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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 25 APRILE 2024

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Intelligenza Artificiale e applicazioni quotidiane Al concetto di Intelligenza Artificiale, AI in breve, sono normalmente associati scenari tutt’altro che idilliaci

Intelligenza Artificiale e applicazioni quotidiane Al concetto di Intelligenza Artificiale, AI in breve, sono normalmente associati scenari tutt’altro che idilliaci

Al concetto di Intelligenza Artificiale, AI in breve, sono normalmente associati scenari tutt’altro che idilliaci: robot senzienti, macchine che sfuggono al controllo degli esseri umani e computer che acquistano autocoscienza sono tematiche con le quali chiunque è entrato in contatto anche grazie al loro rilievo nella cultura popolare, da Matrix alla recentemente conclusa Westworld fino ai maestri della fantascienza come Asimov e Bradbury. La concezione dell’AI come potenziale rischio, idea che saltuariamente emerge anche in notizie di cronaca, è perlopiù legata alle opere di autori che, affrontando il concetto con decenni di anticipo sull’effettiva realizzazione delle corrispondenti tecnologie, ragionavano su possibili evoluzioni drammatiche. Previsioni che probabilmente, se gli stessi autori si trovassero a scrivere al giorno d’oggi, avrebbero più difficoltà a formulare: le applicazioni moderne di vari algoritmi di Intelligenza Artificiale, infatti, sono numerose e hanno nel quotidiano più riflessi di quanto non comunemente inteso. Insomma, la distanza tra l’idea letteraria dell’AI e la sua concreta presenza giornaliera è oggi più ampia che mai.

Un primo esempio viene dai sintetizzatori vocali, che oggi sono sempre più spesso accompagnati da algoritmi di AI. L’assenza di un interlocutore umano non è certo una novità: messaggi preregistrati attraverso i quali navigare digitando un numero sono da decenni una realtà e, ancora oggi, risultano molto utilizzati nell’assistenza telefonica, filtrando le telefonate in entrata e facendo intervenire un operatore fisico solo per quelle chiamate per le quali non è prevista una soluzione rapida nelle FAQ. Sempre più spesso, tuttavia, a tali messaggi preregistrati si accompagnano sintetizzatori vocali in grado di riconoscere, entro certi limiti, le richieste dell’interlocutore, e fornire ad esse risposta. Il riconoscimento vocale è una realtà anche nella domotica: i vari Siri, Cortana, Amazon Alexa o Google Assistant sono sempre più presenti, riconoscendo i comandi vocali impartiti e, col tempo, imparando dai dati che accumulano.

Anche nei videogiochi l’AI è più moderna di quanto non sembri: questo perché, nonostante le apparenze, molte interazioni fatte da videogiochi nei confronti del videogiocatore sono in realtà script, ossia delle azioni prestabilite. Si possono istruire i personaggi non giocanti perché questi, al verificarsi della situazione X, reagiscano con Y: ovviamente, è possibile prevedere un numero finito di tali comportamenti. Un limite aggirato dall’AI attraverso la quale, invece, il titolo “impara” dalle scelte del videogiocatore. Un ottimo esempio viene da Hello Neighbor, titolo del 2017 nel quali il protagonista, evitando di essere scoperto, si deve infiltrare nella casa del vicino con la massima libertà sul come farlo: una porta vale quanto una finestra. Ma, se si venisse scoperti, al tentativo successivo l’algoritmo di IA del gioco avrà analizzato quello precedente, predisponendo con accorgimenti vari che quella scelta non sia più percorribile. L’AI è utile, inoltre, anche nella moderazione delle comunicazioni tra utenti. Siti di competizioni online, come PokerStars, si sono attivati per includere un monitoraggio delle chat tra utenti: nello specifico viene utilizzato ToxMod, uno strumento che monitora in tempo reale le comunicazioni vocali e, tramite l’intelligenza artificiale, garantisce l’assenza di messaggi tossici o offensivi. Anche Ubisoft e Riot Games, due importanti nomi del settore videoludico, hanno di recente comunicato l’avvio di un progetto congiunto volto a potenziare gli strumenti preventivi di moderazione nelle chat, utilizzando l’AI in maniera da garantire una comunicazione più amichevole fra i videogiocatori.

L’AI rappresenta poi uno strumento insostituibile nella sicurezza bancaria. Le spese di ognuno, infatti, tendono a rispettare un andamento regolare e, entro certi limiti, prevedibile. Informazioni come spese ricorrenti, luoghi dove vengono fatte e importi vanno a comporre uno storico di dati che può essere utile in diverse circostanze. Attraverso il costante esame da parte di algoritmi di AI, per esempio, possono emergere eventi difformi dalla normalità come una spesa particolarmente ingente, o un pagamento effettuato in un Paese diverso dal solito. Non si tratta di eventi che legittimano un blocco preventivo dell’operazione, ma rappresentano dei segnali potenzialmente d’allarme; segnalati dall’AI, possono permettere di intervenire laddove i movimenti in questione, previa verifica, si rivelino non compiuti dal soggetto legittimato, aiutando quindi nella tutela di quest’ultimo.

Nonostante gli innumerevoli ulteriori esempi che potrebbero essere fatti, bastano i precedenti per concludere come l’AI, una volta entrata nel quotidiano, si sia rivelata e possa ulteriormente rivelarsi molto diversa rispetto a come storicamente dipinta nelle opere fantascientifiche. Non che queste diventino meno valide, sia chiaro; ma uno scenario dove un assistente vocale o un tool di monitoraggio delle chat vocali si ribellino agli esseri umani è ancora da ricondurre, fortunatamente, alla semplice fantascienza.