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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Scoperto un cartello di imprese del clan Tegano che imponeva forniture alimentari a negozi reggini

Scoperto un cartello di imprese del clan Tegano che imponeva forniture alimentari a negozi reggini

Scattato all’alba un blitz delle forze dell’ordine coordinato dalla Dda

Scoperto un cartello di imprese del clan Tegano che imponeva forniture alimentari a negozi reggini

Scattato all’alba un blitz delle forze dell’ordine coordinato dalla Dda, che ha portato all’arresto di due noti imprenditori. Si tratta della prosecuzione dell’operazione che, nel luglio scorso, aveva portato all’arresto dell’ex consigliere comunale di centrodestra di Reggio Calabria Dominique Suraci

 

 

La Guardia di Finanza, l’Arma dei Carabinieri e la D.I.A. di Reggio Calabria hanno inferto un altro duro colpo alla cosca TEGANO di Reggio Calabria arrestando due noti imprenditori di Reggio Calabria.

Sono in corso – contestualmente – oltre 20 perquisizioni (alcune a Milano e Roma) e sequestri di beni mobili, immobili ed attività commerciali per circa 30 milioni di euro.

I particolari dell’operazione saranno illustrati presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria alle ore 11 di oggi alla presenza del Procuratore F.F. di Reggio Calabria Dott. Ottavio Sferlazza. 

L’OPERAZIONE ODIERNA PRENDE SPUNTO DALL’ARRESTO DEL CONSIGLIERE COMUNALE DOMINIQUE SURACI

L’inchiesta che ha portato all’arresto degli imprenditori Giuseppe e Barbara Crocé, padre e figlia, è la prosecuzione dell’operazione che, nel luglio scorso, aveva portato all’arresto dell’ex consigliere comunale di centrodestra di Reggio Calabria Dominique Suraci, ritenuto dagli inquirenti il referente della cosca Tegano nel settore della grande distribuzione alimentare e l’interlocutore politico del clan. Le indagini di Dia, guardia di finanza e carabinieri, sono state coordinate dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria Michele Prestipino e dal pm della Dda Stefano Musolino. Secondo l’accusa, Crocé e la figlia Barbara avrebbero tenuto fede ai patti assunti nel settore della grande distribuzione alimentare da Suraci con i Tegano attraverso contratti di fornitura con imprese riconducibili alle singole cosche cittadine. Imprenditori che, per la Dda reggina, hanno lavorato sotto la protezione delle più importanti cosche di Reggio riuscendo così ad accaparrarsi enormi fette di mercato e accumulando patrimoni con modalità illecite. Tra i beni sequestrati figurano anche attività commerciali riconducibili, secondo l’accusa, a Suraci, che in alcuni casi erano “schermate” da società fiduciarie anche di diritto estero. 

Imprese “mafiose” e “para mafiose” avevano creato un vero e proprio cartello, governato dalla cosca Tegano 

Imprese “mafiose” e “para mafiose” avevano creato un vero e proprio cartello, governato dalla cosca Tegano, che si relazionava con le società dei due imprenditori arrestati stamani, alla stregua di un unico gruppo imprenditoriale sponsorizzato dall’appartenenza al sodalizio mafioso. E’ lo scenario delineato dall’inchiesta della Dda di Reggio Calabria condotta da Dia, guardia di finanza e carabinieri, che stamani ha portato all’arresto degli imprenditori Giuseppe e Barbara Crocé, padre e figlia. Le imprese, definite dagli stessi investigatori “mafiose” e “para mafiose”, sono state sequestrate stamani insieme a quelle riconducibili ai Croce. I titolari di queste aziende, secondo l’accusa, si sarebbero resi responsabili di atti di concorrenza sleale nei confronti delle imprese oneste. In particolare, le società sequestrate avevano obbligato le imprese sane operanti nel settore della distribuzione alimentare, dei servizi bar e della ristorazione a rifornirsi di generi di varia natura, dal pane alla frutta e verdura, dalle bevande ai prodotti lattiero-caseari, dai tabacchi alle uova, da quelle riconducibili alla cosca Tegano impedendo l’eventuale avvio di attività imprenditoriali concorrenti lecite. Così facendo è stata impedita la libertà d’iniziativa economica privata. Secondo gli investigatori il controllo, da parte dei Tegano, di queste società dimostra, “ancora una volta, quanto la ‘ndrangheta sia forte ed in grado di infiltrarsi in attivita’ economiche lecite, essenziali per l’economia cittadina”. Un’aggressione all’economia legale avvenuta, sostengono ancora gli investigatori, “grazie al ruolo di soggetti che non sono mafiosi ma che con la mafia stringono patti collusivi, la cosiddetta ‘zona grigia’, e che prestano le proprie capacità professionali ed imprenditoriali all’affermazione ed alla realizzazione degli interessi criminali”. Ed in questo contesto l’utilizzo del sistema dei trust “é un chiaro segnale del salto di qualità della criminalità organizzata calabrese”

‘NDRANGHETA E ZONA GRIGIA: 2 ARRESTI E SEQUESTRI PER 30 MILIONI DI EURO

Dalle prime luci dell’alba, è in corso un’importante operazione della Guardia di Finanza, Carabinieri e D.I.A. di Reggio Calabria, che stanno eseguendo l’arresto di due noti imprenditori reggini collusi con la ‘ndrangheta e sequestri di beni per circa 30 milioni di euro.

L’indagine, volta a disarticolare l’operatività della cosca TEGANO, è la naturale prosecuzione dell’operazione che, nel luglio scorso, aveva accertato il ruolo rilevante ricoperto da SURACI Dominique, sia quale referente privilegiato del potente clan nel settore della grande distribuzione alimentare, sia quale interlocutore politico della stessa, attesa la carica di consigliere che il predetto ha rivestito nel Comune di Reggio Calabria.

Le investigazioni, coordinate dal Procuratore F.F. Dott. Ottavio Sferlazza e dal Sost. Procuratore Dott. Stefano Musolino, hanno dimostrato come gli imprenditori CROCÈ Giuseppe e la figlia Barbara abbiano mantenuto fede ai patti precedentemente assunti – relativamente al settore della grande distribuzione alimentare – dal SURACI con il sodalizio criminale, attraverso connessi e conseguenti contratti di fornitura di beni e servizi con imprese, ditte e società riconducibili alle singole cosche cittadine.

Imprenditori che – al pari del SURACI, al quale oggi vengono sequestrate altre attività commerciali, ancorché abilmente schermate da società fiduciarie anche di diritto estero – hanno lavorato all’ombra e sotto l’ombrello protettivo delle più importanti cosche di ‘ndrangheta di Reggio Calabria e che si sono accaparrati una fondamentale ed enorme fetta di mercato, accumulando patrimoni con modalità illecite.

Le indagini hanno permesso di individuare un vero e proprio cartello d’imprese, governato dalla cosca TEGANO, che si relazionava con le società dei CROCÉ alla stregua di un unico gruppo imprenditoriale, sponsorizzato dalla appartenenza al sodalizio mafioso.

Oltre alle società riconducibili ai due imprenditori arrestati, sono state sequestrate “imprese mafiose” e “para-mafiose”, i cui titolari hanno commesso gravi atti di concorrenza sleale nei confronti di imprese commerciali oneste operanti nel medesimo settore merceologico.

In particolare, le società oggi cautelate avevano obbligato le imprese sane (operanti nel settore della distribuzione alimentare, dei servizi bar e della ristorazione) a rifornirsi (dal pane alla frutta e verdura, dalle bevande ai prodotti lattiero-caseari, dai tabacchi alle uova) da quelle riconducibili alla cosca TEGANO, inibendo l’eventuale creazione ed avvio di lecite attività imprenditoriali concorrenti, minando – in definitiva – l’ordine pubblico economico ed impedendo la libertà d’iniziativa economica privata e tutela del risparmio, diritti costituzionalmente garantiti.

Il controllo da parte della cosca TEGANO di società di erogazione di beni primari e di prima necessità dimostra, ancora una volta, quanto la ‘ndrangheta sia forte ed in grado infiltrarsi in attività economiche lecite, essenziali per l’economia cittadina.

Un’aggressione all’economia legale avvenuta grazie al ruolo di soggetti che non sono mafiosi ma che con la mafia stringono patti collusivi – la cd. “zona grigia” – e che prestano le proprie capacità professionali (e l’utilizzo del sistema dei trust è un chiaro segnale del salto di qualità della criminalità organizzata calabrese) ed imprenditoriali all’affermazione ed alla realizzazione degli interessi criminali.

Con l’operazione odierna, la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e le Forze di Polizia impegnate hanno recuperato un ampio spazio di legalità economica, restituendolo alla collettività onesta e lavoratrice.

Si riporta, di seguito, l’elenco dei beni in sequestro:

 Capitale sociale, quote sociali e patrimonio aziendale della CIEFFETRE S.r.l., recante Partita Iva 02513890802, con sede legale a Reggio Calabria via Torricelli Pescatori nr.45, esercente l’attività di “supermercati”, equamente intestata a CROCÈ Francesco cl. 81 e CROCÈ Fabrizio Maria cl. 89;

 Capitale sociale, quote sociali e patrimonio aziendale della CASA PIÙ S.r.l., recante Partita Iva 02419300807, con sede legale a Reggio Calabria via Torricelli Pescatori nr. 45, esercente l’attività di “commercio al dettaglio di utensili per la casa, di cristallerie e vasellame”, intestata per il 95% a CROCÈ Fortunata Barbara e per il 5% alla CIEFFETRE S.r.l.;

 Capitale sociale, quote sociali e patrimonio aziendale della S.D.S. HOLDING S.r.l., recante Partita Iva 02350520801, con sede a Reggio Calabria, via Prolungamento Aschenez traversa Amendola nr. 15, esercente l’attività di “Noleggio di autovetture ed autoveicoli leggeri”, interamente intestata alla CIEFFETRE S.r.l.;

 Capitale sociale, quote sociali e patrimonio aziendale della SGS GROUP S.r.l., recante Partita Iva 02351090804, con sede a Reggio Calabria, via Aldo Moro nr. 54/C, esercente l’attività di “Minimercati e altri esercizi non specializzati di alimentari”, intestata per il 60% alla S.D.S. HOLDING S.r.l. (a sua volta detenuta al 100% dalla CIEFFETRE S.r.l.) e per il 40% dalla CIEFFETRE S.r.l.;

 Capitale sociale, quote sociali e patrimonio aziendale della SUPERMERCATI DUECI S.r.l. recante Partita Iva 01337270803, con sede a Reggio Calabria, via Sbarre Superiori nr. 46, esercente l’attività di “Commercio al dettaglio di supermercati”, equamente intestata all’odierno arrestato CROCÈ Giuseppe ed alla moglie MALAVENDA Giuseppina;

 Ditta Individuale ANTICO MULINO e relativo patrimonio aziendale, recante Partita Iva 02375230808, con sede a Reggio Calabria via Casa Savoia n. 194, esercente l’attività di “Produzione di prodotti di panetteria”, intestata a CALAFIORE Francesca cl. 77, ma comunque riconducibile a UTANO Pasquale

 Ditta Individuale Frutta e Verdura di POLIMENI Domenico e relativo patrimonio aziendale, recante Partita Iva 01409620802, con sede a Reggio Calabria via Tenente Panella n. 29, esercente l’attività di “Commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi”, intestata al detenuto POLIMENI Domenico, fratello di Carmine;

 Ditta Individuale POLIMENI CARMINE, recante Partita Iva 02214270809, con sede a Reggio Calabria (RC) via Gabriele d’Annunzio n. 32, esercente l’attività di “commercio all’ingrosso di bevande”, intestata al detenuto POLIMENI Carmine, genero del boss TEGANO Giovanni;

 Capitale sociale, quote sociali e patrimonio aziendale della Ditta SAN MICHELE di CRUDO Michele & C. s.a.s., recante Partita Iva 02437230804, con sede in Reggio Calabria C.da Corvo n. 3 – Archi, esercente l’attività di “Intermediari del commercio di prodotti alimentari, bevande e tabacco”, intestata al detenuto CRUDO Michele ed alla moglie TEGANO Maria (figlia di Giovanni);

 Capitale sociale, quote sociali e patrimonio aziendale della DIPROCAS S.r.l., recante Partita Iva 02181730801, con sede a Reggio Calabria, via Petrara n. 105, esercente l’attività di “Produzione dei derivati del latte”, intestata al detenuto UTANO Pasquale ed al figlio Antonio cl. 77

 Capitale sociale, quote sociali e patrimonio aziendale della DIPROCAS ITALIA S.r.l, recante Partita Iva 02648700801, con sede a Reggio Calabria via San Giuseppe n.28, esercente l’attività di “Commercio all’ingrosso di prodotti lattiero-caseari e di uova”, intestata al detenuto UTANO Pasquale ed alla moglie MORABITO Rosanna;

 Capitale sociale, quote sociali e patrimonio aziendale della S.G.I. HOLDING S.r.l recante Partita Iva 13391300152, con sede a Milano, Corso di Porta Ticinese nr. 3, esercente l’attività “locazione immobiliare di beni propri o in leasing”, intestata a due fiduciarie (di cui 1 svizzera) ma riconducibile al detenuto SURACI Dominique;

 Capitale sociale, quote sociali e patrimonio aziendale della S.S. HOLDING S.p.A., recante Partita Iva 05967200964, con sede a Milano, Corso di Porta Ticinese nr. 3, esercente l’attività di “costruzione di edifici residenziali e non residenziali”, intestata per il 99% alla S.G.I. HOLDING S.r.l e per l’1% ad una fiduciaria, ma riconducibile al detenuto SURACI Dominique;

 50% delle quote e del capitale sociale della SAT 9 S.r.l. recante Partita Iva 02565290802, con sede a Reggio Cal. via Prolungamento Aschenez n. 15, esercente l’attività di “società di partecipazione”, intestata ad una fiduciaria ma riconducibile a SURACI Dominique

 25% delle quote e del capitale sociale della NICEA S.r.l., recante Partita Iva 02570060802, con sede a Reggio Calabria, via Prolungamento Aschenez nr. 15, esercente l’attività di “costruzione di edifici residenziali e non residenziali”, intestata ad una fiduciaria ma riconducibile a SURACI Dominique

per un valore di stima di circa € 30.000.000,00.

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