L’ IC “G. Falcone” di Rende-Quattromiglia va a lezione di astrofisica nell’Aula Magna dell’Unical In questa occasione, il Prof. Riccardo Cristoforo Barbieri, direttore del Dipartimento di Fisica dell’Unical, in collaborazione con tutto il gruppo degli astrofili Menkalinan, coordinati dal ricercatore, Angelo Mendicelli, hanno partecipato all'evento e, insieme ai docenti e agli alunni della scuola
L’ IC “G. Falcone” di Rende-Quattromiglia vanta una lunga tradizione di incontri e collaborazioni con l’Unical che prosegue ininterrotta e si è incrementata nel tempo. Risale all’8 ottobre 2022 dell’anno scorso l’evento “Con il naso all’insù” scritto, progettato ed eseguito dal nostro Istituto negli spazi esterni del plesso di “Piscine”: in questa occasione, il Prof. Riccardo Cristoforo Barbieri, direttore del Dipartimento di Fisica dell’Unical, in collaborazione con tutto il gruppo degli astrofili Menkalinan, coordinati dal ricercatore, Angelo Mendicelli, hanno partecipato all’evento e, insieme ai docenti e agli alunni della scuola, hanno fatto dialogare letteratura, musica e scienze attraverso una vera e propria spettacolarizzazione dei saperi sotto una meravigliosa notte stellata. A distanza di un anno, il 9 ottobre del 2023, sono stati gli alunni dell’IC Rende-Quattromiglia ad essere invitati presso l’Aula Magna dai direttori del Dipartimento di Fisica e di Matematica dell’Unical per assistere alla lezione dell’astrofisico Luciano Rezzolla, professore di astrofisica teorica della Goethe University di Francoforte sul Meno che, nonostante la difficoltà dell’argomento, in modo sequenziale e chiaro, ci ha insegnato, in un’ora, come fotografare un buco nero. Tutto il mondo concettuale e fisico dei corpi celesti suscita, da sempre, molta curiosità e risulta, puntualmente, un argomento di grande fascino. Nella storia della letteratura italiana, ma anche di quella internazionale, a partire da Dante Alghieri, gli astri hanno ispirato pagine di prosa e poesia e hanno saputo caricare le parole di un forte valore simbolico. Il “Piccolo Principe”, di Antoine de Saint-Exùpery, che, non a caso, viene proposto come libro di narrativa per le classi prime della scuola secondaria del nostro Istituto, nel capitolo XXVI, cita: “Gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse: per gli uni, quelli che viaggiano, le stelle sono guide; (…) per altri, che sono dei sapienti, le stelle sono dei problemi (…) e, visto che io abiterò una di esse, tu avrai, tu solo, una stella che sa ridere. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo”. Per ogni singola persona, le stelle, possono, dunque, evocare qualcosa di diverso come un’emozione, una riflessione o magari il ricordo di una persona. Per noi italiani, per esempio, la stella bianca a cinque punte, detta “Stellone d’Italia”, è il più antico simbolo patrio: il poeta greco Stesicoro, nel VI secolo a.C., scrive l’opera epica Iliou persis, la Caduta di Troia, in cui decanta che il viaggio di Enea, capostipite della stirpe che fondò Roma, si svolse sotto la luce buona di sua madre, la dea Venere, che personifica anche una costellazione. Dopo l’Unità d’Italia, nelle cerimonie ufficiali, il re Vittorio Emanuele II, indusse, sempre di più, il popolo italiano a riconoscere, in questo simbolo, il fulgido destino della patria. La Stella d’Italia è, pertanto, rievocata anche dalle stellette indossate sui colletti delle uniformi dei militari italiani. Con questo carico di conoscenze e suggestioni, alle 10.30 del 9 ottobre del 2023, gli alunni della “G. Falcone” di Rende Quattromiglia, sono arrivati puntuali nell’Aula Magna e, con un comportamento esemplare, hanno ascoltato la lezione e preso appunti. Non solo, alla fine dell’intervento del professore Rezzolla, hanno, a turno, preso la parola e rivolto, al prestigioso relatore, numerose domande sotto lo sguardo attento ed orgoglioso dei loro docenti. L’obiettivo è stato raggiunto. La scuola ha saputo preservare il suo valore sociale: quello di affermare la quotidiana relazione con il mondo degli adulti ed, in particolare, con quello dei docenti, oltre che fra ragazzi della stessa generazione, in un contesto di vita comune e di regole condivise o, in termini più profondi, in un campo di apprendimenti sul quale, al compito “dell’insegnare ad apprendere”, è stato affiancato quello “dell’insegnare a essere”; un campo che è, anche, il primo avamposto per valorizzare l’unicità e la singolarità di ogni studente attraverso il dialogo, l’ascolto e il sostegno reciproco e per costruire identità ben strutturate ad affrontare, consapevolmente e attraverso la riflessione critica, il futuro che li attende oltre le mura delle aule che attraverseranno.