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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Il tumore si batte anche con la bilancia

Il tumore si batte anche con la bilancia

«Non potrò più deglutire cibi solidi» ha rivelato l’attore Michael Douglas, malato di cancro alla gola. Ma per sostenere le cure è necessario non perdere troppo peso

Il tumore si batte anche con la bilancia

«Non potrò più deglutire cibi solidi» ha rivelato l’attore Michael Douglas, malato di cancro alla gola. Ma per sostenere le cure è necessario non perdere troppo peso

 

MILANO – «La mia voce cambierà e può darsi che a un certo punto io non riesca più a deglutire cibi solidi». È la testimonianza di un uomo colpito da un tumore alla gola, che ha di fronte lunghe settimane di trattamenti con farmaci e radioterapia. È il racconto di un attore celebre, Michael Douglas, che davanti alle telecamere del programma di David Letterman si è mostrato smagrito ma determinato ad affrontare la patologia. Il suo è il dramma di molti malati e per tutti loro è fondamentale la capacità di nutrirsi e di evitare una perdita di peso eccessiva e involontaria.

 

SE NE VA ANCHE 1/4 DEL PESO – «La malattia, associata alla terapia, porta allo sviluppo della disfagia, cioè l’incapacità di deglutire, e per oltre la metà dei casi ad una perdita di peso così marcata (fino al 25 per cento) che spesso determina l’interruzione della terapia, facendo perdere al paziente chance di guarigione» commenta Maurizio Muscaritoli, docente dell’Università La Sapienza di Roma e direttore dell’Unità Operativa di Coordinamento Attività di Nutrizione Clinica del Policlinico Umberto I. «Le terapie, chemioterapia, radioterapia e a volte interventi chirurgici – prosegue – sono spesso debilitanti, anche sul piano psicologico. A ciò si aggiunge che i tumori del cavo orale colpiscono spesso persone di età avanzata e sono frequenti in persone con dipendenza dall’alcol e dal fumo, non di rado in condizioni economiche e sociali ben diverse da quelle di Michael Douglas».

NUTRIRSI PER GUARIRE – E non è un problema limitato alle neoplasie che colpiscono la bocca, la gola o l’esofago, prosegue l’esperto: «Molti neppure lo immaginano, ma oggi il 20 per cento dei pazienti oncologici non ce la fa per le gravi conseguenze della malnutrizione». Sono persone così debilitate da non poter sostenere i trattamenti adeguati, che i medici si trovano costretti a ridurre o addirittura a sospendere. Due gli errori fondamentali: considerare la malnutrizione una fatalità inevitabile per un malato di cancro e accorgersene tardi.

SE L’AGO DELLA BILANCIA SCENDE TROPPO – La perdita di peso nei malati oncologici è dovuta a un insieme di fattori, dall’impatto psicologico della diagnosi alla localizzazione della massa tumorale, dagli effetti del tumore sul metabolismo (si accelera il consumo energetico) a quelli delle terapie che tolgono appetito, infiammano la bocca, alterano i sapori. Tutto ciò può portare a un temibile mix di problemi, una vera e propria sindrome, chiamata cachessia. «È la concomitanza di anoressia, cioè mancanza di appetito, perdita di massa grassa e di massa magra, cioè tessuto muscolare, e di alterazioni del metabolismo» spiega Muscaritoli. La cachessia è una condizione tipica della malattia in fase avanzata (colpisce oltre la metà dei malati di tumore al polmone e fino all’80 per cento dei malati di tumori gastrici e del pancreas) ed è difficilmente reversibile. «Una volta entrati in questo circolo vizioso, spesso si può solo cercare di limitare il danno, ma si può invece fare molto per prevenire, riconoscendo una condizione di pre-cachessia e intervenendo a livello metabolico, nutrizionale, farmacologico – raccomanda il nutrizionista -. L’importante è partire subito».

COSA SI PUÒ FARE – L’hanno chiamata “percorso parallelo”, è la strategia per proteggere l’appetito e la salute dei malati di tumore, e Maurizio Muscaritoli ne spiega la filosofia: «Il nutrizionista deve affiancare l’oncologo nella cura del paziente, così come accade ormai con il patologo, il cardiologo e via dicendo. Il supporto nutrizionale deve partire insieme a quello anticancro, appunto come un percorso parallelo». Basta una visita per prevenire i problemi più grossi e mettere in atto gli accorgimenti necessari, da quelli più blandi, come modificare la dieta,dare consigli culinari e alimentari utili per chi è in terapia, prescrivere supplementi e integratori per bocca, fino alle misure più complesse: «Noi abbiamo in carico tutti i pazienti e per tutto il loro percorso, anche quello più duro – conclude Muscaritoli – da chi può mangiare spaghetti vongole a volontà fino a chi ha bisogno di nutrizione enterale o parenterale, in ospedale o a casa».