Istat: allarme Sud, famiglie povere tutte lì
redazione | Il 22, Mag 2012
Ascensore sociale lento, rischio e’ in aumento
Istat: allarme Sud, famiglie povere tutte lì
Ascensore sociale lento, rischio e’ in aumento
(ANSA) ROMA – Ancora forti disuguaglianze in tema di poverta’: al Sud sono povere 23 famiglie su 100, al Nord 4,9 (dati 2010). Il 67% delle famiglie e il 68,2% delle persone povere risiedono nel Mezzogiorno. Lo rileva il rapporto annuale Istat riferendo i dati della poverta’ relativa, che riguarda la spesa media effettuata dalle famiglie.
ASCENSORE SOCIALE LENTO, RISCHIO E’ IN AUMENTO -”Bassa fluidita’ sociale” in Italia; le opportunita’ di miglioramento rispetto ai padri ”si sono ridotte e i rischi di peggiorare sono aumentati”. Lo dice l’Istat segnalando ”disuguaglianze nelle opportunita’ degli individui”. Rara la salita sociale solo l’8,5% di chi ha un padre operaio riesce ad accedere a professioni apicali.
SOMMERSO TRA 255 E 275 MLD, CON CRISI RISALE – Il sommerso in Italia vale fra 255 e 275 miliardi, cioe’ fra il 16,3% e il 17% del Pil. Lo stima l’Istat nel suo rapporto annuale, con riferimento al 2008. Il dato e’ in riduzione rispetto al Duemila, quando il peso sul Pil era oltre il 18%. Con la crisi l’area dell’economia sommersa si e’ ”verosimilmente allargata”.
TRA 1993 E 2011 SALARI CONTRATTUALI REALI FERMI – Tra il 1993 e il 2011 le retribuzioni contrattuali in Italia in termini reali sono rimaste ferme. E’ quanto si legge nel Rapporto annuale Istat secondo il quale la crescita per le retribuzioni di fatto è stata di quattro decimi di punto l’anno.
+1,7 MLN OCCUPATI TRA 1995 E 2011 MA SUD ARRETRA – Gli occupati in Italia sono aumentati tra il 1995 e il 2011 di 1,66 milioni di unità (+7,8%) ma la crescita si è concentrata nel Centro Nord mentre il Sud ha fatto un passo indietro (da 6,4 a 6,2 milioni di lavoratori). E’ quanto emerge dal Rapporto annuale Istat. Nello stesso periodo l’occupazione nei paesi Ue15 è aumentata di 24,7 milioni di unità (+16,6%). Tra il 1993 e il 2011 gli occupati maschi sono scesi di 40.000 unità mentre le occupate sono passate da 7,6 a 9,3 milioni (1,5 mln in più nel Centro Nord, 196.000 al Sud).