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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 MARZO 2024

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Il Generale Angiolo Pellegrini invitato dal sindaco di Cittanova a presentare il suo libro

Il Generale Angiolo Pellegrini invitato dal sindaco di Cittanova a presentare il suo libro

Di Filomena Scarpati

Non a caso per introdurre o commentare le manifestazioni antimafia di qualsiasi genere, viene usata la celebre affermazione di Paolo Borsellino “Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”. La presentazione di un libro della portata di “Noi gli uomini di Falcone – La guerra che ci impedirono di vincere” del Generale Angiolo Pellegrini, edizioneSperling & Kupfer di Mondadori, del pomeriggio di ieri 8 agosto presso la villa comunale di Cittanova, è stata l’occasione per formarsi su quei fenomeni che da circa due secoli attanagliano anche il nostro territorio. Non è cultura statica o a se stante che ha processi lunghi nel cambiamento del pensiero umano ma trattasi di azione diretta che scatena nel genere umano una schermatura quasi automatica capace di mettere in atto le opportune difese. Sono pochi i sindaci che accettano di fare nei loro comuni la vera antimafia così come si è prodigato il primo cittadino di Cittanova, spesso si assiste all’antimafia di facciata e di plagio o al nulla, situazione su cui bisogna riflettere profondamente trattandosi di gente che ha in mano il futuro dei giovani. Atteggiamento riscontrabile soprattutto nelle zone di alta densità delinquenziale e nei luoghi più tartassati dai fenomeni mafiosi di ogni tipo. L’incontro organizzato dall’amministrazione comunale di Cittanova condotta dal sindaco Francesco Cosentino che ha fortemente voluto la presentazione di un libro che racconta la vita di chi la mafia l’ha affrontata a volto scoperto,ha profonde ragioni che scaturiscono dal credere nei valori della divulgazione di fatti storiciche hanno contribuito in modo decisivo alla lotta alla mafia.Un impegno professionaledi serio dovere verso lo Stato racconta Angiolo Pellegrini nel suo libro, commenta il sindaco Cosentino durante i saluti al generale che ha accettato l’invito a partecipare all’incontro e al folto pubblico presente tra cui autorità civili e militari del luogo ed ex collaboratori del generale giunti dal Vibonese e dal Reggino. Il contenuto del libro spiega il moderatore sociologo Francesco Rao evidenziafatti storici che ci consentono di apprendere le dinamiche della criminalità organizzata attraverso la descrizione di fatti, indagini, processi alla mafia in Sicilia. Mafia legata verticisticamenteintroduce il generale Pellegrini anche alla ‘ndrangheta calabrese tramite StefanoBontade che ne fu il portavoce. Tra gli omicidi che coinvolsero la Calabria ricordiamo quello del giudice Scopelliti che avrebbe dovuto prendere il posto di Giovanni Falcone dopo la sua nomina a Roma. Anni intrisi di sangue durante i quali avanzava il regolamento di conti della mafia contadina attraverso i suoi esponenti detti “viddani” che eliminarono le vecchie famiglie cittadine per appropriarsi dei loro poteri sul traffico di droga che si rivelò altamente redditizio. Anni che videro cadere per mano dei “viddani” con ferocia estrema anche i più degni esponenti dello Stato che compivano bene il proprio dovere come Dalla Chiesa, Cassarà, Montana, Da Leo, Chinnici, Costa, Terranova e tanti altri che persero la vita in quegli anniin cui anche alle indagini fu data una svolta grazie al pool antimafia istituito da Chinnici con la nomina di Falcone,Borsellino e Di Lello a cui si unì successivamente Guarnotta. Giovanni Falcone fu il primo a capire che seguendo i capitali avrebbe potuto rintracciare le attività mafiose, tant’è che dopo i primi 366 arresti racconta il generale Pellegrini, il giudice Falcone fu tacciato di persona con interesse a distruggere l’economia della Sicilia senza minimamente pensare ad un’economia che si reggeva sui reati e il riciclo di denaro sporco. Dopo i saluti e l’introduzione del sindaco e una breve presentazione del sociologo e moderatore Francesco Rao sull’avvolgente contenuto del libro, il Generale Pellegrini ha intrattenuto il pubblico per oltre un’ora parlando dei vari episodi che si sono susseguiti nel percorso professionale trascorso per alcuni anni assieme a Falcone, con il quale raccolse anche le testimonianze in Brasile di Tommaso Buscetta, accompagnati da De Luca allora capo della polizia, Cassarà e Borsellino, compirono una missione durante la quale riuscirono a carpire la fiducia del testimone di Giustizia che portò a numerosi arresti. Dal processo Olimpia al Maxiprocesso, da Reggio Calabria a Palermo il generale Pellegrini ha spiegato l’excursus storico della lotta alla mafia durante gli anni bui della storia d’Italia che va dal terrorismo agli atti perseveranti della criminalità mafiosa che fino ad allora se ne disconosceva la forza e la sua gerarchia a forma di cupola che decideva in modo verticistico la sorte degli uomini che rappresentavano in modo dignitoso e scrupoloso lo Stato. Dall’intuizione di Dalla Chiesa, ha asserito Pellegrini, si cominciò a prevedere la possibilità di una mafia stragista collegata ad alcuni poteri politici, con Falcone e Chinnici si indagò sui capitali e col suo aiuto allora capitano e capo dell’anticrimine di Palermo si istituì un nuovo sistema di indagini che fece infliggere duri colpi alla mafia. Fu proprio nel momento dello scardinamento di “cosa nostra” che Pellegrini fu trasferito, Chinnici fu ucciso e tutto sembrava che mirasse ad isolare l’attività di Falcone. Pellegrini non si è soffermato solo sulla storia dei crimini e delle indagini ma in modo particolare su quale debba essere l’agire di ogni cittadino per impedire ad ogni forma di delinquenza di proliferare e a come devono essere educati i figli, gli studenti, la collettività, facendo uso di ferme distanze dai compromessi. Inoltre ha suggerito Il modo di fare politica, di amministrare, di educare e di essere sani cittadini. Infine i saluti del moderatore sociologo Francesco Rao, del sindaco, del folto pubblico e delle autorità presenti alla manifestazione è avvenuto con un forte applauso e la speranza che l’esperienza si possa ripetere.