Il 27 gennaio si è celebrato il “Giorno della memoria” Riflessione di una ragazza di diciotto anni
Di Rita Squillace
Oggi 27 Gennaio ricorre l’anniversario della giornata della memoria, una giornata significativa che ci permette di ricordare, di ricordare quello che è stato, di ricordare tutti quei drammi di vita che messi insieme formano un pezzo di storia che ha visto protagonisti uomini segnati da un destino ineluttabile.
Oggi 27 Gennaio è lo stesso giorno in cui uomini non ebrei ma calabresi hanno segnato il proprio destino con le proprie scelte, lo hanno segnato con l’indifferenza e con la scarsa consapevolezza.
Non ci sono più i fili spinati che limitano la libertà di un individuo ma i fili dell’ignoranza che crede ancora che l’astensionismo sia una forma di ribellione, non ci sono più i fucili puntanti che negano un futuro “per un si o per un no” ma matite che questo futuro lo creano “per una x o per un’altra” , non ci sono più camere a gas in cui uomini entrano con la consapevolezza di morire ma urne elettorali in cui uomini entrano con la rassegnazione di chi è già condannato ad un destino.
Non avrei mai pensato di dover smettere di credere nella Calabria e nei calabresi, ho sempre reputato la mia generazione una generazione istruita e desiderosa di cambiamento ma la scarsa affluenza giovanile alle urne di ieri mi ha fatto ricredere al riguardo.
La verità è che se gli adulti ci hanno creduto e ad oggi hanno smesso di farlo, i giovani non hanno proprio iniziato.