Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Incendio Ecorad, è dolo? Nel 2014 esplosi 13 bossoli L'azienda è di proprietà della famiglia di Roberta Guinicelli, ex amministratrice gioiese. Il vasto incendio ha coinvolto l'area della zona industriale. Due Vigili del fuoco colti da malore durante le operazioni di spegnimento

Incendio Ecorad, è dolo? Nel 2014 esplosi 13 bossoli L'azienda è di proprietà della famiglia di Roberta Guinicelli, ex amministratrice gioiese. Il vasto incendio ha coinvolto l'area della zona industriale. Due Vigili del fuoco colti da malore durante le operazioni di spegnimento
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

GIOIA TAURO – Dal pomeriggio di martedì, 8 agosto, e fino a notte inoltrata, i Vigili del fuoco sono stati impegnati nelle operazioni di spegnimento di un incendio che ha interessato un’area di circa 10.000 m2 sita nella zona industriale di Gioia Tauro su cui insiste una ditta che si occupa del riciclaggio di rifiuti solidi urbani. I Vigili sono stati allertati al 115 in un momento in cui, a causa dei diversi incendi di tipo boschivi, avevano tutte le squadre della Zona occupate in altri interventi. Dalla sala operativa si è subito deciso di dirottare nella zona industriale di Gioia Tauro la squadra del distaccamento di Palmi alla quale in rapida successione si sono aggiunte un autobotte e una squadra provenienti dalla sede centrale di Reggio Calabria. L’entità dell’incendio ha consigliato ai Vigili di potenziare sempre di più il dispositivo di soccorso fino a raggiungere la composizione di 4 squadre (Palmi, Reggio, Polistena e Villa San Giovanni) oltre a 5 autobotti per i rifornimenti idrici (2 da Reggio Calabria, una da Palmi, una da Vibo Valentia e una da Catanzaro).

Inoltre i Vigili del Fuoco si sono avvalsi della preziosa collaborazione data da due Autobotti di Calabria Verde e di una della Protezione civile messe a disposizione dei due enti in sede di CCS che si è tenuto presso la Prefettura di Reggio Calabria. Il duro lavoro ha consentito di confinare l’incendio all’area in cui sorge la ditta impedendo che lo stesso interessasse un vicino capannone di altra ditta e soprattutto il sito in cui insiste l’inceneritore.

Mentre si svolgevano le operazioni di confinamento dell’incendio è stato fatto giungere sul posto un escavatore che i Vigili del fuoco hanno utilizzato per facilitare le operazioni di spegnimento attraverso lo smassamento dei rifiuti posti nei piazzali della ditta. Tale operazione ha permesso di ridurre in poche ore l’intensità ed il numero dei focolai. Le fiamme hanno anche interessato un capannone dove erano presenti una imballatrice e depositati dei rifiuti e un immobile adibito ai servizi della ditta dove a causa della la virulenza dell’incendio che non ha permesso ai Vigili di avvicinarsi a sufficienza si sono verificati dei danni ai strutture. Ancora alcune squadre dei Vigili del Fuoco sono sul posto per completare le operazioni di spegnimento durante le quali due Vigili del fuoco sono stati colti da lievi malori; trasportati in ospedale i Vigili sono stati dimessi in poco tempo. Sul posto inoltre erano presenti pattuglie dei Carabinieri, della Polizia e dei Vigili Urbani oltre a Tecnici ARPACAL.

Arpacal che alle 9.26 del mattino seguente (9 agosto), dopo aver effettuato il sopralluogo, ha pubblicato sul proprio sito un comunicato con il quale si dava notizia della prescrizione in cui si consiglia di stare in casa con porte e finestre chiuse nel raggio di 2 km. Ci chiediamo quanti di quei cittadini esposti all’enorme nube nera abbiano avuto modo di apprendere tale importante indicazione. E’ stata fatta passare una macchina con megafono? La prescrizione è stata divulgata in tempo utile? Non siamo in grado di dirlo, ad ogni modo questo è il comunicato integrale pubblicato alle 9.26 del 9 agosto sul portale Arpacal, nel quale si sottolinea anche che molti dei tecnici sopraggiunti in loco erano in ferie. Il comunicato alle 22.21 di questa sera aveva appena 140 visite. Si spera – per i residenti – abbia invece avuto maggiore visibilità sui Social.

Anche Arpacal, su richiesta dalla Prefettura di Reggio Calabria ed in stretta collaborazione con i Vigili del Fuoco, è intervenuta la scorsa notte per effettuare un sopralluogo nell’area industriale di Gioia Tauro dove è scoppiato un incendio in una fabbrica che lavora la plastica.

Tecnici del dipartimento di Reggio Calabria, coordinati dalla dr.ssa Angela Cardile, hanno provveduto ad una prima analisi del rischio. E’ stata emessa una prescrizione cautelativa in un raggio di 2 km dal rogo (in cui si consiglia di restare in casa con le finestre chiuse) fino allo spegnimento dell’incendio.

Anche stamattina i tecnici (molti dei quali erano in ferie) saranno sul posto per valutare eventuali nuove comunicazioni alla cittadinanza.

Infine, particolare di non poco conto, l’azienda di cui sopra è precisamente l’ECORAD di proprietà della famiglia di Roberta GUINICELLI, ex consigliere di maggioranza nella recente Amministrazione Pedà, in carica da luglio 2015 al 23 dicembre del 2016, giorno in cui fu comminata la sfiducia all’ex primo cittadino. Il nome di questa ditta, che si occupa di ritiro e conferimento di rifiuti non pericolosi e che tratta sia con imprese private che con Enti territoriali, appare nelle carte dell’Operazione “Atlantide”: il 21 agosto del 2014, infatti, fu bersaglio di un danneggiamento a colpi di arma da fuoco. Furono esplosi 13 bossoli calibro 40 S.W. contro il muro di contenimento, l’attiguo cancello d’ingresso e il muro perimetrale degli uffici. Sfogliando il corposo plico dell’inchiesta  si legge che, nell’immediatezza,  l’amministratore Carlo Guinicelli non fornì alcun elemento utile alle indagini, escludendo che fosse vittima di estorsione o di usura e asserendo, infine, che ove il gesto compiuto fosse da intendersi come un avvertimento da parte della ‘ndrangheta, sicuramente, presto, si sarebbero fatti “sentire” …. mentre dalla successiva audizione della figlia Roberta e dell’ex moglie Rosanna Pedullà gli inquirenti acquisivano invece la certezza della versione dei fatti non veritiera offerta dal Guinicelli che già nel maggio 2014 era stato avvicinato da un esponente di spicco della ‘ndrangheta considerato vicino alla potente cosca Piromalli che gli avrebbe chiesto di versare una tangente, un “obolo”, per il mantenimento dei carcerati. Circostanza appurata anche tramite successive intercettazioni ambientali captate dalle quali emergeva che il Guinicelli non solo era vittima di tentata estorsione ma “terrorizzato” – si legge testualmente nelle carte – e in tensione per la sua vita e soprattutto per quella della figlia Roberta. Detto questo, viene spontaneo porsi delle domande sulla natura del vastissimo rogo di ieri. Dolosa, per colpa o accidentale? Al momento non trapelano informazioni al riguardo ma tutto questo riserbo lascia pensare che siano in corso delle indagini approfondite anche perché in un settore così delicato come quello dei rifiuti, nulla è da escludere a priori …