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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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La vedova di un fumatore risarcita con 23,6 miliardi di dollari

La vedova di un fumatore risarcita con 23,6 miliardi di dollari

L’uomo era morto nel 1996 all’età di 36 anni. Riconosciuto il “danno punitivo”

La vedova di un fumatore risarcita con 23,6 miliardi di dollari

L’uomo era morto nel 1996 all’età di 36 anni. Riconosciuto il “danno punitivo”

 

 

Un tribunale della Florida ha stabilito al produttore di sigarette americane RJ Reynolds
Tobacco Company a pagare un risarcimento di 23,6 miliardi di dollari alla vedova
di un fumatore che è morto di cancro ai polmoni a soli 36 anni.Si tratta dell’importo
più alto mai fissato da una Corte di giustizia nella storia della Florida che prevede
una provvisionale da versare subito di un importo di 16 milioni alla vedova del defunto
Michael Johnson Sr.Durante le udienze svoltesi in quattro settimane, gli avvocati
che difendevano la vedova del signor Johnson, Cynthia Robinson, hanno sostenuto che
la RJ Reynolds hanno omesso di informare i consumatori sui pericoli del tabacco,
una negligenza che avrebbe permesso al signor Johnson di contrarre il cancro ai polmoni.Essi
hanno sostenuto che il signor Johnson era diventato dipendente del fumo tanto da
consumare da uno a tre pacchetti di sigarette al giorno per oltre due decenni avendo
cominciato quando era appena tredicenne. “Non poteva smettere. Fumò anche il giorno
in cui morì”, ha detto l’avvocato della signora Robinson, Chris Chestnut. La giuria
della contea di Escambia ha depositato il suo verdetto dopo circa 15 ore di camera
di consiglio.La corte ha voluto chiarire che l’industria del tabacco non può continuare
a mentire al popolo e al governo degli Stati Uniti sulla dipendenza e sulle sostanze
chimiche letali contenute nelle sigarette.”Speriamo che questo verdetto invierà
a RJ Reynolds e altri tabacchi principali aziende un messaggio per costringerli a
fermarsi a mettere in pericolo la vita di persone innocenti”.La causa della signora
Robinson era inizialmente parte di una vasta class-action contro le società produttrici
di sigarette. Nel 2000 una sentenza diede ragione ai querelanti stabilendo in 145
miliardi di dollari l’entità dei “danni punitivi”, una somma che all’epoca era la
più alta mai concessa in un giudizio di questo tipo nella storia Usa. Quella sentenza
fu annullata nel 2006 dalla Corte suprema della Florida con la motivazione che la
causa era stata intentata per casi molto diversi tra loro. Ma i querelanti potevano
adire di nuovo le vie legali a livello individuale. E la signora Robinson è una
delle circa mille persone che l’anno fatto. Nel braccio di ferro giudiziario che
ormai da decenni contrappone i cittadini statunitensi alle compagnie del tabacco
va inoltre segnalato che il mese scorso la Corte suprema Usa ha rifiutato di occuparsi
di una serie di ricorsi presentati dalle società, principalmente dalla Reynolds,
contro verdetti dei tribunali della Florida che prevedono risarcimenti per oltre
70 milioni di dollari.Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti
[1]”, con questa storica sentenza, la salute pubblica entra in un nuovo mondo coraggioso
per il controllo del tabagismo. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità che
ha la sua sede a Ginevra, il fumo uccide 6 milioni di persone all’anno e se non si
interviene la cifra salirà a 8 milioni entro il 2030.