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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

| Il 15, Giu 2012

Taurianova. Quando i miracoli esistono, ma alla fine restano solo le “briciole”

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

Taurianova. Quando i miracoli esistono, ma alla fine restano solo le “briciole”

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

 

E siamo arrivati alle porte della primavera del 2007, quando a Taurianova scadeva il secondo mandato Biasi e si doveva ritornare alle urne per eleggere un “nuovo” Sindaco della città. Ripeto, un nuovo sindaco.

Quell’anno (l’apostrofo lo usava anche Pirandello), si è rivelato l’anno del miracolo e da lì ho capito che i miracoli esistono e possono anche resuscitare i morti (sic). I morti in questione erano i componenti della maggioranza uscente, li vedevi vagare da soli senza compagnia né confidenze altrui, a differenza di come erano cambiati i tempi, quando agli inizi di un giovane avvocato “sempre con il sorriso” faceva vedere solo il naso fuori e veniva “acclamato” dal popolo. Ed altri amministratori “fedeli” con l’agenda sottobraccio attraversavano impertinenti le strade cittadine. Ma tutto era finito, calato il sipario, aveva perso tutto anche i “sogni di gloria” e non gli è per nulla bastata “la passione di sempre”. Erano rimaste le briciole che nessuno più raccoglieva. Ma le briciole in quegli anni, con il passare del tempo insieme al “miracolo” erano diventate grosse molliche. Quelle molliche portavano il nome di Fons Nova Vita Felix, GioSeTa e banca OPI.

Con un Coupe de Theatre, fregandosene delle leggi, della Costituzione e di quanto altro poteva essere in mezzo, inventandosi una baggianata enorme come “libertà e democrazia”, l’ex giovane Biasi si candida per la terza volta consecutiva, in teoria se avesse vinto (cosa che è stata) sarebbe stato un clandestino senza permesso di soggiorno. Gli altri contendenti più titolati erano la “sempreverde” Olga Macrì ed il diessino Domenico Amuso, gli altri invece erano solo delle semplice comparse che formavamo semplicemente delle “masse trascurabili”. C’erano in fase di pre-riunioni per gli accordi elettorali i primi incontri definiti di “salute pubblica”, una cavolata inventata per l’occasione per mera visibilità senza nessun seguito né sostanza, credo che fossero le elezioni dei famosi “17” voti. Solo 17 “Questioni morali”.

Nessuno in quella competizione scommetteva su Biasi, tutti lo davano per finito ed alla fine è rimasto “un uomo solo al comando”. Riesce ad andare al Ballottaggio a discapito di Olga Macrì e battere la grand coalition di Domenico Amuso, l’uomo del miracolo. Ancora oggi diversi teologi e uomini di spirito nonché studiosi tra pellegrinaggi vari e strascicate non riescono a dare una spiegazione logica a quel miracolo, a quel uomo che ha fatto resuscitare Biasi. L’anno dopo questo miracolo si estese a livello nazionale con Uolter Veltroni che riuscì nella fatidica impresa di resuscitare Berlusconi e farlo (ri)diventare capo del governo.

Rocco Biasi è per la terza volta sindaco di Taurianova, c’è un “clandestino” che si aggira in città ed ha pure la fascia tricolore. Qualcuno si chiederà come sia potuto succedere, a dire il vero resta un mistero così come tanti miracoli. Quei partiti si sfaldano ed alcuni (ahimé) si uniscono per creare quello che ad oggi è un fallimento di idee e di programmi. Indovinello: nato dalla fusione della Margherita e dei DS. Chi è?

Biasi si insedia e sta in carica tre mesi, solo un prefetto riesce a scioglierlo ed a mandarlo a casa, la politica invece No. Il prefetto in questione, Luigi De Sena, poi ha aderito al partito della fusione il PD, mannaggia ho svelato il mistero.

Ma Biasi non si accontenta solo di vincere, vuole strafare ed in soli tre mesi crea quello che nessuno mai avrebbe creato in cinque anni: manda avanti la società di imbottigliamento dell’acqua, per intenderci la “Fiat di Taurianova” che era arrivata ad uno sperpero delle casse comunali di più di due miliardi delle vecchie lire. Contrae un mutuo di 3 milioni di euro con la banca OPI per indirizzarle ad alcune opere pubbliche (?) e costituisce una società di riscossione tributi con i comuni di Gioia Tauro e Seminara, così definita GioSeTa. E questo lo fa senza poter fare nulla di tutto questo perché in ogni punto c’è un’indagine della magistratura contabile. E siccome in questa Italia quando le istituzioni vogliono funzionare ci sono, De Sena dice “Basta!”, via Biasi ed il comune è commissariato. Arriva così a giugno del 2007 il prefetto Luisa Latella che porta a galla cavillose questioni con alcuni atti di indirizzo che poi trasmette anche alla Corte dei Conti ed alla Magistratura ordinaria. Ad oggi nulla ancora è successo, ma si sa i miracoli fanno anche questo effetto.

Il prefetto Latella in un atto di indirizzo (n. 53 del 22 maggio 2007), sollecitata anche dalla Corte dei Conti, dice per la Fons Nova che dato che la società pubblico interesse ai sensi del TU degli Enti Locali, come si sia potuto procedere ad un finanziamento che era partito, così come si evince dalla deliberazione del commissario, «aumentato nel tempo con un impegno finanziario sempre più importante (…) da 46.481,12 euro per l’acquisto della quota parte della proprietà dell’immobile (…), a 1.057.985,41 euro (sic!)».

Per la banca OPI e per questo mutuo stipulato di 3milioni di euro si era occupata la magistratura contabile con una delibera (N. 68/2006). Un mutuo stipulato dopo la delibera n. 68/2006 in cui veniva ordinato di non «ricorrere all’indebitamento per gli investimenti», e che l’allora commissario prefettizio Latella tra le tante note e gli atti indirizzo prodotti all’indomani del suo insediamento che è venuto a causa dello scioglimento del Consiglio Comunale “a tutela della legalità violata”, in una nota alla magistratura contabile comunicava «che sarebbe stato assunto un mutuo con la banca Opi S.p.a., per un importo di 3 milioni di euro – e che – l’introito delle somme è avvenuto con la sottoscrizione di due contratti stipulati successivamente alla notifica della delibera 68/2006». Ed al di questa stipula per avere liquidità e completare alcune opere pubbliche, c’è la delibera n. 328/2007 che dice di «provvedere alla rimodulazione del programma triennale delle opere pubbliche (…) per i quali non sussista (…) della relativa esistenza di disponibilità economica della realizzazione». Che disastro!

Piano piano siamo arrivati alla Gioseta, un altro disastro, oltre economico anche giudiziario, nata da un accordo di tre comuni della Piana di Gioia Tauro, la Gio.Se.Ta. S.p.a., appunto dai nomi Gioia Tauro, Seminara e Taurianova. La Gioseta, la società mista per la riscossione tributi voluta dai tre sindaci di allora, appunto di Gioia Tauro, Seminara e Taurianova ossia, Giorgio Dal Torrione, Antonio Marafioti e Rocco Biasi, e che all’epoca si gridò allo scandalo perché come sembrasse, a primo acchito, un’operazione clientelare atta a sistemare parenti ed amici e quindi entrare nel mondo del business economico, sfruttando il potere di sindaco che i cittadini avevano attribuito. Due dei sindaci, Gioia Tauro e Seminara, sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose ed a Seminara nella famosa operazione “Topa” furono arrestati sindaco e vicesindaco. Nei fatti tutti e tre i comuni sono stati sciolti, Taurianova per motivi diversi dagli altri. Anche in questo caso ci sono state deliberazioni della Corte (n. 328/2007) che intimava di svolgere «svolgere una accurata valutazione in sede amministrativa e politica, circa la stretta essenzialità del mantenimento di tutte le partecipazioni sociali in essere». Ed un atto di indirizzo della Latella (n. 50 del 16.05.07) che diceva che «appare necessaria una riflessione sull’utilità della partecipazione del comune alla Società di che trattasi in relazione ai costi di gestione della stessa (…) alle modalità di svolgimento del servizio, alle garanzie per l’ente ed alla possibilità di controlli sull’attività gestionale». Ed infine dulcis in fundo sulle pagine del Sole 24 ore del 15 febbraio 2008, il bravo giornalista Roberto Galullo scrive «che la magistratura sta studiando l’operato della Gioseta», visto il dominio della ‘ndrangheta nella Piana. E che, «la Gioseta avrebbe alle sue dipendenze, secondo gli inquirenti, con tutti i condizionali, persone vicine alla cosche di Gioia Tauro».

Finisce così la stagione taurianovese di Biasi che nel bene o nel male ha scritto dieci anni di storia taurianovese fatta di alti, di bassi e di “questioni morali”.

Cos’è rimasto di tutto questo? La Fons Nova non esiste più, i soldi della banca OPI si dice che non si trovano. E della Gioseta? Un atto deliberativo di smantellamento fatto dai commissari prefettizi insediatasi a causa dello scioglimento per infiltrazione mafiosa del consiglio comunale del dopo Biasi. Ma questa è un’altra storia: la prossima.

 

 

3. (continua….)

 

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