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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Il nuovo libro di don Manuli recensito dal sociologo Petullà “’Ndrangheta: questione teologica ed ecclesiale. Le Chiese di Calabria in uscita. Prospettive e proposte”

Il nuovo libro di don Manuli recensito dal sociologo Petullà  “’Ndrangheta: questione teologica ed ecclesiale. Le Chiese di Calabria in uscita. Prospettive e proposte”
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E’ stato possibile leggere e apprezzare, in questi giorni, il nuovo libro scritto da don Vincenzo Leonardo Manuli, edito dalla casa editrice Laruffa e intitolato: “’Ndrangheta: questione teologica ed ecclesiale. Le Chiese di Calabria in uscita. Prospettive e proposte”. L’approccio adottato si muove nei confini di un coerente quadro di osservazione e di studio, lasciando distinguere una non comune capacità di far coesistere – nel segno di un’autentica e reciproca comprensione – la preminenza del rigore della riflessione teologica e pastorale con il non meno esigente carattere di un’aperturista esperienza interdisciplinare. Ci troviamo senz’altro di fronte non solo a un’attività di ricerca ma, ancora prima, a una scelta che risulta essere dichiarativa e procedurale, all’interno della quale è possibile cogliere un trasferimento di conoscenze provenienti in modo particolare dalle scienze umane. L’autore, in tal modo, mostra di aver saputo raccogliere e realizzare – pienamente – una delle magistrali e sottovalutate sfide indicate dal Concilio Ecumenico Vaticano II, laddove i teologi e i pastoralisti sono sollecitati a “non far uso solo dei principi della teologia, ma anche delle scoperte delle scienze profane, in primo luogo della psicologia e della sociologia, cosicché anche i fedeli siano condotti a una più pura e più matura vita di fede”. La succitata pubblicazione, anche per questo motivo, incoraggia il lettore a riflettere sul fenomeno della ‘ndrangheta attraverso una pluralità d’indagini e di propositive soluzioni, dove gli elementi di fede risultano essere intrecciati a fattori di natura cognitiva. Sembra evidente di trovarsi di fronte a un fondamentale e caratterizzante principio metodologico, che il Manuli impiega a cominciare dall’ampio affaccio sul corpus comprendente gli interventi del Magistero universale e dell’episcopato locale. La riflessione sulla descrittiva riorganizzazione documentale – che è possibile apprezzare a partire dalle visite degli ultimi tre pontefici in Calabria fino alla presa di posizione delle chiese configurate nella medesima appartenenza regionale – conserva integralmente e costantemente il livello etico e normativo, prendendo di conseguenza le distanze da ogni rischio d’indebita estrapolazione, mentre al contempo si rivela come un considerevole e riuscito tentativo di riprendere e valorizzare più diffusamente l’intrinseca funzione di natura pastorale. Uno sforzo teologico intelligente e illuminante, questo, attraverso il quale l’autore rammenta l’urgenza di non confinare – come ancora oggi non raramente accade – l’autorevole, viva e complessiva ricchezza del magistero ecclesiale attorno a una concezione essenzialmente giuridica e formale. La precipua attenzione a questa visione diventa, di conseguenza, come un’ulteriore occasione per analizzare criticamente la composita realtà situazionale della Chiesa contemporanea, oltretutto nella più ampia cornice interpretativa delle dinamiche dei profondi mutamenti storici e culturali della società italiana e calabrese. La sequenza delle aree tematiche, individuate e trattate in relazione alla specificità di quest’ultimo inquadramento geografico, lascia emergere che sulla produzione dell’impegno ecclesiale – volto a educare le coscienze contro la ‘ndrangheta – non possono essere più sottaciute le antiche e persistenti ombre, che tuttavia non devono impedire di scorgere orizzonti di attiva e rinsaldata speranza. Limiti e punti di forza sono in ogni caso fissati in un’ampiezza e chiarezza di linguaggio, capace di dilatare con forza lo scorrere degli eventi alla luce del risalto giustamente riservato alla tensione rivoluzionaria affrettata da papa Francesco, a motivo della significativa e risonante condanna alla ‘ndrangheta pronunciata in occasione della sua venuta presso la piana di Sibari. Per l’autore questo evento rappresenta uno snodo assolutamente cruciale, che influisce sulla coesione interna della società calabrese – finanche nella qualità del processo generativo di uno spazio pubblico ispirante pratiche di cittadinanza attiva – poiché impone, in modo particolare ai più giovani, di conoscere un passato con l’implicazione che non deve necessariamente rimanere lo stesso nel presente e nel futuro. Il teologo Manuli, tuttavia, non esita a ricordare che la forza – intensiva ed estensiva – di questo autentico rinnovamento antropologico deve promanare innanzitutto dall’insostituibile opera di mediazione della Chiesa, alla quale chiede di essere più prassicamente presente in mezzo al suo popolo, rintracciando nella sofferenza di volti e di vissuti la riprova della validità di una più matura e audace corresponsabilità tra clero e laici. L’impianto contenutistico d’insieme appare per tutto ciò pervaso – e in ogni ambito del testo – da un’applicazione oculata, metodologicamente competente e scientificamente attendibile, lasciando in tal modo denotare la strutturazione di una ricerca basata sulla verità di ragione e di fede. Il salto di qualità proposto da questo colto e appassionato teologo – il cui atteggiamento critico appare in equilibrio con lo sguardo purificato da una fede pensata e vissuta – oltre a costituire un passaggio fondamentale per rinnovare e rimotivare i percorsi testimoniali d’impegno delle Chiese di Calabria contro il pervasivo fenomeno della criminalità organizzata, può sostenere in modo ragguardevole la partecipazione di un servizio ai pressanti processi della nuova evangelizzazione, interloquendo con il più qualificato pensiero della teologia e della cultura.

Mimmo Petullà, Sociologo