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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 08 DICEMBRE 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

| Il 20, Mar 2012

“Io non ho bisogno dell’oro, io cerco solo la verità”. Ed io “Sono offeso da come va il mondo, dalla volgarità delle masse”

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

“Io non ho bisogno dell’oro, io cerco solo la verità”. Ed io “Sono offeso da come va il mondo, dalla volgarità delle masse”

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

 

Cos’è un “insulto (a)moralista”? È semplicemente, un continuo accanirsi con lo squallido mezzo dell’ingiuria contro qualcuno, predicando la “sana” parola senza volgere uno sguardo alla propria coscienza e capire semmai, essa sia in grado di potersi permettere tali insulti. Ossia, se la propria coscienza può permettersi di tali accanimenti guardano il fuscello nell’occhio del “nemico” senza rendersene conto della trave che c’è nei propri occhi (quelli degli (a)moralisti).

Giacomo Leopardi nel suo Pensieri scrisse «Gli uomini si vergognano, non delle ingiurie che fanno, ma di quelle che ricevono. Però ad ottenere che gl’ingiuriatori si vergognino, non v’è altra via, che di rendere loro il cambio», ma a che prezzo? Dove ci porterà questo astio?

Poniamo un esempio pratico, quello politico, senza escludere altri campi, e dei suoi schieramenti, e prendiamo in esempio la storia politica (e non personale) di ognuno, aggiungiamo a questi un altro concetto anzi, altri tipi di protagonisti della condizione (a)moralista, gli “accoliti” ed i tirapiedi.

Questi due ulteriori elementi sono fondamentali perché in gergo manzoniano sarebbero definiti “bravi”, invece in gergo mafioso, “killer”, ma in questo caso sono “poveretti”. Pachidermi in attesa del beneficio del potente di turno ovvero del “potente in sella”, quello che magari elargisce facili promesse di future sistemazioni ma che poi come sempre le illusioni fioccano come neve sulle alte quote. E si sa, basta un po’ di sole e tutto si scioglie….o al massimo con il freddo si congela.

Sarei tentato di fare nomi e cognomi, ma per ora e solo per ora, preferisco fermarmi qua onde evitare reazioni a catena che potrebbero causare danni irreversibili a fatti ed a cose. Quindi, mi fermo asserendo semplicemente che ogni riferimento è puramente casuale.

Io vorrei essere come Puskin cercare “solo la verità” e questa verità deve essere unica e non nelle sue molteplici forme; io cerco la trasparenza e questa dovrebbe essere data a prescindere. Io non accetto i finti tonti, non accetto chi è stato beneficiato in passato, anche di posti di lavoro specie se pubblici perché quando si raccomanda una persona è sempre a discapito dell’altra, è sempre un’ingiustizia. E poi questa “gentaglia” si permette addirittura di fare moralismi e “j’accuse” che non gli competono perché è la loro coscienza che glielo impedisce, ma loro no, imperterriti se ne fregano anche di essa; non vorrei che anche la coscienza sia stata ricevuta per raccomandazione. A queste persone, io dico, dimettetevi dai vostri incarichi, rinunciate al posto di lavoro che vi è stato “donato” e mettetevi in discussione, onorate così la vostra coscienza e la vostra buona fede, così facendo avrete credibilità morale e magari qualche cielo stellato sopra la vostra testa.

Agli accoliti dico, non cercate dove altri hanno “pescato” prima di voi perché altrimenti sarete uguali alla stessa gentaglia e contribuirete al mercimonio prodotto in questi anni nella nostra società, mentre ai tirapiedi consiglio di prendere qualche camomilla in più e di ragionare con la propria testa senza copione scritto da altri, si guadagna di dignità e di decoro. E poi, dico e poi perché questi stravolgimenti di bandiera a seconda che il vento tiri in direzioni variabili, abbiate un po’ di decoro e di amor proprio anche e soprattutto per poter guardare con occhi limpidi e onesti i vostri figli.

Sì, i propri  figli, quelli che dagli esempi dei padri corrono il rischio di percorrere le stesse strade contaminate dal dissesto morale e dalla disonestà.

Se qualcuno muove una critica, rispondete con la critica e non con l’insulto mediatico, sia paesano che di social network, la vita privata è privata altrimenti non si definirebbe tale. Se pensate che qualcuno abbia commesso un reato lo si denunci, ma non su facebook, bensì alla procura della Repubblica.

“Il nome suo nessun saprà… / E noi dovrem, ahimè, morir, morir! / Dilegua, o notte! Tramontate, stelle! / Tramontate, stelle! All’alba vincerò! / Vincerò! Vincerò!”

lalanternadidiogene@approdonews.it