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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Il sindaco Pedà a muso duro contro i suoi consiglieri Pedà tuona nei confronti dei 7 consiglieri di maggioranza: "Non cedo ai ricatti di chi vuole imporre i nomi della mia giunta" - GUARDA

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di Domenico Latino

GIOIA TAURO – “Non cedo ai ricatti di chi vuole imporre i nomi della mia giunta!”. Esordisce così il sindaco di Gioia Tauro, Giuseppe Pedà ora al centro di una polemica che rischia addirittura di mettere in discussione il prosieguo di una nuova esperienza amministrativa a poco più di un anno dalle ultime elezioni. Si allunga quindi a Gioia Tauro, per l’ennesima volta, lo spettro dei commissari. Giorni addietro l’assessore Toscano aveva avanzato alcune critiche al sindaco, invitando quest’ultimo in estrema sintesi a rilanciare l’operato della sua giunta o per mezzo di un rimpasto o concedendo maggiori margini di manovra ad una compagine composta da “novizi”. Apriti cielo! Molti consiglieri di maggioranza si sono subito riuniti per chiedere l’allontanamento dell’assessore eretico e gridare allo scandalo, mentre paradossalmente il sindaco, unico vero destinatario delle parole di Toscano, non ha avuto nulla da eccepire nella convinzione che la dialettica aiuti a superare i problemi. Ora però la faccenda si è molto ingarbugliata perché i sette consiglieri di maggioranza, di fronte al categorico rifiuto di Pedà di “sacrificare” l’assessore alla Cultura, hanno deciso di alzare il tiro chiedendo la convocazione di un apposito consiglio comunale che promette scintille. “Mi pare di vivere una dimensione surreale – continua Pedà – perché in quest’ultimo anno, sui giornali o in rete, quasi tutti i componenti di una maggioranza che ora si indigna hanno espresso più o meno accanimento sul nulla e per me è incomprensibile. Non c’è politica in tutto questo. Ricordo a tutti per l’ennesima volta quello che ho detto pubblicamente e a più riprese in quest’ultimo anno: chi vuole adeguarsi al nuovo corso che abbiamo indicato è il benvenuto; chi invece rimpiange atmosfere di un passato opaco che non deve tornare e non tornerà si accomodi pure fuori. Io non trattengo nessuno”. Pedà probabilmente sembra voler far notare come l’odierna fronda riunisca in maniera trasversale tanti pezzi di una classe dirigente che stava insieme già al tempo di Giorgio Dal Torrione. “Non bisogna avere paura del cambiamento, specie quando il cambiamento è necessario. Gioia Tauro deve guardare avanti e non indietro. Continuo a lavorare giorno dopo giorno dalla mattina alla sera per poter consegnare fra quattro anni ai miei concittadini una città rinnovata nella forma e nello spirito, una città finalmente felice, responsabile e composta da cittadini liberi da qualsiasi tipo di condizionamento. Alcuni forse hanno scambiato il mio approccio di evangelico ascolto per debolezza. Si ricrederanno presto. Esercito con scrupolo e passione il ruolo che i cittadini votanti mi hanno assegnato, continuerò a testa alta ad espletare fino a quando sarà possibile il mio mandato in libertà, scienza e coscienza. Ognuno si assumerà la responsabilità delle proprie scelte. Io per primo”.