“L’ADHD dall’infanzia all’età adulta: nuove evidenze” Svolta la prima giornata del convegno a Reggio Calabria
Una due giorni per discutere e confrontarsi sull’ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività), una patologia ancora scarsamente riconosciuta, sebbene significativamente diffusa nella popolazione pediatrica italiana, è stata inaugurata venerdì 7 aprile presso la sala “F. Monteleone” di palazzo Campanella.
“L’ADHD dall’infanzia all’età adulta: nuove evidenze”, questo il titolo del convegno organizzato dall’associazione nazionale AIFA (Associazione Italiana Famiglie ADHD), in collaborazione con l’associazione “Equilibri pedagogici”, l’associazione “Ecopoiesis” Centro di Psicoterapia cognitiva e con il convinto e fattivo sostegno del Consiglio regionale della Calabria, che ha offerto il proprio patrocinio, e con il patrocinio gratuito dell’USR- Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Il convegno, grazie alla partecipazione di illustri professionisti provenienti da tutta Italia, rappresenta un’importante occasione per avanzare proposte, spunti operativi fondamentali e modelli di intervento per affrontare al meglio criticità e debolezze che persistono intorno ad un disturbo ancora poco conosciuto, e riconosciuto, dalla comunità sociale e dalle istituzioni.
Lo spot promozionale realizzato dall’associazione “Pensando Meridiano”, che ha curato la comunicazione sociale dell’iniziativa, ha avviato i lavori del convegno con il susseguirsi di numerosi e preziosi interventi sul tema dell’ADHD.
A portare i saluti della Regione Calabria, l’onorevole Domenico Battaglia convinto che il convegno, che per la prima volta si svolge in Calabria, sia «il miglior riconoscimento dell’ottimo operato di due associazioni che si occupano di un disagio ad oggi totalmente a carico delle famiglia, famiglie che non possono essere lasciate sole», afferma Battaglia.
Ribadisce il ruolo fondamentale delle famiglie dei genitori dei bambini con disturbo da deficit di attenzione/iperattività Giovanna Campolo, neuropsichiatra infantile (centro clinico “Ecopoiesis”, associazione “Equilibri pedagogici”). «Molto di ciò che ho imparato – afferma – proviene dalle associazioni dei genitori dei bambini con una certa patologia. Si impara da loro e dai loro movimenti di propulsione. Abbiamo bisogno di sapere – prosegue – che abbiamo interlocutori». In riferimento è al riconoscimento legislativo dell’ADHD, all’iter burocratico per la diagnosi e dei costi a carico delle famiglie.
“Qual bambino è lento, quel bambino è maleducato, monello”. Quante volte i genitori di bambini affetti da deficit dell’attenzione e iperattività hanno sentito parlare così dei propri figli, i più soggetti a rischio emarginazione. Ma cos’è e come si riconosce l’ADHD? A spiegare al numeroso pubblico presente in sala cosa sia l’ADHD in età evolutiva è Patrizia Stacconi, presidente dell’AIFA, onlus nata nel 2002 per supportare le famiglie ed i bambini affetti da questa patologia. «È un disturbo di origine neurobiologica con esordio in eta evolutiva – spiega – che può permanere in età adulta. Quella dei bambini affetti da ADHD è una realtà complessa e multiforme. L’esistenza dell’ADHD è ancora oggi ignorata e messa in dubbio, raramente diagnosticata e curata. I sintomi vengono spesso considerati secondari, le terapie sono poco conosciute e a carico dell’assistito, non c’e un riconoscimento burocratico». Per far fronte a tali difficoltà l’AIFA, anche grazie ad una fitta rete di collaboratori, opera da anni per la tutela dei bambini affetti da ADHD, per la creazione di gruppi di supporto ed auto-mutuo aiuto, gruppi di parent training rivolti ai genitori. «Fondamentale – conclude la Stacconi – per migliorare la vita di questi bambini è la creazione di una rete tra famiglia, scuola, professionisti in ambito sanitario e, perché no, associazioni sportive».
Sottolinea l’importanza di una diagnosi precoce Maria Grazia Melegari, neuropsichiatra infantile, già responsabile del Centro di Riferimento Regionale ADHD e coordinatore “Centro dell’autismo, presidio “La Scarpetta”, ASL RM. I sintomi dell’ADHD, infatti, si possono cogliere già in età prescolare. Sintomi che vanno riconosciuti e studiati e che si basano su parametri quantitativi – frequenza – e qualitativi – presenza o meno in bambini non affetti da ADHD. Dall’irrequietezza motoria all’aggressività, dall’alterata percezione del tempo al ridotto linguaggio interno. Sintomi precoci, ma significativi, per una gestione efficace della patologia.
Ma come intervenire? Tra gli approcci più efficaci vi sono gli interventi combinati, in particolar modo quelli multimodali. Ed è stato proprio l’intervento multimodale ed il trattamento psicomotorio in epoca prescolare al centro dell’intervento di Tiziana Gagliardi, psicologa, psicoterapeuta comportamentale (centro clinico “Ecopoiesis”, associazione “Equilibri pedagogici”) e Maria Teresa Basile Rognetta, psicomotricista (associazione “Equilibri pedagogici”). Il focus, in tal senso, è sulla rete che coinvolge famiglia-scuola e che deve riguardare anche i clinici (nsi, psiclogo, pediatra, terapisti) con la convinzione che un modello multimodale permetta di cogliere a pieno la pervasività dei sintomi.
Ma come si riconosce l’ADHD? Ad illustrare le categorie e le dimensioni per la diagnosi, oltre ai 18 sintomi indicati dal DSM (il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), è Antonella Gagliano, neuropsichiatra infantile, ricercatore/professore aggregato all’Università di Messina. Gli interventi si sono poi conclusi con Simonetta Rosina, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, responsabile clinico del campus “Crescita Auxilium” sul tema del supporto scolastico che viene dato ai bambini con ADHD e dell’integrazione tra approccio classico e naturalisico.
Tanti le evidenze e le tematiche messe in luce con un’ampia partecipazione anche di non addetti ai lavori che, con numerose domande, hanno animato il dibattito finale.
Il convegno proseguirà sabato 8 aprile, dalle 08:30 alle 19:00. Per il valore formativo, oltre che informativo delle giornate, il comitato scientifico e tecnico del convegno ha previsto di rilasciare un attestato di frequenza a tutti coloro che ne faranno richiesta.