Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

La “Casta” è davvero tutta casta? Quanto guadagnano i sindacalisti in Italia (ed in Calabria)?

La “Casta” è davvero tutta casta? Quanto guadagnano i sindacalisti in Italia (ed in Calabria)?
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

«Ogni sera la mamma attendeva il mio ritorno dalla piazza, seduta alla soglia della misera casa: quando mi vedeva giungere accigliato capiva che il giorno seguente non avrei guadagnato il salario e allora entrava nel tugurio a piangere». Perché questa frase del grande sindacalista (ed antifascista) Giuseppe Di Vittorio, letta molti anni fa in un libro sul sindacalismo italiano? Perché quando si osserva con meticolosa arguzia si riflette anche, e quando pensi, ripensi, rimugini e ti sale il sangue al cervello, senti un calore rabbioso che ti attraversa tutto il corso, infiammando l’anima. Capisci che, c’è qualcosa che non torna! Specie quando ti ritrovi seduto ad un bar, gustando un caffè e di colpo quel sapore delizioso diventa acre, appena osservi una reunion di sindacalisti che scendono da macchine di grossa cilindrata, vestiti o meglio addobbati da griffe di tendenza, non importa se le rughe firmano la loro pelle, loro ce l’hanno anche negli abiti. Se non si ha il pudore di vergognarsi per i guadagni economici ingiustificati, figuriamoci quello di essere vestiti da teenager senza la consapevolezza della mezza età.
Può darsi che il tutto rientra nella normalità dei canoni e magari chi osserva lo fa con pregiudizio e invidia, e quindi per non imbattere in questa antipatica condizione cerca di informarsi. E quando clicchi la parola su Google, “Sindacati Scandalo”, ti esce una sfilza di notizie in cui hai l’imbarazzo della scelta di leggere ed approfondire. Ad esempio leggi, “Contributo per progetto condiviso. È causale del bonifico con cui dai conti correnti di Uil Trasporti, Uil Pensionati e Uil Pubblica Amministrazione è stata sbloccata e trasferita la cifra di 16.456 euro. A favore di Luigi Angeletti e Carmelo Barbagallo, rispettivamente ex ed attuale segretario della Unione italiana del lavoro. E’ il più eclatante ma non l’unico caso di appropriazione indebita, per fini personali, di fondi del sindacato per cui la Procura di Roma ha messo sotto inchiesta e rinviato a processo i vertici della Uil (…). Chiamati a spiegare come i soldi dei lavoratori siano finiti nelle loro tasche, per poi essere spesi in soggiorni vacanza, crociere esotiche ed acquisti di brillanti Swarovski”. I brillanti Swarovski erano famosi nella storia di Giuseppe Di Vittorio, figuriamoci se lui non avesse fatto tante di quelle crociere specie quando dovette combattere il fascismo. Ma poi trovi altro, “Circa 2,2 miliardi di euro di ricavi contro i 68 milioni messi nero su bianco nei resoconti di Cgil, Cisl e Uil. Che non hanno l’obbligo di presentare un bilancio consolidato da cui risulti quanto costa davvero la “macchina” a lavoratori e pensionati” cioè nei fatti, i conti delle grandi associazioni dei lavoratori sono uno dei segreti meglio custoditi d’Italia. Ed in questi segreti c’è una montagna di denaro. Si legge ancora, facendo la ricerca nel mitico Google, “Lo zoccolo duro delle finanze sindacali è la tessera, che ogni iscritto paga con una piccola quota dello stipendio di base (o della pensione). Nei bilanci delle tre confederazioni sono indicati complessivamente 68 milioni 622 mila 445 euro e 89 centesimi. Ma è una presa in giro bella e buona. Si tratta infatti solo delle quote trattenute dalle holding. Per avvicinarsi alla cifra vera bisogna seguire un altro percorso. Cgil, Cisl e Uil dichiarano di rappresentare tutte insieme 11 milioni 784 mila e 662 teste. La Cgil dovrebbe incassare 741 milioni di euro e rotti (loro ammettono poco più della metà: 425 milioni). Alla Cisl si arriverebbe a 608 milioni (in via Po parlano di 80 milioni circa). E la Uil intascherebbe 315 milioni (loro dicono un centinaio di milioni)”.
Ah ecco che, si inizia a capire perché hanno quelle macchine di alto livello e si battono per i lavoratori, quelli che le mani se li sporcano però, di terra e sudore, e magari non arrivano a fine mese. A differenza di questa “Casta”, che tanto casta non è, a fine mese (magari) si farà pure la vacanza e comprerà Swarovski.
Questa è l’Italia del sindacalismo italiano, l’osservazione iniziale di questo ragionamento è avvenuto in Calabria. I sindacalisti erano calabresi. Tutto il mondo è paese e si sa, così come il denaro è uguale ovunque ci stanno le “montagne”.
Si critica molto spesso e con più facilità la casta politica, lo sperpero che si perpetra in ogni contesto, i costi dei politici, le diarie perché in ogni contesto si utilizza il denaro pubblico. Il politico è una preda più abbordabile perché eletto dal popolo, il quale lo legittima a “sparare al pianista”, ma non sempre il pianista è quello giusto. Si potrebbe andare oltre, ma di colpo, in senso generale mi illuminano la mente due pensieri, il primo che Giuseppe Di Vittorio sta morendo molte volte dentro la sua tomba e il secondo, un pensiero del grande Schopenhauer, “Vi sono certi individui. sul viso dei quali è impressa una tale ingenua volgarità e una tale bassezza del modo di pensare, nonché una tale limitatezza bestiale dell’intelletto, che ci stupisce come mai simili individui abbiano il coraggio di uscire con un simile viso e non preferiscano portare una maschera”.