Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

I docenti dell’ITAS Chimirri fanno obiezione di coscienza I docenti dell'Istituto catanzarese si rifiutano di partecipare al nucleo di valutazione

I docenti dell’ITAS Chimirri fanno obiezione di coscienza I docenti dell'Istituto catanzarese si rifiutano di partecipare al nucleo di valutazione
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

Non è la valutazione che spaventa i docenti. Sono le inaudite modalità con cui lo si vuole fare con la legge 107/2015.
Un comitato di valutazione locale, diverso da scuola a scuola, in cui a formulare criteri (c.129 punto 3) e valutare servizi (c.129 punto 5) saranno non solo dei propri colleghi e quindi dei “pari” ma addirittura membri esterni, con scarse o nessuna informazione sui docenti chiamati a valutare e con possibili conflitti d’interesse. Altra nota dolente: non essendo prevista verbalizzazione non è garantita alcuna forma di trasparenza.
I docenti allora non ci stanno. E quando ricevono la palla, decidono di giocarla, rifiutando di eleggere i due membri del collegio facenti parte del c.d.v..
Un atto di libertà e una manifestazione di chiaro dissenso, dopo le terribili umiliazioni inflitte alla categoria dalla Legge 107/2015: la chiamata diretta, la conseguente perdita della libertà d’insegnamento per soggezione dei confronti del D.S., gli ambiti territoriali, una ridicola proposta di rinnovo contrattuale che ammonta tra i 5 e gli 8 euro e il tentativo di compensare questa vergogna con un bonus, ma solo per i più meritevoli, che in assenza di criteri oggettivi, trasparenti, uniformi sul territorio nazionale e fissati per legge, apre le porte alle clientele.
La lunga partita dell’ITAS con il c.d.v. è iniziata a novembre con una prima mozione e si è conclusa il 29/01 con un’altra mozione votata a maggioranza. E’ stato un vero braccio di ferro, vinto grazie anche alla preziosa assistenza fornita ai docenti dalla collega e avvocato Gianfranca Bevilacqua e dai sindacati Unicobas e S.a.b..
Che l’eco del “gran rifiuto” possa risuonare ancora in tante altre scuole d’Italia?