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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

| Il 24, Gen 2014

  

Argiroffi, Palmi città d’arte. Taurianova, città senza arte né parte.

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene           

Argiroffi, Palmi città d’arte. Taurianova, città arte né parte.

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

Sono trascorsi quasi sedici anni dalla morte di Emilio Argiroffi, quel sindaco malconcio per le sue precarie condizioni di salute che guidò la città di Taurianova dal 1993 al 1997. L’anno dopo della scadenza del mandato, si spense, ed io aggiungo, nell’indifferenza (quasi) totale di tutti i cittadini taurianovesi. Poche le persone, se non i suoi ex “compagni”, lo ricordarono, per il resto l’oblio prese il sopravvento negli che vennero a seguire.
Ricordare Argiroffi non è impresa facile, l’ho fatto tempo fa, e sono stato uno dei primi a dare una spinta di sensibilizzazione per donare un degno ricordo alla sua figura. Quella di un personaggio così controverso, bucolico e per certi aspetti anche dall’aria quasi aristocratica poggiata su un piedistallo rispetto ai suoi interlocutori. Io non credo che Argiroffi fosse un comunista, non lo penso nemmeno lontanamente, anche se, la sua militanza fu nelle fila dell’ex Pci. No, io penso che Argiroffi fosse uno di quei liberali che il mondo politico aveva tra le sue fila, una persona che di socialismo avesse ben poco.
Ma, non sto a parlare di questo né tocca a me a dare giudizi postumi su una figura, seppur controversa, scrisse una delle pagine importanti della città. A partire dalla sua elezione a Senatore della Repubblica, ma maggiormente, a mio avviso, e soprattutto quando fu eletto sindaco della città nel 1993.
Lui raccolse i postumi di anni tremendi, di lutti e di terrore per le strade, quando negli inizi degli anni novanta si sparava, si ammazzava e si raccoglievano i cadaveri crivellati e martoriati dalla ferocia mafiosa per le strade.
Lui ebbe le redini di quel risveglio popolare che non seppe gestire come si doveva, la sua amministrazione fu quasi un fallimento per la maggior parte del suo mandato, se non poi, riprendersi quasi agli sgoccioli del mandato, dove lui era solo un munsero, un nome, una persona con la fascia tricolore da portare nelle occasioni pubbliche.
E arrivando ai giorni nostri, ecco un altro episodio che ha fatto tanto discutere, la questione della sua eredità culturale per le opere custodite nella sua casa museo, che la sorella Maria, scomparsa pochi giorni fa, ha deciso di donare non a Taurianova, ma a Palmi. Un ennesimo sgarro alla sua città perpetrato dalla sorella. Non ho mai amato le frasi di circostanza né le demagogie del caso, ho cercato sempre di dire quel che penso, a volte anche con l’impopolarità che ne deriva, ed a volta anche con le feroci critiche sono sempre state oggetto mirante dei miei pensieri.
A questo ennesimo sgarbo alla città, fatto da un Argiroffi, non mi sorprendo più di tanto. Perché se andiamo indietro con il tempo, noteremmo che, Taurianova era stata spogliata dai suoi uffici, dal suo glorioso ospedale proprio nel periodo di amministrazione Argiroffi. Ecco, io penso che lui si sia portato sulla coscienza molte razzie fatte in questa città. Una città che, seppur negli anni passati, “governata” da una potente famiglia, quella dei Macrì, aveva sempre mantenuto e ottenuto tutto quello che voleva. Pur essendo una famiglia discutibilissima, sicuramente non rispecchiava di grandi trasparenze, però ha sempre cercato di apporre un proprio sigillo di potere alla città, vuoi per ambizione personale, vuoi per dimostrare il loro potere, ma Taurianova ha ottenuto molti benefici, tra questi, la miriade di posti di lavoro che ancora reggono gran parte dell’economia della città, donati a questi, a quelli (traditori e non).
Ed il fatto che, qualcuno si sia indignato che magari, non è stato apposto un manifesto funereo da parte della città di Taurianova, adesso retta dalla terna commissariale, che seppur estranei, come ho sempre asserito, bè, avrei fatto anche io allo stesso modo. Perché ricordare chi ha snobbato la propria città? L’amor proprio e la dignità sono le toccasane e le condizioni per mantenere quel che resta di una precaria condizione di disagio che questo popolo sta vivendo e vivrà ancora chissà quanto a lungo ancora.

lalanternadidiogene@approdonews.it