Il presidente della Repubblica Napolitano ha ricevuto in Quirinale una delegazione delle Bcc
redazione | Il 28, Mar 2014
Ribadito il significato ed il valore del credito mutualistico in una nuova fase di sviluppo partecipato del’Italia e dell’Europa. Napolitano: “Le Bcc sono una componente originale ed essenziale dell’economia italiana”
Il presidente della Repubblica Napolitano ha ricevuto in Quirinale una delegazione delle Bcc
Ribadito il significato ed il valore del credito mutualistico in una nuova fase di sviluppo partecipato del’Italia e dell’Europa. Napolitano: “Le Bcc sono una componente originale ed essenziale dell’economia italiana”
Gli indirizzi di saluto del Presidente Federcasse Azzi e di Confcooperative Gardini
Una delegazione del Credito Cooperativo italiano, guidata dal Presidente di
Federcasse Alessandro Azzi è stata ricevuta questa mattina al Palazzo del Quirinale dal
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a conclusione delle celebrazioni del
130mo anniversario della costituzione della prima Cassa Rurale italiana, avvenuta a
Loreggia (Padova) nel 1883.
Nel rivolgere il proprio saluto ai partecipanti, il Presidente Giorgio Napolitano ha
ribadito la sua vicinanza al mondo della cooperazione, incoraggiando il Credito
Cooperativo a “coltivare” la differenza di banche locali, mutualistiche al servizio dei
territori. “Le BCC sono una componente originale ed essenziale dell’economia italiana e
vivono un rapporto speciale con l’opinione pubblica e con i cittadini” ha poi affermato.
“Le Banche di Credito Cooperativo – ha aggiunto il Presidente della Repubblica – hanno la
vocazione ad essere più vicine alle PMI, soprattutto in anni di crisi e possono favorire la
crescita delle piccole imprese, aiutandole a lavorare in rete”. “E’ inoltre importante – ha
concluso – che le BCC abbiano, nel rispetto delle regole prudenziali, un proprio “merito di
credito”.
Dal canto suo, il Presidente di Federcasse ha in particolare ricordato il valore
dell’esperienza originale e inimitabile delle banche cooperative mutualistiche che dalla
loro nascita hanno accompagnato l’Italia e le diverse comunità delle quali sono autonoma
espressione in un percorso di crescita economica, civile, sociale e culturale.
Oggi – ha ricordato Azzi – le BCC e Casse Rurali operano in 2.700 Comuni (in oltre
500 dei quali sono l’unica realtà bancaria). Sono caratterizzate da una particolare
specializzazione produttiva in termini di sostegno ai piccoli operatori economici ed alle
famiglie. Oggi, ha reso noto il Presidente, le BCC erogano quasi il 18% del totale dei
finanziamenti alle micro e piccole imprese. Le quote di mercato sfiorano il 23 % del totale
dei crediti alle imprese artigiane, il 18 % per le imprese agricole, il 12,5 % per le istituzioni
del non profit, il 9% per le famiglie. Nei venti anni del Testo Unico Bancario (1994 – 2013)
le BCC hanno accresciuto di sette volte gli impieghi, di quattro la raccolta diretta, di tre
volte il patrimonio, oggi a 20 miliardi di euro (con un Tier 1 medio del 14 %).
“Le BCC in questi anni – ha sottolineato il Presidente di Federcasse – hanno
attratto fiducia. Ed erogato fiducia. I soci sono cresciuti in venti anni di oltre due volte,
raggiungendo quota 1 milione e 160 mila. Le nostre cooperative bancarie hanno
contribuito al miglioramento del ben-essere inteso non solo come sviluppo ma anche
coesione sociale, equità e qualità delle relazioni”.
Rispetto alla situazione attuale, Azzi ha ribadito come il Credito Cooperativo sia
fortemente impegnato, in tutte le sedi, a promuovere e garantire la sostenibilità e lo
sviluppo del modello di banca mutualistica. Contro i rischi del “pensiero unico” contro, in
particolare, la tesi per cui la frammentazione dell’industria bancaria italiana sarebbe di
per sé indice di debolezza) o contro i rischi di “omologazione” soprattutto in relazione alla
normativa europea di settore, adottando criteri di proporzionalità ed adeguatezza nella
sua definizione ed applicazione.
Il Credito Cooperativo, ha detto ancora il Presidente, è oggi impegnato ad
investire sulla qualità delle persone, a qualificare la governance delle singole Banche
(attraverso anche una profonda revisione statutaria), a rafforzare la coesione interna e la
rete di protezione del sistema, a promuovere il coinvolgimento e la democrazia interna,
con una attenzione particolare all’universo giovanile e alle donne.
In conclusione, Azzi ha ribadito come oggi, per innescare la vera ripartenza del
Paese, occorra ricostruire fiducia, a tutti i livelli. “L’Italia ha pagato, e per alcuni versi sta
ancora pagando, prezzi che derivano fondamentalmente da carenza di fiducia” ha detto.
“Sono prezzi finanziari, con riferimento ai mercati internazionali, alla valutazione
dell’affidabilità del nostro Paese. Sono prezzi civili, con riguardo all’allontanamento dei
cittadini dalle istituzioni. Sono prezzi sociali, pensando alle difficoltà dei giovani di
immaginare e costruire il proprio futuro. Sono prezzi economici, con riferimento
all’assenza, che dura da almeno venti anni, di una politica industriale capace di orientare
lo sviluppo di un Paese come il nostro, che è ancora la seconda manifattura europea, ma
è rimasto fortemente ancorato a produzioni tradizionali, avendo investito molto meno di
altri in innovazione, tecnologia, ricerca”.
“La ripartenza non può che innestarsi su un cambiamento reale. Su un’azione
condivisa. Su un appoggio vero ai “produttori”. Su un’effettiva semplificazione. Su un
forte investimento in ricerca e infrastrutture”. “Dobbiamo riprendere il disegno di
un’Europa che sia veramente grande. Quindi l’Europa dei cittadini, più che delle strutture.
L’Europa che sa miscelare sviluppo e rigore. Che sa valorizzare la ricchezza della
biodiversità imprenditoriale, applicando davvero la proporzionalità ed il discernimento
che servono”.
Della delegazione faceva parte anche il Presidente di Confcooperative Maurizio
Gardini (Federcasse è difatti una delle articolazioni settoriali della centrale cooperativa).
In un breve indirizzo di saluto, Gardini ha ricordato come il movimento cooperativo, a
livello mondiale, sia impegnato a promuovere la partecipazione economica dei soci e più
in generale un’economia sociale e partecipativa. Gardini, in particolare, ha ricordato il
contributo che l’intero sistema cooperativo ha dato alla tenuta del sistema Paese ed al
sostegno di famiglie ed imprese: “Nei sei anni di crisi già trascorsi – ha detto – le
cooperative italiane hanno accresciuto l’occupazione del 5,4%. Se invece si fossero
comportate come il resto della economia oggi mancherebbero all’appello 132 mila posti
di lavoro, tra salvaguardati e creati. La funzione sociale inscritta nella Costituzione si
realizza così in modo concreto e perfino misurabile”.