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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Stato assente sulla vicenda del Tribunale di Rossano Il territorio ha bisogno di autorevolezza. La denuncia del "Movimento Terra e Popolo"

Stato assente sulla vicenda del Tribunale di Rossano Il territorio ha bisogno di autorevolezza. La denuncia del "Movimento Terra e Popolo"
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Preso anche l’ultimo fascicolo dal palazzo di giustizia di Rossano,
crediamo sia giunto il momento di fare un bilancio lucido ma anche,
finalmente, senza mezze verità e inutili buonismi su questa vicenda.

Che la cosiddetta riforma della geografia giudiziaria sia un fallimento
epocale, se ne sono accorti tutti.

Le foto dell’aula bunker di Castrovillari allagata in occasione
dell’importante processo antimafia seguito all’operazione “stop” hanno
fatto il giro del continente: se si pensa che la burocrazia ministeriale
ha permesso che il tribunale più grande si accorpasse al più piccolo col
pretesto di una struttura nuova, si ha un quadro piuttosto limpido della
situazione e delle falsità prodotte.

Del resto in questi mesi ne abbiamo viste di tutti i colori: dai vermi
in aula alle udienze negli studi dei giudici, passando per i tempi della
giustizia che non solo non sono migliorati, ma sono addirittura
peggiorati (se ovviamente non si tenta di far passare le prescrizioni
come sentenze, soprattutto se si è un dirigente della giustizia).

In tutto questo assistiamo ormai periodicamente ad uscite infelici del
Presidente del Tribunale di Castrovillari il quale, come fosse un
opinionista sportivo o da talk show, rilascia interviste in cui vanta
risultati eccellenti e persino di essere stato quasi il direttore dei
lavori del nuovo tribunale. Un vanto, quest’ultimo, che risulta
piuttosto autolesionistico visti i risultati, ma da questo atteggiamento
traspare di certo un elemento chiaro: *se c’è qualcuno che ha usufruito
di questo folle accorpamento è un pezzo della burocrazia togata a
scapito evidentemente, di un territorio, di molte comunità ed in
generale del diritto alla giustizia che ha visto la soppressione, di
fatto, di un servizio. *

Non siamo mai stati per la chiusura di un tribunale piuttosto di un
altro, al contrario riteniamo che in Calabria sia necessario l’esercizio
di tutti i tribunali esistenti prima di questa contro-riforma, ma ciò
non sminuisce *lo squallore di una riforma giudiziaria modellata, ancora
una volta, come ai tempi della prima repubblica, sulle influenze
personali o familiari di qualche giudice o di qualche politicante. *Si
tratta di una responsabilità gravissima di fronte alla storia della
nostra Repubblica, di cui risponderanno non solo i Premier ed i ministri
della Giustizia, ma anche il presidente Giorgio Napolitano, il quale
avrebbe dovuto fare da garante in questa grottesca vicenda ed invece si
adoperato in direzione opposta.

*Rigettiamo il goffo tentativo di un pezzo della classe dirigente locale
che tenta di appioppare ad una o all’altra parte politica questo
ignobile scippo, dal momento che tale scellerata riforma ha attraversato
i governi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi, senza quindi possibilità di
scarica barile per nessuno. *

*Al contrario stiamo aspettando da due anni le dimissioni promesse e
ripetutamente rimarcate di Antoniotti, il Sindaco delle chiusure e degli
accorpamenti, dimissioni che di certo non riaprirebbero il tribunale ma
sarebbero un primo passo per il rinnovamento radicale e necessario di
una classe politica incapace e chiacchierona.*

Riteniamo infatti che sia proprio questo il punto centrale dal quale
ripartire: *negli ultimi decenni abbiamo scelto i nostri rappresentanti
sulla base di messe in scena elettorali, abbiamo dato fiducia a uomini e
programmi senza alcuna concretezza né lungimiranza ed oggi raccogliamo i
frutti amarissimi di queste scelte.*Non sarà semplice né immediato, ma
per riottenere servizi e strutture l’intero territorio ha bisogno di
autorevolezza e di coraggio. È necessaria una classe dirigente nuova che
basi la propria azione sulle esigenze del territorio, che sia in grado
di pianificare oltre le mere scadenze elettorali e che abbia il coraggio
di mantenere le proprie scelte con coerenza. Al momento abbiamo una
classe politica incapace, persino, di assumersi le proprie più basilari
responsabilità.