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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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La cosca Crucitti favorì un candidato al comune di Reggio Calabria

La cosca Crucitti favorì un candidato al comune di Reggio Calabria

Politico non indagato, dall’indagine non sono emersi elementi penalmente rilevanti

La cosca Crucitti favorì un candidato al comune di Reggio Calabria

Politico non indagato, dall’indagine non sono emersi elementi penalmente rilevanti

 

 

(ANSA) – REGGIO CALABRIA, 8 NOV – La cosca Crucitti di Reggio Calabria, colpita stamani da un’operazione dei carabinieri, alle elezioni amministrative del 2007 sostenne il candidato consigliere comunale Pasquale Morisani, nel tentativo di infiltrarsi nella vita politica cittadina. E’ quanto emerso dall’inchiesta della Dda di Reggio Calabria, che oggi ha portato all’esecuzione di otto ordinanze di custodia cautelare in carcere. Morisani, attuale assessore ai Lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria, non è indagato in quanto, come scrive il gip nell’ordinanza, “non sono emersi, come correttamente segnala il pm, elementi penalmente rilevanti nei riguardi di Morisani”. “L’attività tecnica espletata nel corso della presente attività investigativa – scrive il gip Domenico Santoro – ha rivelato anche il tentativo di condizionamento politico perpetrato dall’organizzazione criminale attenzionata, concretizzatosi nel supporto garantito da Santo Crucitti e dai suoi accoliti a beneficio di Pasquale Morisani, candidato nelle consultazioni comunali del 2007 in una lista civica a sostegno dell’elezione del sindaco Giuseppe Scopelliti. Il rapporto di conoscenza tra Morisani ed i componenti della consorteria criminale era emerso già dal contenuto della misura cautelare emessa nei confronti degli esponenti della cosca Crucitti nell’ambito del procedimento denominato ‘Pietrastorta’. In particolare, era risultato il legame del consigliere Pasquale Morisani con Giuseppe Romeo, condannato in primo grado per associazione mafiosa nel richiamato procedimento ‘Pietrastorta’, unitamente a Santo Crucitti e Mario Chilà, poi nuovamente sottoposti a custodia cautelare in carcere per il medesimo reato”.