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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

Baldessarro, Morosini, il garantismo ed il ….“cesso”

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

Baldessarro, Morosini, il garantismo ed il ….“cesso”

 

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

“Chi tocca i fili muore”. Guai però, peggio, a toccare o criticare un sacerdote, un vescovo o un altro “alto prelato” della chiesa. Chi lo fa rischia, ben che gli vada, la gogna mediatica sia degli accoliti che dei galoppini di corte ops…di chiesa. E tra questi, ci sono gente normale, politici ed altri avventisti della mutua. Ed altri che fanno la morale del tipo, “guardo la pagliuzza dell’occhio dell’altro, omettendo di guardare il fuscello nei propri occhi”.
Questa volta è toccato al bravo (e povero) giornalista Peppe Baldessarro, famoso per i suoi pezzi su Il Quotidiano e su la Repubblica. Per aver accomunato il neo arcivescovo di Reggio Calabria Giuseppe Fiorini Morosini ad un “cesso”. Ma solo per il pensiero che lui ha espresso in merito alle condanne verso i mafiosi, da buon garantista quale si professa. Cosa ha detto Morosini che a Baldessarro, evidentemente non gli è andato giù? «l nuovo vescovo di Reggio Calabria Giuseppe Fiorini Morosini è garantista: “Nessuno è mafioso fino al terzo grado di giudizio, e comunque vanno lette le motivazioni delle sentenze, perchè i giudici sono uomini e come tutti gli uomini possono sbagliare”. Io invece non sono garantista, dunque per me questo vescovo è un cesso, e per dirlo, oltre che pensarlo, non ho bisogno di attendere alcuna sentenza». Apriti cielo ed inferi compresi. Una serie di accuse, persino l’Ordine dei giornalisti vorrebbe aprire (o ha aperto un provvedimento disciplinare), a mio avviso inopportuno ed inutile, visto che la sua opinione è stata espressa in una pagina personale di un social e non in un articolo pubblicato dai giornali dove cui scrive il Baldessarro. Però, si tratta di un Vescovo, e quindi, questo ed altro…ed altro…ed altro ancora. Ma Peppe Baldessarro, in uno dei suoi commenti chiarisce, diciamolo pure un salvataggio in calcio d’angolo quando chiarisce che, “per evitare di toccare la sensibilità dei cattolici, il giudizio di cesso non è riferito alla persona, ma al concetto espresso, al messaggio e all’interpretazione che può essere data da chi lo recepisce. Lo ritengo un messaggio sbagliato, un cesso di messaggio”. Amen!
Tralasciando le opinioni personali che sono regolamentate dall’art. 21 della Costituzione in uno Stato laico e non ad influenza cattolica come lo si vorrebbe far credere e molte volte lo si pratica. E vista la grande apertura di Papa Francesco al dialogo, penso che molti attacchi per un’affermazione così personale cadono perennemente nel ridicolo. Ed anche in quel circolo vizioso, che de La Rochefoucauld definiva come l’ipocrisia fosse «un omaggio che il vizio rende alla virtù».
E poi che sarà mai un “cesso”? Greci, romani, babilonesi ed egiziani, ne hanno fatto un’arte, e poi la sua scoperta ha aperto una grande porta alla società moderna. Quindi non credo che quello di Baldessarro sia stato un insulto vero e proprio, ma un concetto di “liberazione” per una frase non condivisa.
D’altronde il vescovo Morosini nella sua lettera di congedo dalla diocesi della locride, indirizzata al Capo dello Stato, ha parlato più da politico che da sacerdote, non mi riferisco a quando scrive che lascia “la Locride in una situazione peggiore di come l’ho trovata sia dal punto di vista economico che sociale”, ma al resto della lettera ed in alcuni suoi passaggi, quando affronta problemi politici, sociali e soprattutto legislativi del tipo “Alcuni problemi del territorio vanno affrontati con coraggio e lungimiranza a livello legislativo; mi riferisco in modo particolare alla legge sullo scioglimento dei Comuni, a quella sulla carcerazione preventiva, ai certificati antimafia per lavorare. Sono in gioco i diritti della persona. Un Comune sotto inchiesta, prima di essere sciolto, ha diritto ad una legittima difesa; così, per finire in carcere bisogna avere una elevata certezza che un cittadino abbia commesso il reato (…)”. Oltre ad un passaggio sulla carenza progettuale e sullo spogliare un territorio che sempre più in preda all’isolamento generale e sociale. Ed è normale che quando si esprimono giudizi (condivisibili o meno), su determinati concetti si rischia ad essere quantomeno, soggetti a critiche da chi la pensa diversamente. E così è stato per il vescono Morosini che tutto si può dire, tranne che non abbia un’indole garantista, e la palesa apertamente e senza paura, ma con gran coraggio. E la stessa cosa anche per Peppe Baldessarro, che esprime le proprie opinioni in maniera chiara, incisiva e decisa, ed anche se a volte con durezza, ma già esprimerli al giorno d’oggi, è cosa rara. E quindi, lasciamo stare punizioni o altre richieste di “condanne” per delle parole nate dall’istinto e dalla sincerità, componenti fondamentali della genuinità di un dialogo, e come ci insegnava Albert Einstein, «La pace non può essere mantenuta con la forza, può essere solo raggiunta con la comprensione».
E pace sia……a prescindere dai “franchi” e “tiratori”….

lalanternadidiogene@approdonews.it