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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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La vittima di un clan vibonese ritratta in aula. «Ci scambiavamo solo doni per le festività»

La vittima di un clan vibonese ritratta in aula. «Ci scambiavamo solo doni per le festività»

La presunta vittima di Andrea Mantella nel corso dell’udienza del processo in corso contro il presunto boss della ‘ndrangheta vibonese ha negato ogni estorsione parlando di «ottimi rapporti»

La vittima di un clan vibonese ritratta in aula. «Ci scambiavamo solo doni per le festività»

La presunta vittima di Andrea Mantella nel corso dell’udienza del processo in corso contro il presunto boss della ‘ndrangheta vibonese ha negato ogni estorsione parlando di «ottimi rapporti»

 

 

VIBO VALENTIA – ”Con Andrea Mantella ci scambiavamo doni per le feste: a Natale, a Pasqua ad esempio. Io davo a lui qualcosa come giubbotti e lui in cambio mi faceva avere degli affettati, della carne, la fiorentina in particolare. C’erano ottimi rapporti”. A parlare è Domenico Russo, titolare dell’omonima concessionaria, parte offesa nel processo “Nasty Embassy” in corso a Vibo Valentia. Nel processo sono imputati, oltre a Mantella (difeso dagli avvocati Francesco Sabatino e Francesco Catanzaro), Salvatore Morelli (avv. Giuseppe Di Renzo) e Vincenzo Mantella (avv. Sabatino) accusati dell’estorsione allo stesso imprenditore vibonese che stamani è stato sentito nell’udienza celebratasi nell’aula bunker del nuovo palazzo di giustizia. Una deposizione di oltre due ore, nel corso della quale più di una volta il pm distrettuale Pierpaolo Bruni ha contestato quanto riferito dal teste in dibattimento e quanto affermato negli interrogatori resi alla Squadra Mobile di Catanzaro e dalle cui parole, di evidente sofferenza per la situazione estorsiva che lo vedeva vittima, si era sviluppata l’inchiesta. La parte offesa ha riferito in aula come sempre Mantella ”non mi abbia mai fatto mancare nulla dal punto di vista finanziario” e che nel periodo della sua detenzione a Villa Verde di Donnici, nel Cosentino è andato a fargli visita due volte: ”Siccome eravamo in ottimi rapporti, mi recai da lui in due circostanze, la prima dopo il furto subito dallo stesso della Bwm che aveva acquistato poco tempo prima da me. In quell’occasione portai a lui un vassoio di dolci e non una tangente a titolo estorsivo – per come invece affermato in sede di interrogatorio – Nel 2012 ha saldato completamente il suo debito in occasione della vendita di una Bmw x3”, sulla quale, però, è in corso una indagine da parte sempre della Squadra Mobile catanzarese guidata da Rodolfo Ruperti e il cui verbale di interrogatorio è stata messo a conoscenza dei legali degli imputati proprio nell’udienza di ieri mattina. Secondo l’indagine Russo risultava essere creditore nei confronti di Mantella, mentre adesso sarebbe invece debitore. E propria circostanza ha sollevato una serie di dubbi che sono, appunto, confluiti in un nuovo filone investigativo.