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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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La Georgia vuole alimentare il vento della Pace

La Georgia vuole alimentare il vento della Pace

Papa Francesco invita a fermare l’uso delle armi

La Georgia vuole alimentare il vento della Pace

Papa Francesco invita a fermare l’uso delle armi

 

Riceviamo e pubblichiamo

L’appello di Papa Francesco,di queste ore, per ”fermare,, l’uso delle armi nel mondo funestato da odiose guerre ci fa riportare alla memoria i giorni tristi del 2008,allorchè vi fu uno scontro armato fra Russia e Georgia,che poteva essere l’inizio della terza guerra mondiale.
. E’ una valutazione degli storici, degli studiosi di geopolitica e dei più importanti osservatori politici internazionali. Ma resta un dato di fatto inconfutabile. Fu la diplomazia internazionale, sorretta da una corale azione di sostegno dei governi occidentali ad evitare l’aggravarsi di tensioni che avrebbero potuto determinare conseguenze imprevedibili sugli equilibri geopolitici, non solo della regione del Caucaso, ma in tutto il sistema delle relazioni economiche fra l’oriente e l’occidente. Gli Stati Uniti furono ad un passo dall’intervento militare nel Mar Nero, ma scelsero di non intervenire a favore del governo georgiano di Mikheil Saakashvili. La Georgia, in quell’occasione perse due importanti regioni: l’Ossezia del Sud e la Abkhazia, da allora autoproclamatisi Stati indipendenti, che finora nessun governo della comunità internazionale, tranne la Russia di Putin, ha mai riconosciuto come tali.
In Georgia si era all’indomani della “rivoluzione delle rose” di Mikheil Saakashvili che rappresentò un momento importante della volontà di cambiamento del Paese.
Il Partito politico “United Movimento Nazionale”, di Mikhel Saakashvili vinse le elezioni. Nel primo periodo della sua Presidenza, Saakashvili propose e attuò importanti riforme. Tra queste la riforma della polizia, che pose la Georgia a livello delle nazioni più progredite. Con la rielezione di Saakashvili il Paese entrò in una fase di debolezza causata anche dal Governo che iniziò, secondo la valutazione di autorevoli osservatori internazionali, ad adagiarsi sul consenso acquisito ed a perdere ogni contatto con la popolazione. Ciò ha determinato l’inizio di manifestazioni, scioperi e proteste di piazza. Totalmente debole l’opposizione, divisa e frammentata tra diverse forze politiche incapaci di accordarsi. A riunire tutti questi partiti, lontani tra loro, e a fondare una nuova coalizione: la “Georgian Dream”, fu il miliardario e filantropo Bidzina Ivanishvili. Con una scelta coraggiosa diede vita ad una forte coalizione che riuscì a vincere le elezioni parlamentari del 2012, proprio contro il Movimento Nazionale di Saakashvili. Bidzina Ivanishvili divenne il primo ministro della Georgia. Con una scelta inovativa e coerente, dopo qualche mese, affidò la guida del governo al giovanissimo leader del “Georgian Dream” Irakli Garibashvili, che si era, fino ad allora, ottimamente distinto come Ministro dell’Interno. Nonostante tutto, dall’opposizione arrivarono pesanti accuse di allontanamento dalla linea politica filoccidentale perseguita fino ad allora in Georgia. Critiche sempre smentite con i fatti dal Governo. La dimostrazione più importante e l’accordo associativo che qualche settimana fa, il 27 giugno 2014, Irakli Garibashvili, il più giovane premier d’Europa, ha firmato con l’Unione Europea. Una ulteriore dimostrazione di grande responsabilità istituzionale e politica che ha riaffermato e sancito, senza il bisogno di prove di forza, ritorsioni e minacce, la propensione europea della Georgia e la sua legittima aspirazione a far parte della Nato. Una priorità che ha rafforzato la fiducia dei georgiani nel nuovo governo, impegnato adesso sulla strada delle riforme, già avviata con la riorganizzazione dei ministeri dell’agricoltura e della salute, il rispetto dei diritti umani, a partire dall’inviolabilità della proprietà privata.
E’ l’esempio che viene da una piccola nazione del Caucaso, un’area oggi al centro di grandi tensioni internazionali. Una zona di ‘frizioni’ tra occidente ed oriente per il controllo di un territorio di grande rilevanza strategica. La migliore soluzione è quella del dialogo e della comprensione: così dev’essere anche in Ucraina come in Medio Oriente. Qui le storiche tensioni tra Israele e Palestina non hanno insegnato nulla. La contrapposizione armata ha prodotto solo morti e distruzioni. E’ tempo che il mondo, le grandi potenze, la stessa Europa, ne prendano coscienza.
La Georgia non intende alimentare nuove tensioni, ma contribuire a rafforzare il vento della Pace. Anzi si è posta l’obiettivo di consolidare, senza per questo essere ostile a nessuno, la sua integrità territoriale, l’equilibrio nell’area, ma avendo ben presente la prospettiva di una integrazione con l’Europa, quella stessa Europa che nel 1992 la riconobbe per la prima volta come Stato indipendente.

 

Giorgio Neri