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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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Intelligence, Franco Farinelli spiega le contaminazioni con la geografia Al master diretto da Mario Caligiuri

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RENDE – Una lezione fuori dall’ordinario quella tenuta
nell’ambito del Master in Intelligence dell’Università della Calabria.

Introdotto dal Direttore del Master Mario Caligiuri, è intervenuto Franco
Farinelli, Presidente dell’Associazione dei Geografi italiani, professore
presso l’Alma mater studiorum di Bologna e nelle più prestigiose università
del mondo, da Berkeley negli Stati Uniti alla Sorbona in Francia.

Con chiarezza espositiva e ricchezza di contenuti, Farinelli ha ripercorso
le nuove minacce globali e l’importanza delle scienze geografiche quale
metodo di incontro e di sintesi delle scienze umane in un processo di
conoscenza e di Intelligence.

“Assai spesso si pensa che una mappa sia la copia della Terra senza
accorgersi che è vero il contrario: è la Terra che fin dall’inizio ha
assunto, per la nostra cultura, la forma di una mappa. Per questo, spazio e
tempo hanno guidato il nostro rapporto con il mondo”.

Da questa affermazione è nato l’ampio ragionamento di Farinelli che – sul
modello proposto dai filosofi dell’antichità – ha individuato la geografia
quale prima forma concreta del pensiero occidentale.

All’inizio si è imposta la cartografia che è però “la riduzione della
conoscenza alla descrizione della rappresentazione geografica sulla carta”.

Nella geografia, invece, sono stati introdotti non solo i principi
fondamentali della cartografia, ma si ampliano e si assimilano le regole
della geometria euclidea.

In tale quadro, si definisce il ruolo fondamentale dello spazio e del
tempo, che per secoli ha accompagnato non solo le scienze geografiche ma
che ha fondato la modernità, costruendo il mondo così come lo abbiamo
conosciuto.

Oggi, ha spiegato il professore, è andato in crisi il sistema fondato sulla
interpretazione dei fenomeni.

Ha richiamato, quindi, la profezia di Immanuel Kant, che insegnava peraltro
geografia, il quale ipotizzava il futuro di questa scienza nell’analisi
“dello spazio buio della nostra mente”.

In un continuo rimando alla storia, alla letteratura, ai simboli, ai miti e
alla filosofia, oltre che ai modelli tolemaici e ai concetti di spazio,
tempo e prospettiva, il docente ha accompagnato gli studenti in un
affascinante viaggio alla scoperta del mondo.

Farinelli ha sostenuto che “se la geografia è Conoscenza, allora ad essa
bisognerebbe ritornare per poter tentare di seguire i fenomeni della
globalizzazione che ha scardinato le tradizionali certezze”.

A riguardo, ha ricordato la nascita della Rete, nell’estate del 1969 che ha
radicalmente trasformato le concezioni di tempo e di spazio, di soggetto e
territorio, per ritrovare nel concetto di “Paesaggio” l’elemento unificante
che più avvicina alla comprensione della realtà, rappresentando un efficace
modello cognitivo.

Per il docente “se la geografia è la forma originaria del sapere
occidentale e per analogia la mente funziona come una carta geografica,
forse proprio in questa scienza possiamo rinvenire il seme del pensiero del
futuro”.