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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Inchiesta parco commerciale “Romani”: i Pm valutano le attività societarie

Inchiesta parco commerciale “Romani”: i Pm valutano le attività societarie

Iniziate le verifiche sul materiale sequestrato nelle perquisizioni. Cgil: “C’è illegalità diffusa”. Abramo replica al leader dell’opposizione Scalzo

Inchiesta parco commerciale “Romani”: i Pm valutano le attività societarie

Iniziate le verifiche sul materiale sequestrato nelle perquisizioni. Cgil: “C’è illegalità diffusa”. Abramo replica al leader dell’opposizione Scalzo

 

 

(ANSA) – CATANZARO – I passaggi finanziari tra società e le attività per la permuta di alcuni immobili sono all’attenzione della Procura della Repubblica di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta sul Parco commerciale ‘Romani’ che vede indagate otto persone tra imprenditori, ex dirigenti comunali e professionisti. Dopo le perquisizioni effettuate ieri i sostituti procuratori della Repubblica, Carlo Villani ed Alberto Cianfarini, stanno proseguendo a pieno ritmo l’attività investigativa. Stamane i magistrati hanno incontrato i militari della Guardia di finanza con i quali hanno fatto il punto sul materiale sequestrato ieri nelle nove perquisizioni. Gli investigatori, intanto, hanno iniziato a prendere in esame il materiale sequestrato per cercare di trovare elementi utili alle indagini. In particolare si sta cercando di far luce sul ruolo delle società coinvolte nella vicenda ed alcuni passaggi finanziari. Le otto persone indagate, tra cui i presidenti della Confindustria della Calabria e di Catanzaro, Giuseppe Speziali e Giuseppe Gatto, che si sono autosospesi dal loro incarico, sono accusati a vario titolo di tentata truffa e tentata percezione di finanziamenti pubblici in relazione all’attività per il finanziamento del Ministero delle Attività produttive per la realizzazione del centro fieristico di Catanzaro. Al centro dell’inchiesta c’é la cessione della società immobiliare Argento da parte di Gaetano Romani al Comune di Catanzaro a compensazione di un credito di oltre tre milioni di euro e la permuta con il Comune di due immobili di proprietà di Gatto e Speziali. C’é poi la decisione dell’amministrazione comunale di centrosinistra, attraverso la municipalizzata Catanzaro Servizi, di realizzare il centro fieristico nel Parco Romani dove sarebbe finito il finanziamento statale di 5 milioni di euro.

CGIL: C’E’ ILLEGALITA’ DIFFUSA

“Quello che emerge in queste ore dal lavoro delle forze dell’ordine e della Magistratura sulla gestione Parco Romani è allarmante per i livelli di responsabilità che in questa vicenda si intrecciano”. Lo sostengono, in una nota, i segretari generali della Cgil calabrese, Michele Gravano e di Catanzaro Giuseppe Valentino. “Confidiamo, naturalmente – proseguono – nel lavoro di quanti nei vari apparati dello Stato dovranno far luce su fatti e responsabilità. Auspichiamo, vista la portata dell’inchiesta e le possibili ricadute Istituzionali, che il lavoro degli inquirenti possa essere concluso in tempi adeguati. La cosa che ci allarma aldilà di questa vicenda e delle tante altre che hanno più volte minato le Istituzioni negli anni, è la percezione di illegalità diffusa che si avverte nella città capoluogo ed il rischio che questa porti ad un immobilismo politico, istituzionale, sociale. Se si pensa alle vicende ancora da chiarire sul voto alle elezioni amministrative, a quelle che riguardano autorevoli esponenti del consiglio comunale di Catanzaro e della Regione, l’inchiesta sugli esami truccati all’Università Magna Grecia, le inchieste sulla gestione dei rifiuti e sulla discarica di Alli, la storia di Phonemedia, la gestione di pezzi importanti del Sistema sanitario ed a quanti ne sono coinvolti, la legalità ed il rispetto delle regole appaiono deboli come lo sono di converso le Istituzioni e la società”. “Nell’inchiesta di Parco Romani, ad esempio – sostengono – sono coinvolti tra gli altri, il presidente dell’ordine degli architetti e i due massimi esponenti di Confindustria Calabria e Catanzaro. Bene hanno fatto i presidenti in questione ad auto-sospendersi per salvaguardare la propria onorabilità e della loro associazione. Auspichiamo che l’esempio venga seguito da quanti hanno responsabilità istituzionali e politiche, per garantire la credibilità delle istituzioni e dello Stato. Catanzaro, i suoi cittadini, non possono vivere in una sorta di ‘democrazia condizionata’. Vi è invece la necessità, in una fase di fortissima crisi, di provare a mettere in campo le azioni concrete che possono rilanciare l’economia ed il lavoro garantendo la gestione trasparente delle risorse. La Cgil provinciale di Catanzaro e la Cgil Calabria sono impegnate su questo fronte ed interessate a proporre ai soggetti che hanno responsabilità istituzionali scelte, strategie, idee per creare occupazione e sviluppo a partire dal Capoluogo e dalla sua trasformazione urbana. Per tali ragioni terremo a Catanzaro, giovedì 12 luglio, un’iniziativa pubblica alla presenza, tra gli altri, della segretaria nazionale della Cgil, Serena Sorrentino, per offrire una prima proposta sulle strategie e le scelte che, attraverso le varie opportunità di finanziamento pubblico, possono creare occupazione e servizi utili ai cittadini”. “Nella mattinata dello stesso giorno – concludono Gravano e Valentino – proprio perché la Cgil è attenta al tema della legalità, senza la quale non vi è alcuna possibilità di crescita per la società e per i diritti di cittadinanza, una delegazione guidata da Serena Sorrentino e Claudio Giardullo, segretario generale Silp Cgil, insieme ai figli del commissario Salvatore Aversa, presenteremo a Catanzaro, l’Osservatorio sulla Legalità intitolato proprio alla figura del commissario barbaramente trucidato, assieme alla sua compagna, dalla ‘ndrangheta”.

SCALZO: ABRAMO NON DA RISPOSTE

“Abramo sceglie di non rispondere. Questo si che è sconcertante. Il che dimostra o che naviga a vista, senza un barlume di idea, oppure che finge di non avere in mente una strategia”. Lo afferma in una nota il leader dell’opposizione in consiglio comunale a Catanzaro, Salvatore Scalzo, in replica al sindaco, Sergio Abramo, circa la vicenda di Parco Romani. “Infatti, a parte ribadire – aggiunge – il principio astratto e condivisibile dall’universo mondo che occorre salvare i finanziamenti e aprire il Parco Commerciale, non indica il come. Che era proprio il motivo per quale avevo deciso di formulare domande precise e puntuali. Preciso al sindaco Abramo, dinanzi al suo tentativo di confondere le acque, che per fortuna io sono uno dei pochi che non ha vissuto la vicenda Romani da amministratore ma da semplice spettatore e quindi capace di esprimere giudizi in piena libertà, senza obbligo o necessità di difesa di nessuno. Uno dei pochi, credo. Abramo tenta di spostare l’attenzione ritenendo che i quesiti da me proposti costituiscano una difesa d’ufficio alle persone destinatarie di un avviso di garanzia per la questione Parco Romani. La tattica è troppo nota per essere efficace. Abramo si sottrarre all’obbligo di spiegare ai cittadini il proprio operato, passato e futuro, costruendo fantasiose interpretazioni del mio pensiero”. “Sulla vicenda giudiziaria – prosegue Scalzo – non sono entrato e non voglio entrare, perché non sono in possesso di strumenti sufficienti di giudizio. Con l’augurio che persone interessate possano dimostrare la loro piena estraneità, so di poter riporre piena fiducia nella magistratura. Tutto ciò non elimina il problema e non risolve i dubbi che permangono interamente e che un’amministrazione responsabile dovrebbe valutare nella totalità, soprattutto per non far pagare ai cittadini, ancora una volta, scelte scellerate e superficiali. Io voglio solo capire come si possa uscire dal tunnel e che si possa trovare la soluzione più pertinente e percorribile a difesi dei lavoratori della partecipate e degli onesti investitori del Parco Commerciale e dei comuni cittadini che pagano le tasse. Purtroppo da Abramo al momento non colgo uno straccio di idea e l’unica risposta che prova a fornire, relativa alla sua evidente responsabilità nel delegare una società non legittimata ad ente beneficiario, è paradossale”. “Abramo – conclude – dice che si è trattato del Consiglio. Ma, appunto, non era quello il suo consiglio? Non era quella la sua maggioranza? Per il resto, nessuna risposta. A parte il riferimento alla cruda realtà descritta da Misiti, vale a dire l’individuo che in due mesi cambia completamente visione sull’argomento. Stiamo messi male apparentemente e confido davvero che Abramo riesca a snocciolare quanto prima una concreta e praticabile alternativa. Da parte nostra, apriremo presto un dibattito pubblico per informare i cittadini della faccenda, e continueremo a chiedere pressantemente risposte logiche e sensate che sappiano dirigere le scelte dell’amministrazione nell’unica direzione che mi sta a cuore, l’interesse comune”.

ABRAMO: SU FIERA VIOLATE REGOLE. SINDACO REPLICA AL LEADER DELL’OPPOSIZIONE SALVATORE SCALZO

“Il consigliere Scalzo difende a spada tratta l’operazione di acquisto di Parco Romani e, scorrendo i nomi degli indagati dalla Procura della Repubblica, se ne possono comprendere le ragioni”. Lo afferma in una nota il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, replicando al leader dell’opposizione Salvatore Scalzo. “Mi sarei aspettato – aggiunge – un atteggiamento più costruttivo e responsabile da parte sua rispetto ad un problema che, se non affrontato con lucidità e ragionevolezza, rischia di produrre enormi danni alla città, a cominciare dalla perdita del finanziamento per la costruzione dell’Ente Fiera. Intanto, tengo a precisare che l’individuazione della Catanzaro Servizi quale soggetto beneficiario e gestore dell’intervento non è stata decisa dal sindaco Abramo – come egli erroneamente afferma – ma dal Consiglio comunale (delibera n. 33 del 15 marzo 2005) con un voto trasversale maggioranza-opposizione e sulla base di una proposta del Consorzio Catanzaro 2000 che era soggetto responsabile del Tavolo di Concertazione del Patto Territoriale. Ma non è questo il punto”. “A non riconoscere – prosegue Abramo – la Catanzaro Servizi quale legittimo destinatario del finanziamento è il Ministero dello Sviluppo Economico che, al contrario, è pronto ad interloquire con il Comune di Catanzaro per portare avanti la realizzazione dell’importante infrastruttura nella localizzazione a suo tempo individuata dal Consiglio comunale. Con questa realtà, espostaci crudamente dall’on. Misiti, dobbiamo oggi confrontarci. Non siamo stati noi a spostare la sede dell’Ente Fiera da Germaneto – dove aveva ed ha tutt’ora un senso per le sinergie che possono crearsi sia con il Comalca sia con le attività presenti nelle aree Pip – a Parco Romani con un’operazione condotta fuori dalle regole e su cui giustamente la magistratura vuole vederci chiaro. Il consigliere Scalzo dovrebbe chiedere spiegazioni ai suoi riferimenti politici, compresi i ‘tecnici di area’ che hanno compiuto l’operazione, sul perché si è scelto di saltare le indicazioni del Consiglio comunale e acquistare Parco Romani”. “Oggi – conclude – il Comune è impegnato su due fronti: primo, salvare il finanziamento ministeriale e realizzare il Centro espositivo fieristico a Germaneto, là dove l’ha localizzato il Consiglio comunale con formali delibere; secondo, agevolare al massimo l’apertura di Parco Romani, consentendo a tutti gli operatori che hanno creduto in questo progetto di sviluppare le loro attività commerciali e di servizio. Rispetto a questi due irrinunciabili obiettivi, appare sconcertante che il consigliere Scalzo si attardi in difese d’ufficio dei suoi compagni di partito, mentre dovrebbe responsabilmente confrontarsi con il sindaco e la maggioranza per evitare che pesanti ripercussioni possano cadere sulla testa dell’Amministrazione e della città”.

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