Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Il Governo “ammazza” l’edilizia… tutti contro tranne le banche (sic!). L’Italia è un paese per ricchi(?) Oggi pomeriggio incontro con i presidenti delle categorie interessate dalle norme che bloccano la cessione dei crediti dei bonus edilizia: Ance, Confindustria, Confedilizia, Confapi, alleanza delle Cooperative Italiane

Il Governo “ammazza” l’edilizia… tutti contro tranne le banche (sic!). L’Italia è un paese per ricchi(?) Oggi pomeriggio incontro con i presidenti delle categorie interessate dalle norme che bloccano la cessione dei crediti dei bonus edilizia: Ance, Confindustria, Confedilizia, Confapi, alleanza delle Cooperative Italiane

Era nell’aria la “cronaca di una morte annunciata”, quella dei cosiddetti bonus edilizi. È il primo atto di questo governo di destra-centro per innescare una vera e propria “macelleria sociale”. Una crociata contro i poveri che non ha eguali nella storia repubblicana di questo paese.
D’altronde cosa ci potevamo aspettare da una forza di Destra, assetata di potere? Questa è una delle tante colpe che la Sinistra dovrà farsi carico e questa volta non c’è appello né venia visto che ha aperto le porte ad una destra corporativa e che si sapeva andasse a finire così, ma la gente (ignara) la votata (e ora?), e portata al potere perché mancava l’alternativa, quella che sta al fianco degli ultimi, dei poveri, della povera gente e anche di quelli che per mangiare percepisce il “Reddito di cittadinanza” dove secondo i dati ufficiali nell’ultimo anno, hanno ricevuto almeno una mensilità di reddito 1,4 milioni di famiglie in cui vivono 3,4 milioni di persone. C’è bisogno dell’unità di tutte le forze di opposizione senza pregiudizi né veti per opporsi e capire che stiamo attraversando un precipizio a due passi da una deriva irreversibile: c’è carenza di giustizia sociale e di uguaglianza.
Giovedì scorso con un colpo di coda (programmato) il governo vara un decreto (DL 11/2023), che blocca dalla sua entrata in vigore tutte le cessioni di credito e gli sconti in fattura dei bonus edilizi ritornando al vecchio metodo con la detrazione fiscale, roba da ricchi, da chi ha dei redditi alti e può permettersi una detrazione Irpef del 90% e che ha una liquidità iniziale da poter effettuare i lavori. Se non fosse la realtà che stiamo vivendo ci verrebbe da piangere in un momento di rincari, di persone che non arrivano a fine mese, di caro energie, caro prezzi al consumo e molte persone che nel terzo millennio sono ritornati a non potersi permettere di mangiare carne e pesce, visti gli ultimi dati sui consumi.
Il motivo di questo colpo di coda, subito dopo le elezioni regionali di Lazio e Lombardia (e non prima eh), è stato giustifica perché sono in bilico i conti pubblici e come ha affermato il ministro dell’economia (e leghista) Giorgetti, “contro una politica scellerata utilizzata anche in campagna elettorale” e che “il costo totale per lo Stato a fine 2022 aveva raggiunto 110 miliardi. 37,7 oltre le previsioni”. In realtà, i 110 miliardi di cui si lamenta il ministro (2 mila per ogni italiano) non sono aggiornati con i dati Enea al 31 gennaio scorso.
Eppure in campagna elettorale il suo leader Matteo Salvini aveva dichiarato a gran voce che “Il Superbonus è uno strumento assolutamente efficace, stiamo lavorando per rinnovarlo aumentando la possibilità della cessione del credito”. “Rinnovarlo” voleva dire eliminarlo?
Anche l’attuale premier in campagna elettorale diceva che “Dovremo rivedere il Superbonus che non deve superare l’80 per cento, poi tutelare gli esodati, a ogni modo accompagneremo la norma
sino alla sua cadenza”. E poi da lì come una goccia che scavava la roccia un lavoro per sancirne la morte e con essa scaraventare l’economia produttiva di un paese alla malora e con essa anche molti cittadini che si vedono privare di uno strumento molto efficace che ha dato ampio respiro all’economia italiana, creando centinaia di posti di lavoro.
Certo ci sono state le frodi, i mascalzoni, ma è pur vero che ci sono ovunque e questo è causa della carenza a tappeto dei controlli che come ogni condizione italiana che si rispetti, mancano ovunque e si pone sempre il rimedio dopo che hanno rubato le chiavi a Santa Chiara, si mettono le porte di ferro (e con i prezzi dei materiali alle stelle…). Ma non per questo devono andare di mezzo le persone oneste, la stragrande maggioranza delle persone oneste (non ricche).
Con il blocco definitivo alla cessione dei crediti fiscali, lo stop allo sconto oltre ai paletti per quelli avviati, si crea una vera e propria “macelleria sociale”, mettici pure il divieto a tutte le pubbliche amministrazioni di acquistare crediti di imposta ceduti dalle imprese edili per i bonus, ci troviamo in una condizione per la quale c’è il serio rischio di un fallimento economico di centinaia di imprese. Ma di tutto ciò chi approva la manovra? Le banche e Calenda! Almeno fino a l’altro ieri, oggi non sappiamo di aggiornamenti di idee. Anche se i suoi due consiglieri regionali calabresi, De Nisi e Graziano avevano presentato una proposta per fare in modo che la Regione si facesse carico dei crediti fiscali. E quando le banche esultano, la questione è molto, anzi, drammaticamente preoccupante. La storia ne è testimone…
Lunedì è stato programmato un incontro con le parti sociali, alcuni della maggioranza come Forza Italia hanno delle riserve anche se è stato votato all’unanimità in Consiglio dei Ministri (e quindi anche con i voti azzurri), ma se non si trova una soluzione, la prima “bomba sociale” che seguirà quello di migliaia di famiglie quando verrà tolto il Reddito di Cittadinanza, è stata innescata e che… Dio ce la mandi buona perché se la regina protegge il re, visto chi c’è al governo, la vediamo molto dura! E come diceva Ennio Flaiano, “Coraggio, il meglio è passato”.