Il Comitato ProfessionistiLiberi di Palermo scrive una lettera all’Ordine degli architetti di Milano
redazione | Il 15, Nov 2012
“Tre architetti milanesi, Renato Sarno, Marco Magni e Michele Ugliola, sono protagonisti di altrettante vicende giudiziarie non tutte ancora definite. Ma l’Ordine degli architetti, ci chiediamo, sta facendo la sua parte?”
Il Comitato ProfessionistiLiberi di Palermo scrive una lettera all’Ordine degli architetti di Milano
“Tre architetti milanesi, Renato Sarno, Marco Magni e Michele Ugliola, sono protagonisti di altrettante vicende giudiziarie non tutte ancora definite. Ma l’Ordine degli architetti, ci chiediamo, sta facendo la sua parte?”
Riceviamo e pubblichiamo:
All’Ordine degli architetti di Milano
e p. c. al Procuratore nazionale antimafia
Dr. Piero Grasso
al Ministero della Giustizia
alla Commissione parlamentare antimafia
LETTERA APERTA ARCHITETTI MILANESI SPECIALIZZATI IN SCIENZA DELLA CONCUSSIONE
Il 23 ottobre di quest’anno, un architetto milanese è stato arrestato con l’accusa di concorso in concussione, con l’ex direttore generale del Comune di Sesto, in quanto avrebbe indotto un imprenditore ad affidargli una consulenza di un milione di euro, ottenendo come “anticipazione” 367 mila euro in assenza di prestazioni professionali.
Pochi giorni dopo, il 29 ottobre, altro architetto milanese ha patteggiato la pena di un anno e otto mesi, con la confisca di 500.000 euro, in un altro filone delle inchieste sul cosiddetto “Sistema Sesto”. Più di un anno fa, un terzo architetto milanese era stato arrestato con l’accusa di essere il “mediatore” fra imprenditori ed i vertici del Comune di Cassano d’Adda. Questo terzo architetto era stato già arrestato nel 1998, per corruzione, e nel 2001 aveva patteggiato una condanna a un anno, con il beneficio della condizionale, per una tangente di 250 milioni, promessi nel 1995 e pagati tra il 97 e il 98 ad un Assessore del Comune di Bresso, in cambio del via libera a un piano di lottizzazione dal valore di oltre 100 miliardi.
Più di un anno fa, avevamo evidenziato che la Corte di cassazione, a Sezioni unite, ha statuito che le sentenze di applicazione della pena su richiesta delle parti (patteggiamento) hanno efficacia di giudicato – nei giudizi disciplinari che si svolgono davanti alle pubbliche autorità – quanto all’accertamento del fatto, alla sua illiceità penale e all’affermazione che l’imputato lo ha commesso, a norma degli art. 445 e 653 c.p.p., come modificati dalla l. 27 marzo 2001, n. 97 (Cass. civ., sez. un., 09-04-2008, n. 9166; vedi anche Corte cost., 18-12-2009, n. 336).
Dovrebbe essere pacifico che “coloro che non siano di specchiata condotta morale e politica non possono essere iscritti negli Albi professionali e, se iscritti, debbono essere cancellati, osservate per la cancellazione le norme stabilite per i procedimenti disciplinari”, come recita l’art. 2 della legge 25 aprile 1938, n°897, di disciplina della Professione di Architetto. Pertanto, si reitera la richiesta al Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Milano di volere dare assicurazioni sulle azioni disciplinari intraprese nei confronti dei tre architetti, al fine di assicurare il corretto esercizio della professione da parte di tutti gli iscritti.
Il Comitato ProfessionistiLiberi