Il nuovo mostro italiano: il pregiudizio Le riflessioni di Lory Viola sul tema dell'immigrazione
di Lory Viola
Siamo tutti figli di Dio? Questa considerazione, ormai, divenuta solamente una metafora, la si utilizza con la stessa “attendibilità” che esprime il citato giuridico “la legge è uguale per tutti”.
Gli atavici problemi italiani, la cui natura risiede nella corruzione politica, imprenditoriale, giudiziaria, nell’eterno assistenzialismo, nella mafia figlia legittima dell’abbandono a cui è stato destinato il sud fin dalla “questione meridionale”, nell’estinto orgoglio patriottico, hanno prodotto un nuovo “orco”, la cieca furia contro l’inerme straniero!
L’elencazione numerica dei morti dalle terre in guerra si è spostata nel mediterraneo, sepoltura “ moderna” dei nuovi martiri.
D’altronde morire in mare, nel silenzio del profondo abisso, non crea responsabilità penali per nessuno, il tutto si condensa in formali articoli di stampa o servizi televisivi che passano in rassegna sterili doveri di cronaca dalle quale non si produrrà alcun sussulto all’anima!
Eppure il mare rappresenta il pittoresco affresco attraverso cui la sovrana natura esprime il massimo del suo impenetrabile fascino e della sua grandiosa imponenza, il mare che si dibatte nell’attraversare le stagioni, nel trasportare i venti delle terre confinanti, l’infinità degli orizzonti quasi surreali, i colori intercambiabili del cielo che condizionano la tonalità dell’acqua mentre dall’alto del soffitto del mondo la tenue sovrapposizione delle nuvole induce lo spirito sensibile a viaggiare con la mente…
Quante meritevoli considerazioni potrebbero parafrasare il concetto che ognuno di noi possiede degli oceani…
Oggi questa poesia dell’anima è sprecata perchè il mare, è ormai, un sepolcro, luogo silenzioso ove risposano, nel suo fondale, migliaia di esseri umani, tanti bambini, madri, nonni, fratelli, padri, parenti prossimi, amici e compagni di sventura, perché anche a sopravvivere all’alta marea ed alle sue insidiose onde non scamperebbero, comunque, all’appello nefasto del pregiudizio!
Tante le invocazioni inascoltate di Papà Francesco; oggi il silenzio della Chiesa in questa tipologia di misfatti inumani non ha responsabilità, il genocidio della seconda guerra mondiale ha fatto intuire chiaramente cosa abbia rappresentato spiritualmente l’omertà delle rappresentanze clericali quando la profanazione della vita, in tutte i suoi aspetti, veniva consumata, partorendo l’olocausto!
Il tutto mentre le posizioni oltranzistiche della politica camaleontica hanno concepito un altro “babau“, l’indifferenza del popolo italiano, anticamente terra di arte e di cultura, patria del sommo poeta, residenza di uomini valorosi, molti siciliani, capaci di consacrare, come dono ai posteri ingrati, la propria esistenza per un idea di legalità che non gli ha reso alcun merito, se non perenni commemorazioni … che si alternano alle feste comandate in un rituale cordoglio … inutile quanto il loro sacrificio.
Prolificato è, invece, il sospetto verso l’altro, sacche di odio indistinto ed ingiustificabile, imprecazioni, ingiurie, oltraggi comportamentali, gli italiani strumentalizzati dagli stessi artefici del crollo morale ed economico di un paese schernito da un Europa evoluta civilmente nei tempi anche se priva di un passato storico comparabile a quello del Bel Paese.
Dunque un Italia estremista che aveva ripudiato, anche, il suo Duce per le infami “leggi razziali” assolvendolo per tutto il resto, un doppio peso rispetto alla stessa misura dell’ oltraggio che oggi si perpetra a danno dei deboli e degli indifesi, facile assaltare chi è privo di corazze…, uomini condannati anche geograficamente perchè nati in terre di guerre e dittature ove il valore della vita ha peso solo nel credo dell’aldilà compensatrice.
Cari cristiani praticanti e non, cari agnostici, che come me, cercate una verità mai comprovabile, cari laici che vi attaccate alla certezza della scienza per non confrontarvi con il mistero della fede…, quando praticate il vostro credo con o senza il rosario in mano, con o senza la presunzione della negazione della fede, dopo aver reclamato il diritto di vivere dignitosamente negando la stessa opportunità agli altri, quali nobili sentimenti pensate di trasmettere al prossimo a voi piu’ vicino? in quale precetto o comandamento è scritta la virtu’ superiore del pigmento della pelle?
Cosa raccontante ai vostri figli quando in tv la cronaca narra impetuosamente la sorte di un altro bambino che al mare non ci è andato per giocare con l’acqua salata o per costruire castelli di sabbia…
Su quale basi ritenete che la “ caduta dell’ impero italico ” possa essere legata agli sbarchi disperati, esseri umani, portatori mondiali di diritti calpestati, ma certamente con un livello di umiltà e di fede che non baratterebbero mai con la superbia e l’ignoranza di chi crea spauracchi per spostare l’attenzione dalle problematiche reali, a cui, però, ci pieghiamo servilmente mortificando ogni libera forma di raziocinio e dignità umana …
In quel mare, ormai, abitato da cadaveri dalle identità sconosciute, dovremmo fare viaggiare, all’infinito, barconi di corrotti e corruttori, prelati pedofili, mariti e compagni che alla separazione dalle consorti hanno preferito coniare, con barbarie e crudelta’, un nuovo sillogismo: il femminicidio, dovremmo imbarcare tutte le cartelle elettorali sprecate perché mille volte ingannate, ogni nostra cattiva azione quotidiana contro gli animali, il mancato rispetto per madre natura che ancora ci permette di osservare l‘arcobaleno, il fiorire degli alberi i cui frutti … possono essere colti dai nostri pargoletti come gesto di meraviglia e non come necessità di sopravvivenza!
Continuiamo a perderci in un esistenza blanda che ci scivola tra le mani e che con ipocrita tristezza commentiamo al funerale di turno in cui i rimorsi ed i rimpianti esistenziali nascono e muoiono tra una stretta di mano ed un’altra.
Cari immigrati, vi chiedo scusa, perché scrivo ma non reagisco, perché ogni volta che leggo le vostre storie il mio dispiacere lascia il tempo che trova, perché incontrandovi non mi soffermo a farvi sentire parte del mio mondo ne tentare di comprendere il vostro, perché anche io sono moralmente colpevole dell’indifferenza che vi sovrasta, perché il mio tempo lo impiego solamente per le mie esigenze … Vi chiedo scusa anche a nome di chi vi oltraggia senza comprendere il vero senso del male a voi indirizzato, vi chiedo scusa perché sono stata piu’ fortunata, nata in un pezzo di terra in cui la fine della guerra ha restituito a caro prezzo il primato della libertà e della democrazia, ed il sacrificio di chi ha combattuto non è stato vano come le vostre fughe disperate che si perdono tra le acque gelide del mare in tempesta, niente più bombe sulle nostre teste, nessuna prigionia alle nostre idee, a parte la nascita di quello stesso pregiudizio razziale da cui ci hanno, onoratamente, liberati!