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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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“Imu sui terreni, così si uccide il comparto agricolo” Graziano: "Oliverio dia sostegno a questa battaglia e saremo di fianco a lui"

“Imu sui terreni, così si uccide il comparto agricolo” Graziano: "Oliverio dia sostegno a questa battaglia e saremo di fianco a lui"
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COSENZA (Cs) – Imu sui terreni ex montani, la mini-proroga al 26 gennaio si rivelerà una doppia beffa per gli agricoltori. Infatti, tra rimborsi e conguagli, i contribuenti si troveranno a dover far fronte alle ingiustizie dell’ennesima tassa che pone un’enorme ipoteca sulle potenzialità di sviluppo dell’economia agricola calabrese. La stessa che già nel 2014 ha fatto registrare risultati disastrosi. Non bastava la crisi del mercato delle pesche e del comparto agrumicolo, così come il blocco delle esportazioni in Russia ed il flagello della mosca delle olive che, come nel resto del Paese, ha più che dimezzato la produzione. Da Roma è arrivato il colpo di grazia. Le modifiche all’attuazione decreto interministeriale 66/2014, di fatto, pongono sugli agricoltori un insostenibile balzello, mettendo concretamente in ginocchio coltivatori e produttori, dopo un’annata terminata con l’assoluta mancanza di reddito.

Sono queste le preoccupazioni del Consigliere regionale della Casa delle Libertà, Giuseppe Graziano, condivise con numerosi operatori e associazioni del settore “verde”, turbati peri catastrofici effetti che potrebbero derivare dalle scellerate politiche economico-finanziarie imposte dal Governo nazionale.

Continuiamo a vivere – dichiara Graziano – una fase amministrativa nazionale del tutto paradossale, sempre più dissociata da quelle che sono le esigenze e le condizioni reali del Paese. L’introduzione dell’Imposta municipale unica anche sui terreni ormai definiti ex montani è un’assurdità. E ancora una volta a parlare sono i numeri e la delicata fase economica che stiamo attraversando. L’imposizione di una tassa su aree rese praticamente improduttive dalla crisi è ai limiti della costituzionalità. Con che coraggio – scandisce il Consigliere regionale della CdL – si può pensare di chiedere un tributo, soprattutto al termine di un anno disastroso sul piano commerciale, a quegli agricoltori che dopo aver investito proprie risorse per la rendita dei loro terreni, hanno visto il crollo totale dei prodotti sul mercato. Sappiamo tutti che esistono aree collinari e pedemontane perennemente svantaggiate! È così soprattutto in Calabria. In queste aree, cito un esempio, per la raccolta di un quintale di olive per la produzione di olio-extravergine, sottopagato sulle piazze nazionali a causa della concorrenza estera, occorrono più investimenti che non sono poi coperti dagli introiti lordi. Ecco perché – questo il monito di Graziano – occorrono azioni concrete a tutela del nostro patrimonio agricolo. Il nuovo governo regionale ed il Presidente Oliverio, diano sostegno e questa battaglia e noi saremo di fianco a loro. Serve un’azione sinergica che, insieme al supporto dell’opposizione responsabile e delle associazioni di categoria, possa porre in essere iniziative mirate ad evitare il disastro totale in agricoltura. Ed il primo atto, senza ombra di dubbio – conclude Graziano – è quello di fare pressioni sul Governo centrale affinché riveda i parametri di questa tassa.

Da un’analisi della Confeuro risulta che l’Italia, ed in particolare la Calabria, nel 2014 ha subito il contraccolpo del calo del valore della produzione vegetale e la conseguente caduta dei prezzi nell’UE (-9,5%). Le riduzioni di prezzo più sensibili sono state per patate (-24,5%), semi oleosi (-14,7%), cereali (-13,9%), barbabietole da zucchero (-11,6%), frutta (-10,7%), olio d’oliva (-8,2%), legumi freschi (-6,5%) e vino (-4%). Tutti prodotti che segnano il passo nell’economia calabrese. Nasce anche da qui l’opportunità di rivedere i parametri Imu per i terreni ex montani, attraverso la sospensione totale dell’imposta per il 2014 con la prospettiva di eliminarla del tutto. Il rinvio, infatti, non basta a risolvere il problema. Non è ammissibile che si faccia cassa anche sulle spalle di quei tanti produttori che nonostante tutto credono nella ricrescita economica.