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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Intimidazioni in Calabria, il commento di Nicolò La situazione provoca tanta inquietudine e preoccupazione

Intimidazioni in Calabria, il commento di Nicolò La situazione provoca tanta inquietudine e preoccupazione
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“La sequenza degli atti di intimidazione ai danni di amministratori pubblici ed imprenditori privati di cui sono state vittime il presidente dell’Ente Parco dell’Aspromonte, Giuseppe Bombino, ed il presidente degli industriali della provincia di Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea, infonde tanta inquietudine e preoccupazione”.
Lo afferma in una dichiarazione il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò.
“Nonostante le recenti dichiarazioni rassicuranti del ministro dell’Interno nella sua visita a Reggio Calabria – prosegue il capogruppo di Fi – si continuano a registrare quotidianamente violenze analoghe che tentano di scoraggiare le persone oneste, ledendo l’attività di impresa a tanti operatori che lavorano con serietà e impegno per contribuire alla crescita del prodotto interno lordo della nostra regione. Nonostante l’efficace e professionale lavoro della Magistratura e delle Autorità competenti nella prevenzione e repressione, attualmente si susseguono episodi di inaudita caratura criminale che stanno seriamente minando la coesione sociale e la stessa vita civile di questa città e della sua provincia. Lo Stato ancora non ha dato risposte a tante richieste di Magistratura e Forze di Polizia, rispetto alla dotazione di mezzi e strumenti che allo stato risultano carenti”.
“Il Governo ed il Parlamento non possono esimersi dall’approntare quelle misure necessarie per riportare serenità in seno alla società civile, garantendo il normale svolgimento delle attività amministrative ed imprenditoriali” – evidenzia l’esponente politico.
“Non basta la sola volontà del Ministro e del Governo ma bisogna dare risposte concrete – conclude Alessandro Nicolò – per affrontare con determinazione la lotta contro quanti impediscono lo sviluppo dell’economia attraverso la negazione della legalità”.