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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Inaugurato oggi l’anno giudiziario

Inaugurato oggi l’anno giudiziario

Pignatone: “400 affiliati ogni 15 mila abitanti”. A Catanzaro aumentano le truffe ai danni dei fondi Ue. Gli avvocati di Reggio e Catanzaro abbandonano la cerimonia in segno di protesta per le liberalizzazioni

Inaugurato oggi l’anno giudiziario

Pignatone: “400 affiliati ogni 15 mila abitanti”. A Catanzaro aumentano le truffe ai danni dei fondi Ue. Gli avvocati di Reggio e Catanzaro abbandonano la cerimonia in segno di protesta per le liberalizzazioni

 

 

(ANSA) – REGGIO CALABRIA – ”E’ proprio dalla presenza massiccia, anche in termini numerici che non trovano riscontro nelle altre organizzazioni mafiose operanti in Italia, quasi in ogni città o singolo paese della provincia di Reggio Calabria, la ‘ndrangheta trae la base prima della sua forza, sia in termini di potenza militare ed economica, sia in termini di radicamento e consenso sociale”. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, nel corso del suo intervento durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Basti pensare – ha aggiunto – che dalle indagini in corso é risultato che in cittadine di 10-15 mila abitanti vi sono 3-400 affiliati ai locali di ‘ndrangheta, numero che probabilmente oggi si raggiunge con difficolta’ in una città come Palermo. L’assoluta insufficienza dell’organico è ancora più grave in quanto questo Ufficio deve fronteggiare l’eccezionale carico di lavoro derivante dalla presenza in questa provincia dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta, articolata in molte decine di locali e unanimemente riconosciuta come la piu’ potente, pericolosa e ricca delle organizzazioni criminali operanti oggi in Italia e in Europa, e peraltro in grado di compiere atti di eccezionale gravità come gli attentati con l’esplosivo all’edificio dove ha sede la Procura generale a quello in cui abita lo stesso procuratore generale, nonché la minaccia con uso di bazooka nei miei confronti”. “Nell’arco di tempo considerato – ha proseguito Pignatone – non è venuta meno la propensione dell’organizzazione mafiosa a commettere delitti gravi o addirittura eclatanti, specie dove ravvisi la necessità di creare nuove alleanze o di raggiungere nuovi equilibri. Di particolare gravità sono stati gli attentati con gli ordigni contro la Procura generale e le numerose intimidazioni a magistrati, giornalisti, professionisti e pubblici amministratori. Un altro fattore di trasformazione della ‘ndrangheta e’ sicuramente costituito dalla sua progressiva internazionalizzazione che per effetto dei processi di globalizzazione dei mercati ha costituito basi operative e gruppi di riferimento ovunque, anche sfruttando le differenze di legislazione o la minore efficienza di alcune strutture di contrasto estere, come per il caso ‘Duisburg'”.

REATI DI MAFIA AUMENTATI DEL 21%. IL DATO EMERGE DA RELAZIONE DEL PRESIDENTE CORTE D’APPELLO

“Devono considerarsi assolutamente significativi i risultati conseguiti dalle Procure se si tiene conto che il numero dei procedimenti scritti nell’anno in esame per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso è aumentato del 21% in una terra dove l’indice di densità criminale è stato stimato al 27% della popolazione, a fronte del 12% in Campania, del 10% in Sicilia e del 2% in Puglia”. Lo ha detto il Presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria, Bruno Finocchiaro, nel corso della relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Tutto ciò – ha aggiunto – ha portato il locale Tribunale a gestire attualmente beni sotto sequestro per un valore complessivo di un miliardo e 400 milioni di euro con le enormi difficoltà bene immaginabili collegate a detta gestione ed alla insufficienza di organico dell’ufficio del Gip-Gup”. “Proprio a tutela dei diritti dei cittadini – ha proseguito Finocchiaro – contro la mafia gli organi requirenti reggini hanno cominciato ad adottare strategie sempre più diversificate volte all’individuazione ed eliminazione anche della cosiddetta zona grigia costituita da esponenti della politica, delle istituzioni e dell’imprenditoria grazie alla cui attività e collaborazione le varie cosche mafiose sono riuscite spesso ad avere l’impunità e ad inserirsi gradualmente nei gangli vitali della società civile”.

“Non ci possiamo nascondere che nonostante il progresso della scienza, nel nostro Paese purtroppo si è accentuata una gravissima crisi di ideali e di principi, a tutti i livelli”. E’ quanto ha detto il Procuratore generale della Repubblica di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, nel corso del suo intervento durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Può pero aggiungersi – ha aggiunto – che essa è stata ed é minore nella società civile, nella società degli umili, del paese che vuole lavorare con dignità per sé e per le future generazioni. Principi come lealtà, correttezza, bontà e nobiltà d’animo, ricerca della verità, vengono quasi irrisi e albergano poco o nulla nel patrimonio di coloro che detengono, a molteplici livelli, le sorti del Paese. Si rischia un clima avvelenato di sospetti, foriero di manovre occulte sottese ad inquinare la vita in una sottile, talvolta scientifica opera denigratoria in attuazione del malevolo intento di diffamare, di ridimensionare quanti vedono nella giustizia e non nella carriere tout court l’obiettivo primario di ogni loro azione. Questa è la crisi dei valori che attanaglia soprattutto le nuove generazioni”. “Questo, purtroppo, è il dato principale – ha proseguito Di Landro – che mi sento di cogliere a conclusione dell’anno appena decorso. E la criminalità ne è una delle risultanti più gravi e perigliose. Vi è inoltre un tema sul quale si sono consumati fiumi di inchiostro e che pure avverto quanto mai attuale, nonostante sia stato accantonato, forse perché è subentrata quasi una sorta di fatalistica rassegnazione in ordine alla separazione delle carriere fra magistratura giudicante e requirente. Non possiamo non rappresentarci che in tal caso la figura del pubblico ministero non potrà non perdere il carisma del magistrato con quelle doti di indipendenza e, mi si permetta, di ‘sacertas’ che appunto dovrebbero caratterizzare la nostra essenza ed immagine”. “Lentamente, ma ineludibilmente, il pubblico ministero – ha concluso – franerà sempre più verso un ruolo di parte, assumendone tutte le notazioni che sono insite in tale qualità; che sono naturali appunto nella ‘parte’, ma perniciosissime in un tutore della legge”.

CATANZARO, IN AUMENTO REATI TRUFFE FONDI UE. DATI EMERGONO DA RELAZIONE PRESIDENTE CORTE D’APPELLO

“Nel distretto giudiziario di Catanzaro sono in aumento i reati relativi all’indebita percezione di contributi e finanziamenti dello Stato e della Comunità Europea”. Lo ha detto il Presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Gianfranco Migliaccio, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. “In un territorio – ha aggiunto – caratterizzato da un tessuto imprenditoriale di tipo parassitario, avvezzo culturalmente a trarre vantaggio illecito e facile da erogazioni e finanziamenti pubblici, gli uffici del distretto hanno registrato l’aumento delle indagini per fatti-reato in violazione della legge 488/92 e fatto emergere un diffuso programma criminoso che vede interagire imprenditori, professionisti e funzionari pubblici per l’illecita intercettazione di ingenti risorse pubbliche da destinare a fini esclusivamente privati di facile arricchimento”. Nel corso della relazione Migliaccio ha evidenziato anche che “é costante il numero di reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, a dimostrazione della persistente presenza di tale fenomeno sull’intero territorio e nonostante i periodici interventi repressivi. A tale segnalazione fanno eco gli allarmanti rapporti dei procuratori della Repubblica di tutto il distretto”.

PG: A CATANZARO ORGANICI SOTTODIMENSIONATI

Gli organici del distretto giudiziario di Catanzaro sono sottodimensionati rispetto alla vastità territoriale ed alla mole di reati che vengono perseguiti. A lanciare l’allarme è stato il procuratore generale del capoluogo calabrese, Santi Consolo, nel corso del suo intervento durante la cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Sono consapevole – ha detto – che l’obbligazione di risultato per uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia in questo distretto incombe anche sulla magistratura requirente. Ma ciò è esigibile con un organico della Procura di Catanzaro di solo 18 unità che ricomprende i 7 magistrati addetti alla Dda? Il distretto di Catanzaro, capoluogo di regione, per vastità territoriale e numero di abitanti nel relativo bacino d’utenza é la Calabria, ma l’organico della Procura è nettamente sottodimensionato”. “E se è vero che la ‘ndrangheta – ha aggiunti Consolo – e’ diventata l’organizzazione criminale più potente, la strategia di contrasto necessita di una consistente implementazione dell’organico della magistratura requirente da parametrare almeno a quello di procure con caratteristiche similari, quali Catania e Palermo. Urge presso le sedi competenti una immediata rivisitazione non più procrastinabile per i carichi inesigibili che gravano sui singoli magistrati ai quali non si può certo sopperire con le frequenti applicazioni a cui sovente ricorro”.

LA PROTESTA DEGLI AVVOCATI CALABRESI. INIZIATIVA NAZIONALE CONTRO PROVVEDIMENTO SU LIBERALIZZAZIONI

Gli avvocati di Reggio Calabria e Catanzaro hanno abbandonato stamane le cerimonie per l’inaugurazione dell’anno giudiziario in segno di protesta contro il progetto di riforma dell’ordinamento professionale. L’iniziativa è stata decisa a livello nazionale dall’ordine degli avvocati. A Reggio Calabria il presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati, Alberto Panuccio, si è espresso criticamente contro l’idea di introdurre nella professione forense aspetti economici di tipo societario che ne snaturerebbero la funzione. A Catanzaro il presidente degli avvocati, Giuseppe Iannello, ha letto una breve nota, per spiegare i motivi della protesta, e successivamente ha abbandonato l’aula dove era in corso la cerimonia.

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