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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

«Perché io sono io, e voi non siete un cazzo»

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

«Perché io sono io, e voi non siete un cazzo»

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

 

«Lei non sa chi sono io», «Mi chiami onorevole». E potrei dilungarmi all’infinito per citare le tanti frasi di persone (o imbecilli, chiamatele come volete), che credendosi come il Marchese del Grillo del grande Alberto Sordi, come per dire, «Perché io so io, e voi non siete un cazzo».
Cos’è un “onorevole”? Dall’enciclopedia Treccani, il termine “onorevole”, si legge questo, “Degno d’onore, onorato, che gode alta reputazione (per meriti, dignità, grado, nobiltà, ecc.), (…).
L’on. (?) Marilina Intrieri, solo una legislatura, per di più dalla durata brevissima, appena due anni (dal 2006 al 2008), eletta tra le fila dell’Ulivo, esponente politico di molteplici colorazioni (ex Democrazia Cristiana, ex Partito Popolare Italiano, ex CDU, ex Cristiano Sociali, ex Democratici di Sinistra, ex Partito Democratico, ex UDEUR), ed ora è, niente, nientepopodimeno che, Garante per l’infanzia e l’adolescenza per la Regione Calabria, nominata dal Governatore Giuseppe Scopelliti. Che sembra, a primo acchito (ma io non ci credo!), una di quelle nomine di “sistemazione politica di secondo ordine”, di chi è stato trombato alle elezioni o magari non più ritenuta “utile” dai partiti politici, tali da garantirgli un posto al sole in qualche Parlamento o parlamentino. Transumanze escluse!
I fatti. Lei l’on (?), respinge delle lettere della prefettura di Crotone perché nell’intestazione a lei rivolta, manca il titolo di “onorevole”, in quanto lei è stato un deputato per una (sola e non di più, vivaddio) legislatura, quindi il titolo si mantiene a vita (sic!)….per lei e solo per lei. E scrive così, non è uno scherzo, ma davvero scrive così, «Le restituisco le lettere (…) che mi ha inviato perché voglia cortesemente integrarle col pertinente titolo istituzionale – ed ancora – Ho constatato, infatti, dalla lettura delle note a sua firma che mi viene attribuito il titolo accademico (verosimilmente “dottoressa”, ndr) e non anche quello di onorevole che mi compete nella mia qualità di deputato della XV legislatura». Ah no, beccati questa e vai a farti un bagno!!! Perché “io so io, e voi non siete un….”.
E non contenta, quando si dice che molte le facce hanno il volto di un qualche altra cosa, e non so quanto possa essere “onorevole”, lei, l’onorevole (?), asserisce che «Si è voluto banalizzare la questione ma sotto c’è una situazione molto seria, ovvero la difficoltà di interlocuzione tra chi rappresenta il Garante per l’Infanzia e la Prefettura di Crotone», mica qua stiamo a pettinare le bambole? Qui si trascura un problema serio se non si rivolge a lei oltrechè come “dottore”, principalmente come “onorevole”.
Ma questa è solo una piccolissima realtà di quanto le persone si atteggiano a comportamenti che di tutto sanno, tranne che di onorevole, basti pensare ai tanti che, per amor di Dio, un titolo ce l’hanno, ma li fanno pesare come se fossero macigni di proporzioni indefinite. Chi ha una laurea, chi ne ha tre e chi, ha addirittura colleziona titoli ed onorificenze che fanno rabbrividire anche i criceti. Ma io mi chiedo, questi bambini, questi adolescenti, da chi diavolo sono garantiti? E cosa si insegna a queste creature, che devono essere innanzitutto, prese per mano e portate verso un mondo migliore o quantomeno in un paese normale, che sentendo determinate baggianate non si sa cosa potrebbero pensare (a loro insaputa). Qualcuno spieghi loro, con delicatezza, nell’innocenza dei propri anni la questione, quantomeno, ne sono certo, si fanno due risate a crepapelle. Spiegategli a loro il reale significato delle parole di chi li rappresenta, e soprattutto chi li rappresenta o vorrebbe farlo. Nascono Garanti ed associazioni come se fossero funghi di stagione, riempiendosi la bocca con la parola “bambini”, “infanzia”, etc. etc. Ma che poi, sembrano dei trampolini di lancio, per future carriere di ogni genere e specie. Di solito e molto spesso si ambisce al Parlamento, ma non sempre ci si riesce perché il fulcro principale in questo Belpaese è sempre formato dal voto dei cittadini.
Tempo fa, un episodio analogo accadde nel casertano, quando a farne le spese dell’arroganza del potere fu il parroco di Caivano Don Maurizio Patriciello che rivolgendosi al prefetto di Caserta chiamandola “signora”, si prese le ire del prefetto Di Martino, che irato per tale situazione e intimandolo di rivolgersi a lei come “Sua Eccellenza”. A l’intelligente prefetto Di Martino gli costò la ridicolizzazione (com’era giusto che fosse) , di tutto il web. Adesso invece è toccato all’on. Marilina Intrieri, oh mi scusi (ci stavo cascando pure io), alla “signora dottoressa” Marilina Intrieri.

lalanternadidiogene@approdonews.it