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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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In libreria Giano Lacinio alchimista francescano del 500 Francesco Vizza ricostruisce l'identità e riporta l'opera del cirotano illustre

In libreria Giano Lacinio alchimista francescano del 500 Francesco Vizza ricostruisce l'identità e riporta l'opera del cirotano illustre
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Lacinio è una figura molto importante nel panorama culturale del ‘500
poiché pubblica una collettanea di testi alchemici di autori di assoluto
rilievo della storia dell’alchimia. L’opera dal titolo *La Nuova Perla
Preziosa – un Trattato sul Tesoro e sulla Pietra più preziosa dei Filosofi*,
stampata a Venezia nel 1546 e tradotta in tedesco e in inglese nel corso di
cinque secoli, è qui riportata in italiano per la prima volta.

Lacinio riprende un concetto caro agli alchimisti francescani: l’arte
alchemica si fonda su una profonda ispirazione divina. In questo contesto,
la ricerca della pietra filosofale non è un mezzo per accumulare ricchezze
ma lo strumento per il rinnovamento dell’anima. La conoscenza dei segreti
della natura deve servire innanzitutto ad alleviare le sofferenze dei
poveri.

L’alchimia non ha mai fatto parte della cultura ufficiale ma è sempre stata
parte integrante del patrimonio culturale e scientifico di ogni uomo
veramente erudito. Tra i suoi cultori si possono annoverare santi,
imperatori, prelati, papi, teologi, medici, poeti e artigiani. Questa
cerchia comprende personaggi come Ruggero Bacone, Newton, Leibniz e quasi
tutti gli uomini di scienza del XIV-XVI secolo. L’obiettivo principale
degli alchimisti era quello di trasmutare i metalli vili in oro.

A volte la storia ci riserva strani paradossi e sorprese: la trasmutazione
dei metalli, da loro inseguita invano per 15 secoli, è stata ottenuta nel
1919 da Rutherford con la prima reazione nucleare artificiale”.