anche e soprattutto istituzionale; voleva creare una sinergia tra le due città. E poi ricostituire un organismo di gestione dove contribuiscano con risorse adeguate tutte le istituzioni ma anche e soprattutto gli imprenditori che non possono girarsi dall’altra parte. L’Aereoporto e di tutti.
Per la Segreteria Regionale Pci
Lorenzo Fascì